Diamanti

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Perché questi sigillano i diamanti e il GIA no?

Buonasera, ho acquistato presso XXX, esattamente anni fa, X diamanti da investimento con certificazione GIA e X con certificazione EGL.

L'unica cosa è che loro mi hanno detto, 2 anni fa, che il GIA non sigillava i diamanti e invece l'EGL, l'HRD e IGI di Anversa lo facevano.

Premetto che i diamanti GIA sono tutti laserati ma aperti, invece quelli EGL hanno ugualmente l'iscrizione laser sulla cintura ma sono sigillati.

Vorrei sapere come mai il GIA considerato un buon certificato non sigilla e invece l'EGL, a quello che mi dicono i gioiellieri, che non vale meno del GIA sigilla?

Voglio precisare che presi questi diamanti al XX% l'EGL e il XX% meno Rapaport i GIA.

Ad ogni modo non posso e non voglio parlar male dell'XXX, anzi... devo solo parlar bene, anche perchè li sto rivendendo a pari Rapaport a un amico che li ha fatti vedere e dicono che sono tutti autentici.

Ma vorrei sapere perchè queste diversità di certificazione.

Grazie Marco

 

 

Buona sera, Marco

 

ben lieto che lei sia soddisfatto dei suoi passati acquisti e possa persino ricavarne un utile dalla vendita attuale!

 

Non sono affatto stupito che dentro i sigilli dell'EGL i diamanti siano "autentici", e ci mancherebbe altro!

Avrei qualcosa da ridire circa l'equivalenza di valore fra quel certificato e quelli del GIA, ma il discorso sulla "diversità di certificazione" (che é cosa diversa da quanto espone lei) si farebbe lungo:

in parte tecnico, e in parte commerciale, ma con la quasi assoluta certezza che poi resteremmo entrambi con la nostra idea iniziale.

 

Uno dei punti a favore del GIA di ieri (a mio parere) era proprio che NON sigillava i diamanti che certificava, dando così la possibilità al compratore di un'appropriata verifica personale e di un eventuale paragone con altri esemplari...

"Mais c'est l'argent qui fait la guerre" e di fronte alle (remunerative) richieste del mercato anche il GIA si é ora allineato e quindi plastifica a tutto spiano.

 

Marcature laser e blister: un tripudio di felicità per i pigri, un mare di nuove occasioni per i truffatori e tanti sonni tranquilli per  gli innocenti:

cosa volere di più?  :-)

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Tre diamanti da montare su acciaio

Sto facendo fare degli schizzi per montare 3 diamanti color G puro extra, da un carato ciascuno, su un anello creato ad hoc con stile di design.

L'artigiano (tra l'altro bravo e conosciuto) tra le altre cose mi ha proposto una montatura in acciaio.

Mi ha fatto vedere altri anelli già montati con diamanti e devo dire che l'effetto è davvero bello e i costi contenuti.

Al di là del risparmio mi sembra una scelta orginale, però non vorrei pentirmene con il tempo.

Lei cosa ne pensa?

Che svantaggi/vantaggi ha l'acciaio rispetto all'oro e la sua luce valorizza o svalorizza le pietre?

Grazie

 

Buon pomeriggio, Sandy

 

sono sempre lieto di scoprire qualcuno con la personalità e il gusto necessari per realizzare qualcosa di personale...!

 

Quindi le dico subito che se l'anello che ne risulterà sarà come lei lo ha desiderato e immaginato, qualsiasi altra considerazione sarebbe del tutto superflua.

 

Io non ho mai fatto né fatto fare anelli con metalli diversi dall'oro o dal platino, quindi non mi ritengo qualificato per esprimere giudizi in merito a lavori in acciaio;

ma questo, se sufficientemente malleabile (ne esistono infinite leghe) non dovrebbe creare problemi meccanici, tanto più che il suo artigiano ne ha già una conoscenza diretta.

 

Quanto alla sua luce (il colore, ovviamente) non é che un dettaglio secondario, perché tre diamanti da un carato brilleranno (eccome!) per conto loro.

Chieda però all'amico maestro la certezza che il metallo non si alteri nel tempo, e la garanzia che per l'eventuale passivazione chimica o galvanica NON utilizzi né nickel, né cromo, che sono all'origine di fastidiose allergie.

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Se fra qualche anno volessi venderlo, quanto mi verrebbe valutata la pietra?

Salve, mi hanno proposto un diamante blisterato IGI da 1.31 carati G color, VS1, excellent, excellent, excellent a x.x00€. volevo sapere da voi se mi hanno fatto una buona offerta oppure no?

E vale la pena comprare un diamante blisterato, per farlo montare su un anello?

Se fra qualche anno volessi venderlo, quanto mi verrebbe valutata la pietra?

Grazie mille comunque per la disponibilità saluti

 

 

Buon giorno, Elena

 

il prezzo che le hanno proposto é ragionevole, e se l'IGI (di Anversa, vero?) ha valutato tanto bene i gradi di taglio e simmetria credo proprio che si tratti di un gran bel diamante.

 

Un diamante da montare assolutamente su una montatura all'altezza, ovviamente fatta a mano e magari su suo disegno.

 

Personalmente detesto i blister, che "spengono" almeno una parte della vivacità delle gemme e soprattutto non le lasciano osservare e confrontare adeguatamente....

ma ne riconosco almeno la praticità, a patto che il fornitore sia persona competente e referenziata.

 

Non sono però in grado di farle previsioni circa il valore futuro di quell'esemplare, e nemmeno di tutti i suoi parenti, perché le variabili in gioco nel campo dei preziosi sono tali da sfidare persino gli eredi di Nostradamus.

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Il taglio a baguette perda valore nel tempo?

Sig. Lenti sono cortesemente a chiederle consiglio in merito al taglio baguette dei diamanti.

Mi hanno proposto una eternelle con damanti taglio baguette e il mio dubbio in merito e' il seguente

e' vero che questo taglio ha il medesimo valore di quello a brillante?

E' possibile che, a differenze del piu' usato taglio brillante, il baguette perda valore nel tempo?

Ho persino letto che questo tipo di taglio si usa per le pietre piu' scadenti e che essendo il taglio piu' semplice sia quello che conferisce minor valore alla pietra.

Ringrazio sinceramente per la sua evntuale disponibilita'.

 

Buona sera, Patrizia

 

pubblico con priorità la sua richiesta perché non ho potuto risponderle direttamente:

l'e.mail m'é tornata indietro con la nota: "bad destination mailbox address".

 

E sono sempre un pochino a disagio quando si parla tout court di "valore" dei diamanti...

Per due motivi:

a - i miei interlocutori non specificano (quasi) mai cosa intendano con quel termine, e

b - secondo me, fino a quando qualcuno non mette mano al portafoglio le gemme non "valgono" nulla!  :-)

 

Fatta questa necessaria premessa filosofico-terroristica, la pregherei di eliminare subito le favole della "perdita di valore nel tempo" di un taglio piuttosto d un altro, o che siano tagliate  a baguette SOLO le pietre più "scadenti":

favole che non hanno nessun riscontro nella realtà.

 

Casomai il taglio "a baguette" avrebbe una minore diffusione ma solo statisticamente parlando, tant'é vero che nelle fedine "eternity" la fa sovente da padrone.

 

Ha un numero minore di faccette e, insieme al fatto che di solito si ricava con una buona resa finale (minore perdita ponderale) da grezzi di ridotto spessore, si spiega così un costo leggermente inferiore rispetto al taglio a brillante.

 

Se per valore lei intende invece il prezzo, allora le ricordo che quello dei diamanti considera quattro parametri:

massa, perfezione del taglio e relativa simmetria, colore e visibilità di eventuali presenze interne.

Ma se il valore fosse correlato alla domanda del mercato, allora le variabili sono molte di più, e si sconfinerebbe tranquillamente verso i gusti personali...

o nella fantaeconomia.

 

 

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Diamante con "ghiacciatura": montandolo potrebbe rompersi?

Buongiorno, di recente ho acquistato un diamante di 1 carato su ebay ad un prezzo davvero conveniente.

Consapevole che fosse non puro ero soddisfatto perchè faceva un bella impressione a occhio nudo.

La pietra naturalmente era corredata di certificato.

Il problema è che l'ho portato da un mio amico gioielliere per farlo montare su un anello e mi ha detto che ha paura di romperlo in quanto guardandolo sotto la lente 10X si è accorto di un'inclusione, probabile ghiacciatura, a forma di piuma al livello della cintura.

Debbo dire che questa valutazione non è sicura in quanto lui stesso si è detto dubbioso al riguardo e non è gemmologo.

Ora come posso farlo montare evitando di romperlo?

Ci sono alcuni accorgimenti che potrei riferire al gioielliere?

Grazie

 

Salve, Emiliano

 

bene ha fatto il suo gioielliere nell'invitarla alla prudenza, perché un trattamento "rude" potrebbe far "ripartire! quella frattura che la preoccupa.

 

Non é però il gemmologo bensì un bravo incassatore che, oltre a tranquillizzarla, le potrebbe dare un giudizio tecnicamente attendibile circa i rischi dei vari tipi di montatura.

 

Trattandosi di un diamante da un carato, anche nel caso di una diagnosi sfavorevole (integrità a rischio...) lei potrebbe sempre optare per un montaggio "con i baffi":

una sede conica a tutto tondo, dalle cui superfici interne sono scavate ed estroflesse delle "virgole" (dette appunto baffi) che trattengono la gemma all'altezza della cintura.

 

E il bordo del castone fornirà quindi una buona protezione contro malaugurati urti accidentali.

 

In ogni caso lei ricorderà che il suo diamante é più sensibile, o se preferisce più delicato, di un individuo senza fratture e quindi lo tratterà con la dovuta attenzione.

 

In particolare, eviti assolutamente di esporlo a violenti sbalzi termici:

lo lavi pure con acqua saponata e calda quando necessario, ma lo lasci raffreddare lentamente prima del risciacquo finale in alcol bianco, benzina avio o acetone.

 

Buona cosa legarsi l'anello al dito con un elastico, o almeno lavorare sopra un tappetino di gomma, perché le piastrelle della cucina hanno assassinato almeno altrettanti diamanti quanto i pavimenti e i rubinetti... :-(

 

Non ho una casistica significativa in merito, ma nel caso specifico sconsiglierei al suo gioielliere i lavaggi con gli ultrasuoni e/o con i getti di vapore surriascaldato.

 

 

 

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Che sia un'occasione da non perdere nell'acquistarla oppure meglio lasciar perdere?

Buona domenica, Gianfranco

devo chiederle una cosa in riferimento al messaggio che le ho inviato domenica scorsa.

( L'anello eternity (ct 1,23 a Euro xxx) che vendevano per televendita con allegato il certificato della CISGEM).

Non posso essere piu' precisa nel dirle il colore dei diamanti e la purezza in quanto non l'hanno detto.

Che sia un occasione da non perdere nell'acquistarla oppure meglio lasciar perdere?

Grazie per la sua risposta.

Cordialmente la saluto.

Cristina

 

Buona sera, Cristina

 

per poco oro, ridotta manifattura (preparazione, finitura, incassatura, pulitura e rodiatura) che calcolino, credo proprio che le diano ben poco, come diamanti.

 

E mi delude, sempre che non sia la risposta alla precisa richiesta del committente, che il CISGEM si sia limitato a identificare le pietre per diamanti senza aggiungere altro circa il loro livello qualitativo.

 

A mio avviso é meglio lasciar perdere, e senza rimpianti.

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Sostituire un diamante con uno più grande, sulla stessa montatura

Gentilissimo,

le scrivo per togliermi un grande dubbio.

Ho fatto realizzare in passato un anello modello C... (non C...) con montatura che può vedere dal link che le ho riportato.

La pietra centrale è di 0,54 ct., D, IF, triplo excellent, no fluorescenza: ora vorrei sapere se quella montatura in platino creata per lo 0,54 sarebbe utilizzabile per uno 0,75 ct con le stesse caratteristiche oppure è necessario rifare l'intera montatura. io ho cercato le dimensioni dei due diamanti e la differenza in diametro è di circa mezzo millimetro, per me poco, ma forse la montatura non permette modifiche.

Grazie

Alessandro

 

http://www...http://www...

 

Buona sera, Alessandro

 

le punte del modello illustrato sono molto corte, tuttavia montare un diamante da 0,75 al posto di uno da 0,54 non dovrebbe creare difficoltà, né comportare successivi rischi di perdita.

 

La differenza di diametro é davvero minima. salvo il caso la pietra più grande sia stata tagliata fuori standard, molto bassa e pertanto molto larga.

 

Immagino che l'anello sia stato fatto a mano e in tal caso proceda pure, ma é sempre l'orafo che le darebbe l'OK.

 

 

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Un diamante "fondo di magazzino!"

Egregio Sig. Lenti,

le scrivo per porle un semplice quesito in quanto, leggendo i suoi interventi sul sito web gemmologia.net, ho notato la sua disponibilità e la sua competenza.

In occasione della recente nascita di mio figlio, infatti, un mio buon conoscente mi ha proposto l'acquisto di un diamante naturale (naturalmente dovrei farlo poi montare) della Damiani come regalo per la mia compagna.

Dice che me lo venderebbe a prezzo di costo (circa ... euro) e mi ha fatto vedere la pietra in questione.

Si presenta come un astuccio in pelle rosso bordeaux, al cui interno si trova una confezione in plastica trasparente sigillata che contiene la pietra e il certificato di analisi della Damiani.

Ho provato a telefonare a un rivenditore Damiani per avere informazioni, ma quest'ultimo mi ha riferito che la suddetta ditta non vende più pietre non montate da quasi dieci anni e che l'oggetto in questione potrebbe essere una rimanenza di magazzino, dal momento che oltretutto la sigla del colore sul certificato non è più utilizzata (il certificato riporta le seguenti informazioni):

pietra:

Diamante Naturale,

carati: 0,30,

colore: Crystal (K),

purezza a 10x: Puro (IF)).

Chiaramente, trattandosi di una pietra preziosa e non di un bene deperibile, l'essere una rimanenza di magazzino non è di fondamentale importanza.

Quello che invece mi preme sapere è la stima indicativa del valore di mercato della pietra, dal momento che non vorrei prendere "fregature in merito":

infatti, cercando su internet, non sono riuscito a trovare molte informazioni sulla valutazione, complice probabilmente anche la sigla ormai in disuso che definisce il colore...

Le sarei grato se potesse darmi qualche informazione sul diamante che mi è stato proposto e soprattutto su quale potrebbe essere un prezzo d'acquisto onesto, naturalmente con il beneficio del dubbio, in base alle informazioni che le ho dato.

La ringrazio fin d'ora per l'attenzione che potrà e/o vorrà accordarmi e le auguro un buon fine settimana.

Roberto

 

Buon pomeriggio, Roberto

 

congratulazioni e auguri per il bebé, a lei e alla sua compagna!

 

Le dico subito che il prezzo offertole é certamente interessante, tantopiù che la Damiani é una ditta seria e non mette certo in circolazione materiale di "seconda scelta".

 

Direi anch'io che si tratti di una pietra commercializzata anni addietro, perché se non si tratta di una sua dimenticanza, nelle caratteristiche che lei mi elenca mancano le voci "fluorescenza" e grado di "taglio" che oggi compaiono (dovrebbero comparire...) in tutti i certificati.

 

Il grado "crystal" era usato in passato e fu poi sostituito col più moderno e pratico "K", e mi sembra strano che lei non abbia trovato informazioni in merito.

 

In ogni caso se il diamante le piace, grazie alla vivacità dei riflessi e allo scintillio del magico "fuoco" potrebbe, volendo, farlo certificare nuovamente:

ma ne varrebbe la pena?

Quella pietra al dito della sua compagna rappresenterebbe un bel "grazie" lungo un'eternità, penso, e il certificato d'analisi solo un decorativo pezzo di carta in fondo a un cassetto.  :-)

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Vorrei riprendermi la mia professione...

Salve, come anticipato in oggetto la mia professione è quella del "Gioielliere", anche se non opero da moltissimo tempo in questo settore, confesso che negli ultimi anni per esigenze di mercato ho decisamente trascurato le competenze tecniche necessarie per avere le risposte adeguate al fine di fornire ad i miei clienti prodotti di qualità.

Nello specifico faccio riferimento alle pietre di colore, limitatamente a rubini, smeraldi e zaffiri, mentre sui diamanti le mie competenze sono "credo" adeguate alle necessità di conoscenza degli stessi finalizzate alla vendita.

Venendo al punto quest'oggi mi sono trovato di fronte a un cliente che mi ha chiesto il colore e la provenienza di un rubino da me proposto, io dalla mia poca esperienza in materia mi sono limitato a fornire delle indicazioni sul colore, sulla sua omegeneità e sulla trasparenza definendolo (erroneamente come ho potuto apprendere dal vs.sito) "sangue di piccione", ma alla domanda riguardante la provenienza mi sono riservato di fornire delle informazioni più precise richiamandolo dopo aver consultato il mio fornitore.

Cosi mi sono fatto inviare un certificato che vi chiedo cortesemente di decifrare:

cut (taglio) brillant/spep (4)

color vivid red (GRS TYPE "pigeon's blood)

comment H (A)

ORIGINE BURMA (MYANMAR)

domanda: allora "sangue di piccione" e un termine non abolito dall'UNI?

E ancora, in relazione agli elementi forniti che tipo di pietra sto proponendo al mio cliente?

Grazie per aver messo la vostra professionalità e disponibilità al servizio di persone come me che hanno voglia di tornare a fare il proprio lavoro con professionalità e competenza.

 

 

Buona sera, Alessandro

 

innanzitutto le faccio i miei complimenti per la serietà dell'approccio riguardante il suo rientro a pieno titolo nella categoria degli specialisti.

 

Le anticipo subito che le Norme UNI in materia NON sono legge:

sono "raccomandazioni" di riferimento, alle quali lei potrebbe anche non voler aderire.

 

Premesso questo, le stesse Norme raccomandano l'eliminazione di attribuzioni di fantasia, come appunto "sangue di piccione" o topazio,  spinello e giada "imperiale", perché termini esclusivamente "commerciali".

 

Idem dicasi per le attribuzioni d'origine, quindi niente rubini "birmani", zaffiri "Sri Lanka" e simili, anche se devo dire che fanno eccezione (data la vera e propria unicità) le tormaline Paraiba, per esempio.

 

Ciò non toglie che per abitudine, E FRA COLLEGHI, si continui a usare certi vecchi termini per comodità di descrizione...

 

Corretta la sua scelta d'illustrare chiaramente colore, saturazione, trasparenza e taglio del rubino esitato, (e la sua naturalità, immagino) dato che una bella gemma é e rimane tale qualunque sia la sua provenienza.

Tantopiù che anche le più celebrate zone d'origine producono una quantità di materiale molto meno pregiato di quello che ha dato loro anche la più meritata fama!

 

Non posso invece aiutarla nella decifrazione del certificato (che la pregherei di mandarmi con passaggio allo scanner) del quale ho capito solo:

taglio "a brillante"

colore rosso vivo, (tipo "sangue di piccione"(

origine: Birmania (Myanmar)

 

Lei non indica la data del certificato, ma le faccio notare che OGGI sui certificati sarebbe chiaramente precisato:

"Corindone naturale, varietà rubino"...

 

In ultimo, anche le sue conoscenze relative ai diamanti e alle tre grandi potrebbero aver bisogno di un aggiornamento, perché:

 

- le Norme sul diamante risalgono a un lavoro iniziato nel 1978 e sono state ratificate dal Presidente UNI il 9 gennaio 1991:

finalmente delimitano con ottima approssimazione e sufficiente chiarezza i parametri di valutazione (le famose "4C" De Beers), e trascuro volutamente quelle porcherie (a mio avviso) dei diamanti CE, cioé "a purezza aumentata" (clarity enhanced");

 

- per zaffiri, rubini e smeraldi si sono moltiplicati i metodi di "maquillage" fino a sconfinare in una vera e propria adulterazione, che SE NON DICHIARATA e chiaramente compresa dall'acquirente SAREBBE PERSEGUIBILE COME TRUFFA.

 

Sono a sua disposizione per un ulteriore scambio d'informazioni, ben lieto che la categoria veda il rientro di chi si pone seriamente il problema dell'aggiornamento e della correttezza a favore dei clienti.



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Puro extra leggerissime inclusioni

Buongiorno. Tra qualche giorno sarà il mio compleanno e mia mamma vuole regalarmi due diamanti da montare comprati tantissimi anni fa (1973)

I diamanti sono correlati di valutazione dell'epoca fatta da un gemmologo.

Sono uno taglio baguette, l'altro brillante, entrambi colore G.

Su entrambi i cartellini c'è scritto puro extra

Su quello a baguette abbiamo inoltre la citazione segni di finizione.

Sull'altro c'è scritto puro extra buono.

Avrei per cortesia due domande:

1) cosa significa "segni di finizione"?

2) "puro extra buono" è la stessa cosa di dire "puro extra leggerissime inclusioni" o  è un gradino sopra/sotto?

Grazie

 

Buon giorno, Milly

 

mi spiace di non poter brindare di persona per il suo compleanno, ma le faccio ugualmente tanti auguri.

 

Carinissime le descrizioni "tecniche" dei due diamanti, una vera "chicca di costume" per gli appassionati del settore!

 

Prima del 1978, data alla quale risalgono le prime "Norme" per la graduazione del diamante, ogni operatore cercava di descrivere in modo appropriato il risultato delle osservazioni e dei rilevamenti sulle gemme analizzate:

ma non essendo univoci né la terminologia né i criteri di attribuzione fu tutto un fiorire di descrizioni che spaziavano dal criptico al poetico, con rare escursioni nel tecnico puro e semplice.  :-)

 

Non avendo i soggetti da esaminare posso solo fare delle ipotesi, quindi:

 

la "finizione" dovrebbe riguardare il grado di "politura" del soggetto, ma non solo;

la lucidatura delle faccette, innanzitutto, che potrebbe evidenziare minutissime tracce della mola  sotto forma di strie,

e magari della cintura, ma non escludo che consideri anche la regolarità geometrica del taglio.

 

"Puro extra leggerissime inclusioni" e "puro extra buono" non sono, oggi, equiparabili a nessun grado della scala di "clarity" in uso, quindi le suggerirei una nuova analisi gemmologica per valutare tutti i parametri qualitativi.

 

Per entrambi i diamanti, e sempre che siano almeno di 0,50 ct ciascuno.