grazie mille anche per queste informazioni! alcune cose è meglio saperle sia per acquistare in modo più consapevole ma anche per conoscere meglio la pietra che si sceglie di portare....
(le apprezzo per quello che sono proprio perchè "naturali", e non sceglierei mai, invece, una pietra "colorata" artificialmete, tipo il martoriato quarzo colorato che viene imbrattato brutalmente dei colori più impensabili....
e che i venditori chiamano "radice di rubino" radice di smeraldo" "radice di zaffiro"
...come se coprirle di colori falsi dia valore... )
A proposito di colore, più in la le farò una domanda sulla giada, per ora non voglio abusare della sua disonibilità!
grazie, :-)
Buon pomeriggio, Roberta, e buona... pasquetta :-)
Lei non abusa della mia disponibilità, quindi mi rivolga pure la sua domanda sulla giada quando crederà meglio...
e naturalmente spero d'essere in grado di darle una risposta esauriente.
Guardi però che gli orrendi trenini di "radice" a cui si riferisce lei riguardano proprio i corindoni (rubini e zaffiri di bassa qualità) e i berilli (smeraldi, idem), ma NON i quarzi che sono una famiglia diversa.
salve gianfranco, mi rivolgo ancora a lei perchè vedo che è molto preparato!
è da un bel pò che penso a una collana di malachite...ma vorrei sapere se col tempo il suo colore si "ossida" oppure altera come succede al turchese o al corallo ecc...
inoltre lessi su internet che la malachite non burattata è tossica..è vero?
grazie e buona pasqua , roberta.
Salve, Roberta
si, il colore della malachite tende a cambiare col tempo a causa dell'alterazione chimica del materiale.
Si tratta di un minerale abbastanza poroso, che deve il suo splkendido colore a sali di rame che, in quanto tali, sono appunto velenosi.
Ma il pericolo riguarda soprattutto gli addetti alle lavorazioni, che ne respirino in continuazione le polveri.
Per sua informazione, "burattare" é un metodo di lavorazione che consente di lucidare la superficie di pezzi metallici o di minerali semplicemente facendoli rotolare in un recipiente (il "buratto") in presenza di un abrasivo adatto e, se necessario, anche di acqua.
Il processo non aggiunge e non toglie quindi nulla all'eventuale tossicità dei prodotti trattati.
Praticamente nullo il pericolo per chi ne indossa le deliziose sfere verti, tanto più che tali collane non s'indossano sempre a contatto con la pelle e, soprattutto, non per 24 ore al giorno.
Come per il corallo, il lapislazuli e il turchese che lei cita, anche la malachite dovrebbe essere trattata con quel minimo di cura che ne conserverà a lungo la bellezza:
niente urti né strofinio con materiali più duri, e di tanto in tanto una delicata pulizia da sudore, creme e profumi sempre deleteri.
E una controllatina al filo di montaggio, con relativa sostituzione magari una volta all'anno come per le perle, a scanso di antipatiche sorprese... :-)
salve, mi è capitato di acquistare, presso dei rivenditori indiani, dell'ametista scura (al buio sembra nera) e, successivamente, dell ametista chiara.
Mi chiedevo se la qualità chiara fosse migliore??
E' possibile che quella scura sia stata "riscaldata"?
E, in tal caso, come vengono riscaldate?
Cosa mi dite invece riguardo la "pasta di turchese"?
La fanno davvero con il turchese... o è soltanto una trovata per vendere?
grazie, Roberta
Salve, Roberta
visto che il colore non esiste perché é solo una conseguenza della luce, al buio non soltanto le sue ametiste ma qualsiasi soggetto non solo SEMBREREBBE, ma SAREBBE nero. :-)
Quanto alla "qualità migliore" del quarzo ametista beh, direi che il giudizio dipenda innanzitutto dai suoi gusti e poi anche dal mercato.
Commercialmente spuntano quotazioni anche elevate gli esemplari di un bel viola, profondo e vellutato, ma nel suo caso direi che il primo dettaglio da osservare sia la qualità del taglio.
Taglio che se effettuato tenendo conto INNANZITUTTO delle leggi dell'ottica potrebbe valorizzare non poco anche i cristalli con un colore più "debole"...
Dando loro quella vivacità di riflessi che ne sottolinei le delicate sfumature cromatiche.
Il colore nei cristalli può essere alterato, o anche indotto, con metodi diversi, scelti non solo in funzione dell'efficacia estetica dei risultati, ma anche del pregio del materiale da trattare perché alcuni trattamenti richiedono attrezzature imponenti.
Nel suo caso, invece del bombardamento, dell'infiltrazione o della termodiffusione si userebbe quasi esclusivamente quel riscaldamento che lei ipotizza.
Tanto in moderni forni a muffola, con controllo elettronico dei tempi e delle temperature di processo, quanto su semplici fornelli a carbonella, ove i cristalli vengono trattati "a sentimento" previa ricopertura con una malta protettiva.
Per sua informazione io avevo provato più volte col forno (e la pasta) di un panettiere, ottenendo risultati decisamente discontinui.
Infine, la "pasta di turchese" é un'imitazione (molto povera, per la precisione) che può essere fatta anche con gli sfridi di lavorazione del turchese, benché questo a me sembri più un alibi che non un pregio.
Il prodotto così ottenuto necessita infatti sia di coloranti che di leganti, e tanto varrebbe quindi farlo cuocendo o plastificando ceramiche varie.
oppure con dei marmi o delle quarziti adeguatamente colorati e poi lucidati alla perfezione.
La ringrazio per avermi risposto, e scritto una bella lettera, le chiedo scusa se non le ho risposto subito, ma il lavoro mi ha preso molto in questi giorni, e se non bastasse grazie a un virus nascosto nel sistema operativo del mio computer, ho rischiato di perdere 150 gigabite di dati, praticamente spariti dal computer, ma nascosti dal bestiolino.
A proposito un'altra mia passione è la fotografia e Photoshop..., però le foto che le ho inviato non sono taroccate.
Appena posso le invierò delle foto varie...
che ne dice di una piccola medusa dentro a un rubino?
a presto
antenore (volutamente scritto in corsivo)
Salve, volutamente corsivo antenore
lietissimo della foto, visto che condividiamo la stessa passione!
Non so chi produce e propaga i virus, i worm e le altre schifezze che impestano i computers, ma prego...
La ringrazio per avermi risposto, le chiedo scusa ma penso di avere fatto un po' di confusione, le avevo scritto in domande e risposte, e inviato le foto alla sua mail.
Premetto le chiedo scusa per questo, perché sono un novellino e non conoscevo le sue usanze.
Sono arrivato a lei per caso, facendo ricerche in internet per cercare qualcosa che somigli alla pietra rossa, ho trovato un articolo/racconto di viaggio, dal titolo "Brasile, Eldorado di gemme" mi è piaciuto molto, divertente (quebra molas) istruttivo e scritto in modo molto piacevole (lo ha scritto lei?) da lì sono arrivato al suo sito, e leggendo "domande e risposte" ho posto il mio quesito.
Dopo avere letto tutte le lettere sulle pietre di colore che lei ha ricevuto e risposto, e mi sono divertito moltissimo, quando bacchetta chi ha comperato in modo ingenuo e quando loda chi invece è veramente appassionato e competente, mi sono reso conto che le domande vanno fatte in modo che lei non si arrabbi in modo da non prendere bacchettate.
Da alcuni mesi mi è venuta una vera e propria malattia per le pietre di colore, ed è nata per caso, ho un anello di mio padre con montato un rubino, che dopo averlo fatto analizzare da una gemmologa si è rivelato un sintetico Verneuil.
Mentre lo guardava al microscopio e mi descriveva quello che vedeva al suo interno, mi sono incuriosito, e una volta a casa con un vecchio microscopio ho scoperto che le pietre dentro sono meravigliose, si entra in un mondo su vari livelli e si vedono le cose più strane, sono una diversa dall'altra e hanno una vera e propria identità.
Ho aquistato un paio di rubini piccoli per fare un pò di esperienza (XXX euro cadauno)
In un anellino con smeraldi regalato da un cliente colombiano a mia nipote ho visto una inclusione a forma di drago.
Vorrei tanto fare un corso sulle pietre di colore, ma ho un grosso problema, ho vinto la lotteria dei miopi over 50, ho il D.P.V. (distacco posteriore del vitreo in entrambi gli occhi) e vedo male specialmente al microscopio, mi stanco subito quindi questo amore lo devo vivere con un pò di distacco, da appassionato, senza approfondire troppo la mia cultura.
Dopo questa lunga premessa torno alla famosa pietra che le avevo descritto, è poco più di un carato il colore va dal rosa lampone al rosso a seconda della illuminazione.
Quando illuminata dal cree led, sembra che si carichi di energia e assume un colore rosa carico con tante punte di luce, quasi volesse esplodere come un piccolo pianeta.
Illuminata con led a luce calda il colore è un rosso chiaro e vengono messe in evidenza tanti piccoli punti luminosi come brillantini (sono ignorante vero? Chiamare brillantini le inclusioni.
Vista al microscopio (modificato da me, ho assemblato decine di led per trovare le luci migliorI) a cento ingrandimenti si notano scie di colore e tante piccole inclusioni.
Mi permetto di inviarle un altro paio di foto, volutamente alleggerite.
Se lei ritiene che ne vale la pena, la farò analizzare, purtroppo qui vicino a Modena non so se ci sono gemmologi, quando ho fatto analizzare il rubino andai a 100 km di distanza, dietro consiglio di un amico.
Le chiedo di nuovo scusa per la lunghezza della lettera, di solito sono sintetico, la ringrazio tanto per una sua eventuale risposta.
antenore
P.s.
Le chiedo di nuovo scusa sig. Lenzi dalla smania che mi era venuta vedendo che mi aveva risposto non avevo capito a modo quello che mi aveva scritto.
Se lei è interessato alle foto ne mando altre.
Per quello che riguarda il cree led è montato in una torcia acquistabile nei negozi di elettronica.
Attenzione chiedere espressamente del cree led.
ATTENZIONE il cree led è estremamente potente, la luce che emette è bianca e intensa come quella delle lampade xenon (flesh ) può essere pericoloso puntarlo verso gli occhi!!!
Non vorrei averla annoiata con cose che sa già.
Grazie
Antenore
Salve, Antenore
lei non mi annoia, non mi fa arrabbiare e non ha nulla di cui farsi perdonare perché se lei é un novellino io sono una vittima del computer:
quindi siamo pari. :-)
E le rispondo volentieri, nella speranza di conservarmi la sua benevolente attenzione:
almeno, quel tanto che basta anche per chiamarmi Lenti, cognome a cui sono affezionato, e non Lenzi... :-)
Si, gli articoli li ho scritti tutti io, e mi fa piacere che le siano piaciuti perché oltre all'intenzione avrei materia per scriverne altri, sia tecnici sia di viaggio.
Ma gli impegni (e le e.mail) si accumulano e devo dar loro la precedenza.
Visto che lei dispone di un microscopio, "pennellando" adeguatamente un raggio di luce per direzioni diverse dovrebbe riuscire a individuare (a basso ingrandimento!) i tipici "solchi di grammofono", ovvero le strie curve che caratterizzano i sintetici prodotti con lo storico metodo Verneuil.
E se il cristallo fosse abbastanza "anziano", potrebbe - le auguro - scoprirvi dentro le "bolle a siluro" dei primissimi esemplari posti in commercio, ovvero una vera chicca per gli appassionati.
E per i neoammalati di gemmofilia. :-)
Ma l'inclusione "a drago" in uno smeraldo mi manca proprio, tanto dalle mie esperienze quanto dalla mia fantasia, e spero quindi lei riesca presto a fotografarla come si deve, per mandarla poi a me, ovvero a un altro ammalato cronico della sua stessa patologia così ricca di colorate varianti.
Dentro i cristalli di origine idrotermica, e negli smeraldi in particolare che sono affettuosamente chiamati "gli spazzini della natura", si trova di tutto perché le acque caldissime e i vapori che ne sono all'origine hanno davvero raccolto e incorporato un inverosimile caleidoscopio di presenze.
Cristalli di pirite, laminette di mica, o magari altri cristalli di berillo... e via osservando.
Per la gioia di appassionati, di studiosi e di gemmofotografi:
tutti quanti senza lo stupido e ingiustificato complesso della "purezza" a tutti i costi.
Quel complesso che ha fatto (e purtroppo fa ancora...) eliminare dalle gemme molte di quelle caratteristiche interne tanto belle, interessanti e uniche da giustificare intere collezioni di libri illustrati!
Grazie per le informazioni sui led, che leggo sempre con interesse e con i quali ho una lunga storia fin da quando importavo (svenandomi economicamente) quelli della Luxeon dalla californiana Silicon Valley, ove furono inventati.
Però, indipendentemente dalla potenza, parlando della luce che emettono lei dovrebbe precisarne la "temperatura di colore", che di solito é compresa fra 3.000 e 6.500K (gradi Kelvin).
Perché i colori delle gemme dipendono proprio dalla composizione spettrale della luce che le illumina.
Adesso scendo dalla cattedra (che mi da le vertigini :-) e mi concedo una pausa caffé.
Intanto lei, tempo permettendo:
1 - mi mandi pure tutte le foto interessanti che riesce a fare,
e magari io riuscirò anche a imparare come pubblicarle;
2 - trovi due o tre obiettivi meno spinti del 100X del suo microscopio,
e inizi le osservazioni con quelli;
3 - mi mandi, per favore, marca e caratteristiche (e foto, se può) dello strumento;
4 - per un competente consulto contatti l'amico che le segnalo,
anche lui gemmocontagiato e vedrà che risparmierà molti chilometri
e anche svariati soldini, visto che per passione taglia imperterrito
un'interessante varietà di pietre.
Ammetto infine la mia ignoranza circa la patologia oculare che la affligge, ma credo di poterla tranquillizzare a proposito della fatica operativa al microscopio:
i miei apparecchi sono modelli stereozoom, binoculari e del tipo più moderno...
ma soprattutto si usano con una continua alternanza fra teoria e applicazioni (ricerca e osservazione) pratiche proprio per ridurre al minimo la fatica visiva ai partecipanti del corso.
Partecipanti che, operando in postazioni individuali e indipendenti, possono tranquillamente adottare i ritmi di lavoro più consoni.
Sono a sua disposizione per altri dettagli, e ora sono io che spero di non aver annoiato lei. :-)