- Categoria: Articoli d'opinione
- Scritto da Bertalan Ivan
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Roba da Apartheid. Ovvero la malintesa importanza attribuita alla "purezza" dei diamanti.
La scena si svolge nella solita, tipica gioielleria "di famiglia", con la solita, affezionata clientela del tipo "quasi famigliare"; l'atmosfera è di contenuta soddisfazione mentre gli attori sono raccolti attorno al soggetto che ha motivato la riunione: un gioiello con diamante/i.
Un paio d'orecchini con due splendide gocce, un ciondolo che sembra il ritratto della gioia di vivere, un solitaire che anticipa i fiori d'arancio, o una fedina che segue l'arrivo del primo bebè, non importa, il copione si ripete come il sacro rito di una religione universale.
Il gioiello è davvero bello, è stato eseguito da un maestro che è innamorato del suo mestiere, sennò non avrebbe certo perso tempo con un "a giorno" tanto perfetto, con quelle linee così raccordate, con quelle punte riportate (al palladio, neh!) che si piegano, forse, ma che certo non si spezzano, e via magnificando, con competenza, passione e un pizzico d'euforia.
Anche il diamante, i diamanti sono descritti con evidente competenza e signorile professionalità:
sublime perfezione del taglio, e colore, che è sempre tanto bello.
Ma la purezza? Come la mettiamo, con la purezza?
E qui, finalmente, siamo alla scena madre, ove le luci rimangono le stesse, ma le voci si abbassano e s'intonano all'atmosfera che si fa di colpo mistica.
Pure? Ma certo che sono pure, non vede come sono belle?
E qui il celebrante, trascinato dall'enfasi e aiutato dall'abito scuro di circostanza accenna quasi ad un'elevazione verso quel dio (sudafricano) che gli ha concesso un dono di tale immacolato candore.
Pure?
Ma scherziamo?
Io, quelle altre, non le voglio nemmeno vedere!
E il siur Brambilla riconduce allora la consorte, e l'eventuale parentado in processione verso in natio borgo, recando in cuore una profonda gratitudine per il siur Gregorio che si è fatto sì pagare profumatamente, ma che, la mano sul cuore, gli ha dato una pietra proprio come si deve!
Alt, fermi tutti, basta!
Chi è quell'infame che ha tradotto "clean" (pulito, pulizia, in inglese) con purezza?
Certo, un mefistofelico artista del doppio senso, un mellifluo ruffiano corruttore d'umani costumi.
O, forse, un collaboratore di Caronte che, certo pagato a percentuale, ora incassa felice sulle rive dello Stige i copiosi frutti di una rendita perpetua! Pura, pura, anzi purissima, con tre esse che così è ancora più pura. "Super clean", che non esiste, ma tanto sono in pochi a saperlo, mentre le casalinghe che usano il detersivo sono tante.
Questa è pura, quella no: "ha un VVS", e quindi non è degna del tempio.
Con buona pace per i tecnici, che si chiedono malinconici a qual pro predicare ai sordi?
Già, perché un diamante non "ha" un VVS, ma "è" (di grado) VVS.
La sigla indica infatti il livello di visibilità (davvero minima, nel caso specifico) d'eventuali caratteristiche interne. Nella scala della rarità viene subito a ridosso di quel mitico "puro" santificato con tanta enfasi, e sarebbe bello se ci decidessimo, una volta per tutte, a considerarlo per quello che è: un semplice voto (e bello, per di più), come quelli che prendevamo a scuola.
Allora nessuno, certo, rifiutava un dieci meno meno, mentre oggi molti gioiellieri paiono affetti da masochismo commerciale, autoescludendo le eccellenti possibilità di vendita delle gemme "non pure".
E che dire dei voti al disotto del dieci?
Nella graduazione del diamante vi sono ancora diversi livelli che, pur riducendo considerevolmente il costo dell'esemplare, non ne pregiudicano per nulla la bellezza.
Anzi, in alcuni casi, ne esaltano addirittura la personalità.
Certe inclusioni sono talmente particolari da rappresentare uno spettacolo inconsueto, e affascinante, per l'appassionato:
mai visto un granato rosso ospitato all'interno di un bel diamante?
O uno zircone, magari circondato dalle caratteristiche alule di tensione?
Si, va bene, occorrerà certo spendere più tempo per parlarne, ma sarà certo una piacevole sorpresa scoprire così nuove, insperate nicchie di clienti!
Magari dovremo spendere qualche minuto (o qualche ora) attaccati a un microscopio, per illustrare (e per conoscere) meglio la nostra merce, ma sull'altro piatto della bilancia potremo senz'altro mettere la soddisfazione e i frutti di un lavoro più professionale.
Ma, allora, trascureremo i diamanti puri, le pietre "col certificato"?
No, ovviamente, perché per queste ci sarà sempre una quota particolare di mercato, ma dipenderà da noi incrementare adeguatamente la vendita "delle altre".
Magari eliminando il termine "purezza", tanto per cominciare.
Oro & Diamanti offrirà sei anni di soggiorno nella Polinesia francese alla suocera di chiunque saprà imporre un termine alternativo, purché altrettanto efficace.
Dal bando sono esclusi i congiunti di zia De Beers che, encomiabile per l'ultimo spot promozionale, sul tema specifico è assai poco incisiva.
Poi, si potrebbe dimenticare il termine "puro" e sostituirlo con una dizione da non menzionare sui certificati: "collection", per esempio, così da aggiungere un nuovo, forbito termine da affiancare a shopping e week end del nostro dizionario;
su certificati, garanzie e perizie partiremmo così da VVS, dal quale la transizione verso i gradi successivi è molto meno traumatica?
Piccolo dubbio: ma quanto sopra, è tutto serio, tutto ironico, o così così?
Con la modestia che (non) ci contraddistingue, per una volta tanto lasceremmo la sentenza ai lettori.
Per l'esattezza, all'esame di coscienza che ognuno potrà, volendo, fare dei propri comportamenti passati e, soprattutto, in relazione ai programmi futuri.
Vogliamo continuare come faceva papà o, magari, il nonno?
O cercheremo di procurare le competenze necessarie, o le collaborazioni adeguate per parlare con cognizione di causa?
In ogni caso, ne vedremo delle belle, e potremo finalmente ammirarle senza i complessi che il catechismo ci ha lasciato in tema di purezza, con tante raccomandazioni sul come preservarla, sempre, e mai con un suggerimento sul come porvi rimedio!
Basta dunque con le discriminazioni: da ora in avanti, "purissima" con tre esse sarà giustificabile solo nel caso al celebrante mancassero i denti davanti!
Articolo pubblicato su Oro e Diamanti - Trezzano S/N(rivisto ed eventualmente aggiornato)