Salve, vorrei sapere quanto mi costa la certificazione di un diamante,
colore G-IF Kt. 0.52
acquistato presso una gioielleria per il regalo di matrimonio a mia moglie, il gioielliere non mi ha dato una certificazione internazionale, ma solo un cartoncino di colore azzurro con il suo timbro e firma dicendo che il diamante ha i requisiti sopra scritti.
Mi piacerebbe sapere quanto mi costa, se può essere certificato a nominativo,se può essere certificato anche se montato, e sapere altre informazioni che non conosco
in modo da sapere a sufficienza.
Gentilissimo sig. Lenti,
sono Elena la ragazza di Padova dell’insalata diamantifera :-)
leggo sempre con piacere le sue risposte e le sue opinioni in merito ai diamanti.
Volevo sottoporle un quesito anche in seguito a quanto diceva sul taglio a 144 faccette.
Ho trovato che ora stanno creando un diamante con cento faccette.
Secondo lei questi tagli sono una moda passeggera? Soppianteranno mai il taglio classico ottenuto dopo anni e anni di studio dei maestri tagliatori?
Troppe faccette rischiano di togliere i lampi di luce bianca e colorata e far sembrare la pietra più simile ad un princess che ad un brillante?
Un giorno ne faranno uno a 70 o a 80 andando avanti di questo passo? Anche il famigerato LEO CUT dice che il massimo della brillantezza si ottiene con le loro 66 faccette, certo è come chiedere all’oste se il vino è buono.... e so che le è caro quest’argomento ;-) però mi chiedo come mai proprio 66 e non 70 o 75 tanto per dire?
Volevo aggiungere anche dell’altro che la prego di omettere nel forum se pubblicasse questa mia mail.
Il taglio per la precisione l’ho trovato a questo sito
xxx e le invio anche il diagramma del taglio così può vedere meglio come vengono distribuite le faccette ed immaginare il risultato....
Si tratta di xxx un gioielliere di xxx che non avendo ancora p.v in Italia mi invierà molto carinamente un biglietto omaggio per la fiera per poter osservare da vicino le loro creazioni.
Io poi le ho trovate in questo sito americano di cui la prego voler visitare ecco il link per darmi il suo parere.
http://xxx
sua fedelissima lettrice
Elena
Buonasera,
vorrei cortesemente rivolgerle una domanda che le risulterà alquanto bizzarra.
Ho ricevuto dopo anni di sospirata attesa il mio primo diamante.
Sul certificato del gioielliere si specificano le seguenti caratteristiche ct.0,47 colore G if.comprato a Firenze per un importo pari a 1,600 euro.
A Roma città in cui risiedo dopo alcune sommarie indagini in più gioiellerie per un anello con le stesse caratteristiche mi hanno chiesto il doppio della cifra.
L’ultimo gioielliere per verificare l’autenticità della pietra ha raschiato sopra la stessa un foglio di carta vetrata,lasciandomi alquanto stupita.
Buongiorno
Ho ereditato da mia nonna una serie di gioielli tra cui due solitari una veretta di brillanti e una anello più complesso con vari brillanti.
Ho portato questi da un gioielliere vicino casa per avere una conferma della loro autenticità dal momento in cui non avevo una certificazione scritta da nessuno ed essendo io una non esperta, e mi è stata data dopo una occhiata con la lente la conferma della loro autenticità.
In un secondo momento dal momento in cui volevo cambiare la montatura a uno dei solitari perchè non di mio gusto, consigliata da una mia amica ho portato il solitario da un secondo gioielliere che in un primo momento prende il brillante anche se non molto convinto ma poi mi richiama dicendo che portato da un gemmolgo il diamante non risulta vero.
Ora mi chiedo possibile se la valutazione sull’autenticità da parte di un gioielliere se pur esperto possa essere fatta solo con una lente e se devo portare dal gemmologo a questo punto tutti i gioielli perchè solo lui potrà darmi una certezza assoluta sull’autenticità dei brillanti?
Al secondo gioielliere ho mostrato gli altri brillanti ereditati e mi ha detto che sono veri ma mi posso fidare a questo punto senza una analisi più specifica?
Egregio Gianfranco, (come vedi mi sto avvicinando sempre più a un tono confidenziale).
Ti scrivo poiché ormai sono un affezionato del sito e si può dire che ho letto tutte le domande e le risposte.
Questa volta voglio essere io a portare un piccolissimo ma significativo aiuto.
Sono a conoscenza della tua battaglia nei confronti di chi utilizza Internet per commerciare diamanti. Come sai, in virtù della nuova attività, mi sto muovendo in Tailandia e India per cercare di reperire del materiale a buon prezzo.
Questo è ciò che è capitato al mio socio che vive là: contattiamo una persona che vende diamanti al 50% dal listino Rapaport (eccezionale!!!), richiediamo subito di classificarci un diamante che intendiamo acquistare da far poi certificare per la verifica.
Questa è la sua classificazione:
massa: 0,30 carati;
colore: AAA electric white (che cacchio di colore è ?);
purezza: free of inclusions VVS1 (ma allora è un IF o un VVS1?).
Alla fine dichiara un SI (non si sa se 1 oppure 2)
taglio: non si pronuncia.
Al che rimaniamo sbigottiti in quanto gli facciamo capire che saremmo intenzionati a instaurare un rapporto duraturo (anche se era il caso di telare subito) se si premurasse di parlare la nostra stessa lingua in termini di identificazione di una pietra.
La risposta?
Non gli interessa, lui già vende su Internet a privati;
se siamo interessati possiamo acquistare e in seguito farci certificare la pietra.
Ovviamente desistiamo.
Morale della favola: se cercano di appiopparti una pseudopietra quando ci parli di persona, figuriamoci quando stai a chilometri e chilometri di distanza e l’unico modo di interagire è un pc!!
Il mio modestissimo parere e consiglio a chi voglia acquistare tramite Internet:
1) Accedere ad un SITO DEL SETTORE che indichi chiaramente che il venditore è ITALIANO e rintracciabile (sul sito deve essere chiaro il suo indirizzo, telefono, e-mail, n° di partita iva);
2) Il venditore deve classificare le pietre in base alle vigenti norme Europee in termini di massa, purezza, colore, taglio e se vogliamo anche fluorescenza (è scontato che la pietra DEVE essere NATURALE);
3) Il diamante deve essere sempre accompagnato da un certificato gemmologico proveniente dai maggiori Istituti Internazionali o Nazionali;
4) Aggiungerei la marcatura laser sulla cintura per tutelare ancora di più il consumatore finale al fine di “assicurare” la corrispondenza della pietra con il certificato ed evitare problemi di scambio al momento del montaggio della pietra (altrimenti chi mi assicura che la pietra montata è realmente quella che ho acquistato?);
5) Contattare il venditore, anche più di una volta, e fare tutte le domande del caso;
6) Dopo l’acquisto far verificare il tutto a una persona competente (ma competente sul serio!!)
Questa è la mia personale esperienza che ho voluto condividere.
Ti saluto cordialmente:-)))
P.S. IL VENDITORE DI DIAMANTI DI CUI SOPRA NON E’ PIU’ REPERIBILE SU INTERNET
Salve, vorrei avere chiarimenti su una cosa..
Ho comprato da poco un anello in oro bianco con un diamante.
Nel certificato di garanzia il venditore ha scritto le seguenti cose:
diamante 0,125 carati, taglio brillante, H color, R, vvsi... però non è specificato niente altro nel taglio..
Dice solo che è brillante senza la successiva dicitura very very good, o very good, etc...:
è una dimenticanza o il diamante è di scarsa qualità?
Gentilissimo signor Lenti,
La ringrazio per la risposta e per le informazioni che mi ha fornito.
Per quanto riguarda il suo materiale, sono d’accordo con lei, ma se avesse qlc davvero collegato all’economia e in particolare alle strategie, gliene sarei davvero grato...
Senza alcun problema sarei disposto a remunerare in "quattrini" (oltre a citarla nei ringraziamenti, nella bibliografia come fonte e ad un invito ufficiale alla discussione) il materiale se davvero mi è utile ai fini delle mia tesi...
.
di libri se ne trovano tanti, ma hanno poco a che fare con l’economia, il business e la strategia in generale delle principali aziende, che è il cuore della mia tesi.
Per quanto riguarda le sue risposte ho un altro dubbio:
di solito una pietra preziosa si acquista o per ornamento o per investimento;
Nel secondo caso, se "un amico di un mio amico del bar" mi offrisse una pietra, per salvaguardare il mio investimento non mi sarebbe utile sapere la provenienza?
Se è lecita o meno?
Oltre al certificato o perizia che dir si voglia, non è possibile che su quella pietra pesi una denuncia per furto??
In tal caso, anche se vera, mi ritroverei in mano una pietra invendibile tramite asta (almeno così penso) e la funzione di investimento verrebbe meno (andrebbe tagliata di nuovo per far perdere l’identità della pietra o andrebbe trovato un amatore!?) e sarei truffato in qualche modo.
Non so, il mercato degli altri beni funziona di solito così, non so se per le pietre preziose (dove dalle mie ricerche risulta un commercio illegale nero molto elevato) è la stessa cosa.
Grazie per la disponibilità, spero di sentirla presto;
Lei del resto è uno dei pochi esperti disponibili in rete.
Buonasera Sig. Lenti,
e soprattutto Buon Natale, tutto bene? Spero di si.
Si ricorda? Ci siamo scritti qualche decina di giorni fa riguardo ai margini commerciali rispetto al listino Rapaport.
Inizierò con il nuovo anno una nuova attività grazie alla quale, oltre ad altre cose, avrei previsto l’importazione di pietre preziose (in particolare diamanti).
Questa volta la disturbo poiché ho avuto modo di contattare un possibile fornitore di diamanti indiano che ha sede sia in Tailandia che in India (tramite il mio socio che vive in Tailandia).
Nonostante l’assicurazione che abbia una sede fissa (quindi è rintracciabile) e che fornirà la certificazione IGI (Istituto presente in Tailandia e in India) per ogni pietra fornita e sigillata, le confesso che ho comunque dei dubbi.
Attraverso le esperienze da lei avute e la varia corrispondenza tenuta con i suoi colleghi (esempio: “Finalmente un collega: un vero signore che mi chiede giustificazioni. DA LEGGERE!!!”) ho notato che certificare una pietra, blisterarla e in seguito sostituirla non è un’operazione che richieda l’intervento di Arsenio Lupin, a rischio comunque di un’interruzione di un rapporto lavorativo duraturo, sempre che il fornitore ci tenga!!!!.
Questi problemi non sono di poco conto se considera che abbiamo si la possibilità di avere sconti fino al XX%-XX% (la prego di omettere la percentuale) rispetto al Rapaport ma questi sconti partono da circa 000 – 000 $ (la prego di omettere le cifre) di acquisto minimo.
Nulla da obiettare sull’investimento minimo da fare, però se c’è un evidente rischio di spendere soldi inutilmente, potrà capire sicuramente la mia preoccupazione.
La nostra richiesta dell’IGI come Istituto certificatore è stata accettata senza nessun problema anche se ci è stato proposto anche un altro nome, che adesso non ricordo ma che comunque abbiamo scartato subito per diffidenza (accordo fra il fornitore e l’ente certificatore).
In buona sostanza abbiamo insistito per l’IGI con accettazione del fornitore.
Le chiedo cortesemente dei commenti su:
- lo sconto a noi praticato per la successiva rivendita a gioielliere con il X-Y% di sconto da Rapaport
- la possibilità di un’eventuale collusione (non è che viviamo sulle nuvole!) fra Istituto certificatore e fornitore, perché sarà quest’ultimo che ci fornirà i diamanti certificati (non si senta responsabile di nulla, ho bisogno più che altro della storicità di eventuali manipolazioni soprattutto nei riguardi dell’Istituto da noi prescelto)
- la comunicazione da parte sua di un Istituto alternativo e importante sul posto (Tailandia e India) se lo conosce
- la nostra fiducia totale sul certificato al momento del pagamento poiché il tutto sarà verificato da gemmologi qualificati in Italia.
Scelga Lei per la risposta in privato o meno, vista la particolarità delle mie richieste.
Grazie infinitamente e le rinnovo gli auguri di Buon Natale e Buon 2007
Salve trovo il vostro sito molto interessante e utile!
Potreste aiutarmi nella valutazione di massima del prezzo di un anello che potrabbe essermi regalato a breve?
Un oggetto a mi avviso principesco che il mio uomo vorrebbe regalarmi per dimostrarmi la sua devozione, ma temo che affronterà un costo esagerato...
Dunque si tratta di un anello in oro bianco 18 carati con ben 9 diamanti taglio Amsterdam purezza G per un totale di 60,00 carati!
Inoltre la linea dell’anello è molto bella poichè i diamanti formano una regale ... sbalzata dal dito..
pur essendo il nostro un gioielliere di fiducia, non so fin a che punto il prezzo possa essere "di favore"!!
ho di recente acquistato una fedina della XXX, il
negoziante mi ha mostrato che vi erano allegato i microfilm
inerenti ai diamanti, ma al momento dell’acquisto non me li ha consegnati e nemmeno mi ha fatto una stampa del contenuto.
Vorrei sapere se è un mio diritto (e un suo obbligo) richiederli o se a pura discrezione.
Quali dati devono essere contenuti nei microfilm?
Vogliate cortesemente rispondermi al più presto in maniera che se devo contestare qualcosa possa farlo senza che passino troppi giorni.
Cordiali saluti
G.
Buon giorno, G.
lei desidera una risposta veloce, io un interlocutore tanto gentile da riempire per intero il modulo del mittente.
Magari con dati falsi, come dimostrano varie risposte inoltrate per riservatezza via lettera, ma sa com’é...
non avendo un gatto, mi permetto alcune amate fisime, da bravo zitello.
Cordialmente.
Egregio Sig Gianfranco,
indignato della sua risposta, le comunico che se volesse per intero i dati dovrebbe semplicemente togliere la frase "Compilare preferibilmente in ogni parte" e sostituirla con
compilare obblicatoriamente.
Premesso questo, come sono capitato casualmente sull suo sito, tanto casualmente non tornerò.
Dal tono acido della sua risposta mi viene di un consiglio:
si prenda un gatto, eviterebbe di prendersi altro.
Cordiali saluti e buon natale.
G. G.
Buon giorno, G.
colpito e affondato, se stessimo giocando a battaglia navale, oppure touché come dicono gli spadaccini, mi presento con le orecchie basse e il cappello in mano per chiederle scusa!
E, con lei, vorrei scusarmi anche con quanti si sono visti negare una risposta per una frase che avrebbe dovuto essere "compilare cortesemente..." e non "compilare preferibilmente...".
La prego però d’accreditarmi, insieme a una grande goffaggine informatica, almeno la buona fede, e ora riterrei inutile cercare l’origine del malinteso fra me e i computerologi che hanno materialmente realizzato il mio sito...
Visto che in ogni caso ne sono io il solo responsabile!
Mi spiace solo che la grana non sia emersa prima perché, pur setacciando a ritroso l’archivio con le mail dei visitatori, sarò in grado di verificare solo quelle sopravvissute a maldestre pulizie degli archivi, ai crash del disco, nonché ai cambi di sistema operativo e dei programmi di posta.
Rimango suo debitore per la segnalazione e, sperando che lei non sia astemio, se capitasse da queste parti sarò felice d’offrirle una bottiglia di succo di Bacco.
Nel frattempo mi auto-condanno alla pubblicazione della presente, sperando che (almeno per sentito dire) possa raggiungere anche quanti non potrò contattare direttamente.
Contraccambio gli auguri di buone feste.
Gianfranco.
P.s.
Quanto alla mancata consegna dei microfilm della sua veretta, mi sembra un comportamento alquanto strano, ma non (ancora) illecito.
Il gioielliere é tenuto a garantire la quantità e la qualità di quanto vendutole, ma siamo ancora lontani da una normativa che formalizzi in concreto le garanzie in merito.
Si vocifera che ci sia una legge ormai sulla rampa di lancio secondo la quale le descrizioni merceologiche della gioielleria dovrebbero riferirsi a parametri (finalmente!) univoci, come p. es. le Norme UNI, ma fino a quando non sarà in vigore continueremo a convivere con descrizioni di fantasia, magari obsolete o, purtroppo, anche fuorvianti.
E, naturalmente, anche a comportamenti ... estemporanei.
Sottolineo la stranezza del comportamento relativo alla sua vera, anche se a naso escluderei retroscena ... fraudolenti:
non solo per benevolente fiducia nella categoria, ma anche perché mi riesce difficile immaginare un "tangibile" interesse, un utile tanto consistente da giustificare la negata consegna di una documentazione che (a mio avviso) le spetterebbe, visto che il suo é un oggetto "firmato".
Che le spetterebbe e che lei dovrebbe poi conservare insieme agli estremi del pagamento, non foss’altro che per fini assicurativi.
Per sua tranquillità le suggerirei di richiedere con cortese fermezza (raccomandata A/R...) la consegna dei microfilm e di ogni altra documentazione tecnica attinente il suo oggetto, e di controllare poi la presenza del titolo e del marchio di fabbrica sul suo oggetto.
Se poi le rimanessero dei dubbi (nel nostro settore le copie e le contraffazioni non sono una novità, purtroppo) potrebbe rivolgersi direttamente al fabbricante che, spalleggiandola, sarà lieto di fornirle tutta le informazioni del caso.
E che non rimarrebbe certo inerte nel caso scoprisse che qualcuno usa il suo nome per spacciare prodotti altrui!
Non conosco quali dettagli la ditta fabbricante abbia fotografato nei microfilm, ma suppongo si tratti delle descrizione delle caratteristiche dei diamanti incastonati:
massa in carati, colore secondo una scala internazionale, proporzioni e qualità del taglio, presenza e descrizione (graduazione) di eventuali caratteristiche interne delle gemme.
Dettagli che, se accuratamente individuati e riportati, renderebbero molto difficile, e certo meno remunerativa, la sostituzione dell’oggetto con altro di pregio inferiore.