Diamanti da importare, con certificati indiani e thailandesi.


Buonasera Sig. Lenti,
e soprattutto Buon Natale, tutto bene? Spero di si.

Si ricorda? Ci siamo scritti qualche decina di giorni fa riguardo ai margini commerciali rispetto al listino Rapaport.
Inizierò con il nuovo anno una nuova attività grazie alla quale, oltre ad altre cose, avrei previsto l’importazione di pietre preziose (in particolare diamanti).

Questa volta la disturbo poiché ho avuto modo di contattare un possibile fornitore di diamanti indiano che ha sede sia in Tailandia che in India (tramite il mio socio che vive in Tailandia).
Nonostante l’assicurazione che abbia una sede fissa (quindi è rintracciabile) e che fornirà la certificazione IGI (Istituto presente in Tailandia e in India) per ogni pietra fornita e sigillata, le confesso che ho comunque dei dubbi.

Attraverso le esperienze da lei avute e la varia corrispondenza tenuta con i suoi colleghi (esempio: “Finalmente un collega: un vero signore che mi chiede giustificazioni. DA LEGGERE!!!”) ho notato che certificare una pietra, blisterarla e in seguito sostituirla non è un’operazione che richieda l’intervento di Arsenio Lupin, a rischio comunque di un’interruzione di un rapporto lavorativo duraturo, sempre che il fornitore ci tenga!!!!.

Questi problemi non sono di poco conto se considera che abbiamo si la possibilità di avere sconti fino al XX%-XX% (la prego di omettere la percentuale) rispetto al Rapaport ma questi sconti partono da circa 000 – 000 $ (la prego di omettere le cifre) di acquisto minimo.

Nulla da obiettare sull’investimento minimo da fare, però se c’è un evidente rischio di spendere soldi inutilmente, potrà capire sicuramente la mia preoccupazione.
La nostra richiesta dell’IGI come Istituto certificatore è stata accettata senza nessun problema anche se ci è stato proposto anche un altro nome, che adesso non ricordo ma che comunque abbiamo scartato subito per diffidenza (accordo fra il fornitore e l’ente certificatore).

In buona sostanza abbiamo insistito per l’IGI con accettazione del fornitore.
Le chiedo cortesemente dei commenti su:
- lo sconto a noi praticato per la successiva rivendita a gioielliere con il X-Y% di sconto da Rapaport
- la possibilità di un’eventuale collusione (non è che viviamo sulle nuvole!) fra Istituto certificatore e fornitore, perché sarà quest’ultimo che ci fornirà i diamanti certificati (non si senta responsabile di nulla, ho bisogno più che altro della storicità di eventuali manipolazioni soprattutto nei riguardi dell’Istituto da noi prescelto)
- la comunicazione da parte sua di un Istituto alternativo e importante sul posto (Tailandia e India) se lo conosce
- la nostra fiducia totale sul certificato al momento del pagamento poiché il tutto sarà verificato da gemmologi qualificati in Italia.

Scelga Lei per la risposta in privato o meno, vista la particolarità delle mie richieste.

Grazie infinitamente e le rinnovo gli auguri di Buon Natale e Buon 2007

G.




Buon giorno, G.
ricordo (e ho in archivio) la precedente serie di domande, e immagino che nel frattempo lei abbia già trovato la maggior parte delle risposte...
Che vedremo di riassumere :-)

Se il venditore é una persona "seria" e, soprattutto, se é seriamente intenzionato al proseguimento del rapporto, avrà tutto l’interesse a fornirle del materiale in grado di "fare bella figura" con i suoi clienti.

Ciò non toglie che io darei per scontata una certa "indulgenza" qualitativa nelle descrizioni e nelle attribuzioni di graduazione, ma lei si é già premurato (e mi congratulo) d’avere un riscontro obbiettivo in Italia.

Le percentuali che lei precisa, tanto in acquisto che per la successiva cessione sarebbero interessanti a tutti gli effetti... E uso il condizionale, perché se la graduazione non fosse esatta (indovini a favore di chi?) i conti andrebbero a pallino.

Infine, non chieda a me certificati di "buona e sana moralità"... gemmologica:
perché non mi ritengo qualificato (né, tantomeno, super partes) per farlo, e poi perché sarei io il primo a contestare un qualsiasi elenco del genere.

Riconosco che il problema si pone (eccome, se si pone, grazie all’abbondanza di interlocutori inaffidabili), ma chi giudicherebbe i giudici?
La sola, vera difesa consiste nel frazionare le spedizioni, riservandosi la facoltà di recedere dal resto degli acquisti nel caso i diamanti ricevuti risultassero difformi dalle descrizioni, e/ dai campioni eventualmente lasciati per opportuni confronti.

Auguri e grandi affari:
W IL 2007!