Diamanti

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 1995

E’davvero triste rilevare che ovunque ci sia qualcuno pronto a fregarti...


Salve
Mi piacerebbe avere un suo parere

- gennaio 2011: compro anello di fidanzamento da gioielliere amico di famiglia da tanti anni al Sud (marito di una cugina di mia madre, insomma quasi un parente).

Anello solitario prodotto da nota marca milanese, con certificazione di modello, marca, oltre e carati della pietra (1)

- dopo circa un annetto, mia moglie nota che la pietra ha un leggero gioco nella montatura.

Di passaggio al Sud, chiediamo al gioielliere di dare un occhio.

Probabilmente - ci dice - hai preso un colpo ammaccando un gancetto.

Ce lo sistema sul momento oltre a lucidarlo.

Dopo circa sei mesi il problema si ripete ma questa volta lo portiamo da un gioielliere di Milano.

Lo ritiriamo dopo una settimana.

Il gioielliere dice che mentre piegava il gancetto, la montatura si è aperta, ha quindi dovuto chiedere a un suo collega montatore di risistemarlo.

Pago 50 euro l'intervento e mi dice che forse dovrei cambiare la montatura perche troppo sottile rispetto al taglio e alla dimensione della pietra.

Lascio perdere, ma poiché il diamante torna a muoversi, di passaggio al Sud il mio gioielliere propone di mandarlo in assistenza in casa madre per fargli visionare la montatuta.

Ora arriva il "bello":

il mio gioielliere del Sud mi chiama e mi dice che il produttore mi dice che l'esame al microscopio dice che la pietra è in realtà una moissanite e non un diamante.

Le mie domande:
-  possibile che un diamante non sia riesca a distinguere da una moissanite con una lente 10x?
-  qualcuno mi ha fregato…

Forse il montatore di Milano, forse il gioielliere del Sud, forse la stessa casa madre di Milano.

Non ho prove concrete nei confronti di nessuno, come posso pero agire per vie legali?

Possibile che debba solo subire questa frode senza nessuna possibilità di difesa?

-  è possibile che una nota casa produttrice "sbagli" nel mettere la pietra?

E poi sia lei stessa a far notare che non è un diamante?

Non so davvero che dire, è davvero triste rilevare che ovunque ci sia qualcuno pronto a fregarti...

Scusi lo sfogo

 

Buona sera, Samuele

 

capisco la sua frustrazione e la conseguente voglia di uno sfogo, ma io credo d’avere ben poco da dirle, pur con la premessa che si tratta solo di semplici considerazioni e/o di congetture…

 

E "che ovunque ci sia qualcuno pronto a fregarti…” é una sua amara conclusione in capo al nostro settore che non posso e non voglio condividere:

 

tanto per convinzione quanto per esperienza, anche se ammetto che la soglia morale fra operatori corretti e individui da evitare su sia abbassata non poco.

 

Innanzitutto una ditta che fornisca una moissianite al posto di un diamante dimostrerebbe molta fantasia nella scelta del proprio suicidio… commerciale, insieme a un discreto impegno “tecnico” nella ricerca di tale materiale.

 

Infatti si tratta di un prodotto sintetico ben poco diffuso perché, almeno agli inizi, non era affatto attraente ed era (allora come adesso) di scarsa appetibilità.

 

Al suo apparire ebbe un periodo di notorietà perché in grado di “ingannare” i primi sensori di contatto deputati all’identificazione del diamante montato, ma il problema fu presto risolto con strumenti appositamente dedicati.

 

Con moissianiti sciolte invece il problema non si poneva nemmeno perché la differenze col diamante erano e rimangono identificabili con poca fatica e senza esitazioni.

 

Salvo il caso di abbondanti libagioni o travolgenti estasi erotiche dell’operatore…  :-)

 

Sono incerto nella valutazione di una montatura che sarebbe stata “troppo leggera”, ma solo perché a me non é mai capitato di vederne una tanto sottile da “aprirsi”, anche se ammetto la possibilità che un urto possa allentare la tenuta di uno dei griff.

 

Cos’altro aggiungere se non sconsigliarle assolutamente qualsiasi ipotesi di azioni legali, visto che lei stesso riconosce di non aver nulla a sostegno di qualsiasi affermazione.

 

Purtroppo lei sarebbe una vittima, l’ennesima (forse) dell’abitudine (o della necessità) che nel nostro settore é la prassi consueta:

ci si basa sulla fiducia più ampia, tanto più che adottare precauzioni efficaci sarebbe forse impossibile, ma quasi certamente molto, molto laborioso. 

 

Spero per lei che il suo diamante non fosse troppo grande né, almeno, troppo raro... 

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 2573

Una possibile truffa. Dal Rigoletto di G. Verdi: "Gioiellieri, vil razza dannata..." :-)

Buongiorno,

il mio ragazzo mi ha regalato un anello con solitario, colore F, ct 0,35, VS 2.

Già dopo qualche giorno dall'acquisto ho notato che sulla pietra c'erano delle imperfezioni, ma ingenuamente le ho attribuite alla possibilità che il diamante si fosse sporcato.

Ieri ho portato l'anello a pulire in una gioielleria e abbiamo così verificato che quelle imperfezioni non erano, in realtà, effetto dello sporco.

L'orefice che ha pulito il gioiello ci ha detto che il diamante è un SI 1 o più probabilmente SI 2, a una prima sommaria occhiata.

Il mio ragazzo dispone solamente di una garanzia scritta a mano dalla gioielleria dove è stato effettuato l'acquisto dove c'è scritto chiaramente che il diamante è VS 2.

Non ha però certificati internazionali o perizie gemmologiche.

C'è qualcosa che possiamo fare?

Buona sera, Annamaria

 

certo che può fare qualcosa…

 

Anzi, direi che possa e innanzitutto debba fare parecchio!

 

Intanto, eliminare quell’orrendo "a una prima sommaria occhiata” …

ovvero una premessa che farebbe crollare qualsiasi impalcatura accusatoria!

 

Già, perché lei sarebbe certo a disagio se qualcuno si permettesse di dire che lei "a una prima sommaria occhiata” appare una donna disonesta:

dico bene?  :-)

 

Quanto al grado di “clarity” del suo diamante le ricordo che questo é solo un livello, ovvero un “voto” relativo non solo alla presenza, ma anche al numero e alla visibilità di eventuali caratteristiche (le “imperfezioni” non esistono) nel diamante in esame.

 

E proprio come “voto” riflette le varie considerazioni di chi lo esprime senza per questo giustificare a priori ipotesi di esecuzioni sommarie nemmeno nel caso di fondati sospetti.  :-)

 

Infatti consideri che la differenza fra un VS e un SI, soprattutto in un diamante da 0,35 ct é davvero al limite della percettibilità… analitica, e non di rado intervengono altre considerazioni che fanno poi pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.

 

Per la precisione sarebbe davvero raro il caso in cui le altre caratteristiche del diamante (colore, simmetria e proporzioni di taglio, finitura, ecc.) siano perfettamente ed esattamente incasellabili in una delle consuete e dannate sigle, per cui il derelitto analista (gioielliere, gemmologo o perito che sia) DEVE necessariamente ricorrere alle approssimazioni.

 

Approssimazioni accurate, ovviamente, cercando di mantenere nel riassunto delle attribuzioni finali un equilibrio tale da consentire una COMPLESSIVA valutazione realistica della gemma.

 

Quanto sopra come predica “urbi et orbi”, ma se davvero lei fosse convinta d’aver ricevuto “meno” di quanto pagato dal suo ragazzo, allora potrebbe:

 

1  -  far periziare l’anello COSI’ COME SI TROVA da un tecnico competente e affidabile,

 

2  -  avuta conferma dei suoi sospetti (e sia chiaro che alla luce di quanto sopra 

       (io ne dubito fortemente) ritornare dal gioielliere che le ha venduto l’anello  

       e farglielo sigillare, magari davanti a testimoni,

       precisando che desidera far eseguire una perizia indipendente.

 

3  -  far smontare il diamante in presenza del gioielliere e di un testimone, affidando 

       poi la pietra a uno di quei laboratori internazionali che le sembrerebbero (?) 

       tanto affidabili,

 

4  -  chiedere poi a un competente del ramo un dettagliato commento del “report” 

       ottenuto dal laboratorio per, quando possibile, escludere le ipotesi che le ho elencato… 

     

Ci pensi, e intanto potrebbe anche chiedersi:

 

a  -  quanto tempo mi costerebbe levarmi questa curiosità?

 

b  -  quanto mi costerebbero le diverse consulenze?

 

c  -  e anche se avessi ragione dal primo consulente, chi mi assicura che una perizia

 

       successiva non mi dia poi torto?

 

c  -  ma davvero un gioielliere si giocherebbe la reputazione per una differenza di valore

       che  in un diamante da 0,35 ct ammonterebbe a malapena a un centinaio di €?

 

Annamaria, se il suo diamante é ben tagliato, ricco di luce e di splendidi, vivaci riflessi mi dia retta: 

se lo goda com’è, perché oltretutto i gradi VS e SI potrebbero significare la presenza di stupende, inimitabili e irripetibili caratteristiche, che sarebbero un ulteriore piacere per ogni appassionato.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 1786

In un viaggio all’estero mi è stato proposto l’acquisto di un diamante grezzo.

Buongiorno sig. Lenti,

 

Mi chiamo Nunzio e vivo in Puglia

 

Avrei bisogno di un suo gentile e preziosa risposta.

 

In un viaggio all’estero mi è stato proposto l’acquisto di un diamante grezzo.

 

Desideravo chiederle dove è possibile valutarne il valore e dove si può eventualmente tagliare.

 

Rimango in attesa di una sua gradita risposta.

 

Cordiali saluti

Nunzio

 

 

Buona sera, Nunzio

 

lei non é certo il primo fra i navigatori del sito a cui capita un’opportunità del genere, e in varie risposte mi sono anche dilungato sull’argomento.

 

Io non avrei problemi per una prima stima di un grezzo eventuale, nè per indicarle una delle varie taglierie di Valenza, ma le faccio presente che prima di ritrovarsi con un (bel) diamante tagliato e sfavillante le incognite sarebbero certo molte…

 

Incognite di tipo tecnico, perché valutare colore e grado di clarity di un grezzo non é, di solito, semplicissimo.

 

Di tipo economico, perché se il diamante non fosse di ottima qualità, ben formato e almeno di 4 o 5 carati il taglio (in Italia) non sarebbe conveniente.

 

Di tipo cautelativo, perché, se lei non é del mestiere, chi le assicura di pagare per un vero diamante?

 

Rimane poi il problema dell’esportazione, perché molti Paesi produttori sono severissimi (e quindi costosissimi!) con chi venisse trovato in possesso 

di diamanti grezzi senza avere i previsti permessi e i necessari visti.

 

E queste sarebbero grane da evitare con la più grande attenzione.

 

In ultimo, l’importazione in Europa di diamanti grezzi é soggetta a un ingresso via Belgio, con l’esibizione di una manciata di documenti assortiti, fra i quali quel famoso “Kimberly Process” che garantirebbe l’origine “etica” (niente risate, per favore) degli affascinanti cristalli.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 2249

Anello con diamante: scelte fra brand rinomati e istituti gemmologici titolati.

Buonasera

innanzitutto grazie perché grazie alla sua lettura sono arrivato alla conclusione di preferire un anello artigianale rispetto a un brand ed oggi mi sento sicuro della mia scelta.

 

Le scrivo perché devo ora procedere con la scelta della pietra e non ho alcuna competenza per farlo.

 

A oggi queste le proposte in mio possesso:

Purezza if carati 0,43 colore f euro X.X00 certificato GIA

Purezza vs carati 0,5 colore f euro X.X00 certificato IGI Italia

Purezza if carati 0,51 colore f euro X:X00 certificato Hrd

Purezza VS 2 carati 0,46 colore g euro X.000 certificato IGI Anversa

Purezza VS 2 carati 0,5 colore t euro X.X00 certificato IGI Anversa

 

Le chiedo un aiuto perché non sono capace di districarmi:

 

-  le pietre hanno tutte taglio very good, quale sarebbe quindi la migliore rapporto Qualità prezzo tra quelle sopra esposte

-  quale è l' ente che dovrei prediligere tra IGI Anversa, IGI Italia, GIA e HRD

-  devo chiedere una pietra con incisione laser per essere più cautelato?

 

La ringrazio sin da subito ma sono nel pallone e domani devo realizzare l’acquisto.

 

Saluti e a presto Fabio

 

 

 

Buona sera, Fabio

 

innanzitutto é sicuro che l’ultima delle ipotesi elencate sia proprio un t color e non invece un errore di battitura?

 

Sa, in caso di conferma mi piacerebbe vedere il diamante perchè sarebbe il primo t color con certificato che mi capiterebbe di vedere…  :-)

 

Quanto alle altre scelte le direi soprattutto due cose:

 

a  -  a me sembrerebbero TUTTE ipotesi con un buon rapporto qualità / prezzo, e

b  -  al suo posto io ignorerei tranquillamente TUTTI i certificarti che lei elenca.

 

Infatti, l’unica caratteristica sulla quale lei dovrà / dovrebbe concentrarsi é la qualità del taglio, e per favore NON dica che non se la saprebbe cavare da solo:

 

ricordi che insieme all’indispensabile gioielliere lei potrebbe quasi certamente contare anche sulla disponibilissima collaborazione dell’amato bene a cui sarebbe destinato il diamante, quindi perché esitare tanto?

 

Scelga / scegliete per confronto la gemma che vi causerà l’emozione più sensibile, e non curatevi più del resto.

 

Nè tantomeno lasciatevi tentare da un numero di matricola  che, oltre a una bambinata, sarebbe perfettamente superfluo.

 

Sempre a mio avviso, naturalmente.

 

Quanto alla scelta fra gli istituti da lei menzionati io preferirei l’HRD, ma le preciso che se volessimo completare un elenco allora preferirei di gran lunga un certificato italiano:

CAG o CISGEM, tanto per farle un esempio.

 

E per completezza d’informazione le preciso che diversi “brand”, come li chiama lei, fanno eseguire i propri oggetti proprio da quegli artigiani che poi non compaiono.

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 2343

Fosse per me eliminerei anche il solo riscaldamento.

Salve Sig. Gianfranco;

 

è un piacere rivederla all'opera nel suo sito dal nuovo look :-)

 

Le scrivo per un'altra domanda (se non erro la 4° o 5°), nella speranza che lei possa sciogliere il mio ennesimo dubbio gemmologico... :-)

 

Ho controllato le vecchie risposte, ma nessuno le ha mai chiesto quello che sto per chiederle.

La domanda riguarda come sempre il topazio.

 

Come avrà compreso è la mia gemma preferita, per via della sua lucentezza, i suoi splendidi colori...

 

So che il topazio azzurro di oggi è quasi tutto ottenuto a partire da cristalli incolori, sottoposti a irraggiamento e successivo riscaldamento per eliminarne la parte brunastra.

 

Però ho visto un topazio azzurro proposto come assolutamente naturale, cioè non irraggiato e addirittura nemmeno riscaldato.

 

La domanda è: i topazi azzurri naturali devono il loro colore a un eventuale irraggiamento naturale in fase di formazione?

 

Oppure il loro colore è dovuto ad impurità presenti sempre al momento della loro formazione, come succede ad esempio nel rubino, dover tracce di cromo gli conferiscono il suo tipico colore rossastro?

 

Nel caso, avendo fra le mani un topazio azzurro, è possibile stabilire se si stratta di una pietra naturale o irraggiata?

 

Non per un fatto economico, perché so che i topazi irraggiati hanno tirato giù il prezzo di quelli naturali in modo vertiginoso, ma proprio per una curiosità personale.

 

Fosse per me eliminerei anche il solo riscaldamento.

 

Sapere che una gemma ha un aspetto modificato dall'uomo mi aggrada poco.

 

La ringrazio e la saluto :-)

 

 

Salve, Nicola

 

grazie per l’apprezzamento, e le assicuro che io avrei continuato benissimo anche col vecchio look, soprattutto perché ormai avevo imparato a usarlo con una certa disinvoltura.

 

In compenso pare che col nuovo formato io riesca finalmente a pubblicare le foto senza tribolare troppo, il che mi indurrebbe a sfornare qualche altro articolo di viaggio.

 

Visto che ora é di scena l’Africa…  :-)

 

Quanto ai dannati topazi, lo dice lei  e solo lei che i prezzi siano scesi di brutto!

 

Magari per quelli di colore blu, dal celeste all’intenso London blue che si alterano in tali saturazioni cromatiche industrialmente a tonnellate, ma non certo per le tonalità come il giallo miele, il giallo-oro, il rosa e il rosso.

 

Le assicuro che in Brasile le colorazioni più pregiate hanno raggiunto quotazioni da groppo in gola (io almeno avevo repentini e ripetuti problemi di deglutizione), e una congiunta nonché rinnovata attenzione dei mercati asiatici e americani non ha fatto altro che aggravare il fenomeno.

 

Ci vada piano anche con le prese di posizione estreme, perché lei stesso accenna a riscaldamento e a irradiazione come a possibili processi del tutto naturali:

quindi perché eliminarli tout court dalle nostre interessate ricerche?  (*)

 

Oltretutto le confermo che se escludiamo i topazi azzurri con il colore più intenso, il riconoscimento SICURO di un’origine naturale oppure umana dei vari cristalli con sfumature più delicate é

pressoché impossibile.

 

La stessa origine del colore é ancora di incerta attribuzione in quanto i “centri di colore” che ne sono la causa sarebbero ancora allo studio di appassionati e affascinati ricercatori.

 

Spero per lei che abbia la possibilità di guardare DENTRO i suoi amati topazi, ove con un pochino di fortuna potrebbe scoprire tante, delicate “inclusioni bifasi”, ovvero minutissime cavità con liquido d formazione e una caratteristica bolla di gas.

 

Delle vere chicche, insomma.  :-)

 

 

(*) P.s. 

E per caso non vorrebbe eliminare anche zaffiri e rubini, il cui eventuale riscaldamento  postumo sarebbe altrettanto difficile da accertare?  :-)

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 4148

Ho preso una cotta per un diamante fancy brown e anche per una bellissima morganite: e adesso?

Gentilissimo sig. Lenti buonasera,

mi chiamo Cristina e le scrivo da Bologna.

 

Seguo con tanto piacere la sua rubrica e…  cerco di tesaurizzare le tante informazioni che lei dispensa.

 

Amo moltissimo le pietre preziose e semipreziose al di la del mero valore che viene loro attribuito dalla legge della domanda e dell’offerta o, peggio, da certe ridicole tendenze modaiole.

 

Vengo al dunque.

 

Sono, al momento, stregata da due pietre particolari:

 -  un delizioso diamante 1.21ct Cushion SI1 nat. fancy di una tonalità greyish brown che mi fa impazzire, certificato IGI (prezzo propostomi X000 euro)

 -  una abbagliante Morganite taglio ottagonale quadrato, 4.22 ct  con certificato gemmologico (prezzo proposto XXX euro)

(Lei trova queste quotazioni congrue per tali pietre?  Solo orientativamente).

 

Li ho trovati entrambi bellissimi e non riesco a decidere quale acquistare, non potendo, al momento, permettermeli entrambi.

 

Lungi da me chiederle di risolvere l’annosa vicenda per me (certi tormenti gemmofili vanno gestiti personalmente), le chiedo invece alcuni dettagli tecnici che potrebbero per me fare la differenza.

 

Nel certificato del diamante (che le allego in foto), sono segnalate visivamente le caratteristiche interne, le chiedo: quella corona regolare di puntini rossi, simboleggia una nuvola?

 

Premesso che mi affascina non poco l’idea di avere una delicata nuvola imprigionata nella pietra, chiedo se tale caratteristica influenza molto la brillantezza della pietra ovvero se ne può diminuire la capacità di rifrazione.

 

Nel certificato viene scritto NATURAL FANCY, ho letto spesso che i FANCY naturali sono pietre rare,  lei ritiene attendibile questa descrizione data dalla GIA per questa tonalità di fancy e per il prezzo che le ho evidenziato?

 

Per la Morganite ho solo un quesito:

stante il taglio ottagonale quadrato lei ritiene questa pietra “fragile” per essere incastonata in un anello?

 

Può vedere il dettaglio a questo link : http://wwwhttp://www...

 

Grazie per il tempo che vorrà dedicarmi.

 

Un saluto cordialissimo,

Cristina

 

 

Buona sera, Cristina  

 

é davvero un piacere ricevere e.mail come la sua perché, a mio avviso, sono quelle che rispecchiano il miglior atteggiamento da adottare verso le gemme.

 

Questi capolavori di policroma bellezza creati dalla natura per la gioia degli occhi dovrebbero infatti, e innanzitutto, essere i catalizzatori di sensazioni e di situazioni positive…

 

Al difuori e secondo me anche al disopra degli aspetti esclusivamente economici derivanti dai mercati.

 

Lungi quindi (per quanto possibile, ovviamente) da quelle che con felice e azzeccata pennellata descrittiva lei definisce "ridicole tendenze modaiole”.  :-)

 

Certo più difficile esorcizzare le influenze prima e le conseguenze poi degli interessi in gioco, per cui anche le leggi della domanda e dell’offerta sono soggette a macroscopiche distorsioni all’apparenza inspiegabili…

 

O almeno oscure... per i non addetti ai lavori.  

 

Per entrare nel merito delle due ipotesi descritte sappia che capisco benissimo le sue gemmoansie perché lei é solo solo l’ultima vittima che mi palesa i sintomi di una gemmofilite fulminante, della quale spero di riuscire a lenirle almeno le pene più acute.  :-)

 

Intanto, entrambi i prezzi che lei mi indica mi sembrerebbero assolutamente corretti, per esemplari ben tagliati e con caratteristiche corrispondenti alle descrizioni.

 

La morganite é un berillo e quindi un minerale non duro quanto il topazio o addirittura lo zaffiro, ma é più compatta della sorellina verde, lo smeraldo, e ne vanta anche una maggiore tenacità:

quindi con un taglio raccolto e riferendoci innanzitutto a una caratura non troppo elevata, con l’accortezza di studiare una montatura che offra una buona protezione la si può tranquillamente montare anche su di un anello.

 

Presentandola in accostamento a un paio di diamanti, vero?

 

Altrimenti ci sarebbe certo chi con superficiale, inadeguata e ingiusta definizione la chiamerebbe pietra “semipreziosa”…  :-)

 

Quanto al diamante, lei mi ha incuriosito perché mi sfuggiva la definizione “greysh brown”, quindi le dico subito che se lei lo comperasse, le chiederei di mostrarmelo la prima volta che tornerò in quel di Bologna.

 

Le confermo che i “fancy colors” sono diamanti fuori dai normali Standard commerciali, ma questo non significa che TUTTI i fancy siano esemplari rarissimi con relative, stratosferiche quotazioni.

 

In ogni caso e quando il colore fosse NATURALE e non indotto artificialmente, si tratterebbe di esemplari che avrebbero l’indiscusso pregio di una non convenzionale personalità.

 

Una personalità che a me piace equiparare a quella di chi li sa apprezzare.  :-)

 

Anche la grafica che il certificato evidenzia in ordine alle caratteristiche interne meriterebbe un maggior approfondimento, e il venditore le fornirà certo tutti i dettagli del caso.

 

Ho ingrandito la scansione del documento che lei mi ha accluso (grazie!), ma senza le note esplicative che l’analista avrà certo redatte quella corona di puntini rossi potrebbe indicare tanto la nuvola di presenze interne (piccoli cristalli? Puntini scuri? ) quanto una serie di riflessi simmetrici creati all’interno del padiglione. 

 

E via ipotizzando.

 

Rimango SEMPRE convinto che le gemme, diamanti o pietre di colore che siano, DEBBANO essere osservati attentamente e scelti di persona (possibilmente per confronto), ma confesso anche qualche indulgenza (leggasi eccezione) per soggetti particolarmente intriganti, quale sembra essere questo diamante dal fascinoso taglio a cuscino.

 

Tanti auguri per la felice soluzione delle sue laceranti per quanto piacevoli gemmoincertezze,  :-)

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 1766

Per verificarne la serietà e cercare di capire se la pietra in mio possesso...

Salve qualche anno fa ho acquistato un brillante di 1,13 c al costo di XX.000 euro.

 

Inizialmente ho avuto problemi con il gioielliere che mi aveva venduto un brillante con caratteristiche diverse, mi ha cambiato la pietra dandomene una nel blister sigillata con un diamante certificato dalla G.L.A.S. (Gemological Laboratory A.S) 

 

Ho cercato su internet questo laboratorio per verificarne la serietà e cercare di capire se la pietra in mio possesso non sia stata l'ennesima fregatura.

 

Grazie per le vostre informazioni.

 

 

Buon pomeriggio, Maria

 

francamente non capisco quali informazioni lei si aspetti da me…!

 

A parte il fatto che non mi precisa quali problemi avrebbe avuto col gioielliere, lei si é poi accontentata di un diamante sigillato in blister da un laboratorio sconosciuto, che ha poi cercato in rete “per verificarne la serietà e cercare di capire…”:

 

e lo ha trovato?

In tal caso la pregherei di mandarmene le coordinate, magari insieme alla scansione del certificato che accompagnava il diamante.

 

Beninteso SE lo accompagnava.

 

Però direi che giudicare dalla rete la correttezza e la competenza di un inserzionista sia più o meno come capire se costui ha i pantaloni ben stirati solo giudicando dalla foto sul passaporto.  :-)

 

Cordiali saluti.

 

E abbasso i blister.  :-)

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 2000

Individuato e rimproverato un vile denigratore di diamanti D - IF, O no?

Sig. Gianfranco, lei è adorabile!

Simpatico, competente ma soprattutto appassionato!

Io quindi ne approfitto e le chiedo il perché sconsiglia i diamanti D - IF per gioielli da indossare sempre, poiché il mio compagno mi ha regalato un solitario con diamante certificato G.I.A, colore D, IF, taglio Excellent, simmetria e politura very good.

Io ne sono letteralmente catturata!

Nonostante la piccola caratura, 0,35 carati, secondo me è molto ma molto appariscente perché è un continuo gioco di luci e colori che mi incanta, ma è anche così "limpido" che sembra racchiuda un mondo dentro di se.

Ecco forse ho esagerato, ma è questo che io certifico osservando la mia gemma!

E ancora complimenti a lei, uno dei pochissimi, per la mia esperienza, che parla delle inclusioni non come difetti, ma come caratteristiche che rendono unica quella gemma tra tutte le altre. 

Un caro saluto
Francesca

 

Buona sera, Francesca

 

lieto che lei apprezzi i contenuti del mio sito, per i suoi complimenti arrossisco però tanto da emulare il “Timur Ruby” uno spinello che sfavilla fra le gioie della corona inglese!

 

Pensi, per molti lustri un bellissimo spinello é stato ritenuto un rubino e battezzato appunto come “Rubino del Principe Timur”:

ho ragione, allora, quando impallidisco di sdegno nel constatare come qualche infedele parli ancora di “pietre semipreziose”?

 

Ammetto dosi massicce gemmopassione ma ho ripetutamente messo in guardia lettori e lettrici sui pericoli della gemmofilia, una percorso patologico di sola andata nel quale sono impegnato nel subdolo ma non segreto ruolo di gemmountore.  :-)

 

Ma se lei mi accusa di sconsigliare sic et simpliciter i diamanti D - IF devo proprio preoccuparmi, perchè curando soprattutto il fine devo aver perso qualche dettaglio a proposito dei mezzi. 

 

Dei mezzi che uso, visto che io vivo con i diamanti…  :-)

 

Vede, Francesca, come lei ha notato il mio interesse per le caratteristiche interne di questi splendidi cristalli, certo avrà anche recepito la speranza a tutto tondo di estenderne e approfondirne la conoscenza.

 

Il che significa non solo e non tanto saperne “leggere” quelle caratteristiche che si elencano sui certificati di garanzia e analisi, ma anche e soprattutto saperne individuare prima e apprezzare poi la personalità del singolo e preferito soggetto.

 

Tanto per la cronaca, nel suo bellissimo esemplare lei apprezza i risultati di un taglio eseguito magistralmente, ovvero la prova di una superiore abilità applicata senza quei compromessi che sarebbero accettabili per molti ed esecrabili per (pochi) altri.

 

I gradi alti di Color e di Clarity (D - IF é il top di gamma) le danno la posizione in merito alla rarità del suo diamante, ma la vivacità dei riflessi e lo sfavillio del fuoco NON ne sono influenzati.

 

Ecco quindi il mio continuo ripetere l’invito a considerare innanzitutto la possibilità di osservare e quando possibile confrontare i diamanti prima dell’acquisto, e poi a procedere avendo ben chiaro con quali priorità di scelta operare.

 

Si, Francesca, con i diamanti ci sono almeno quattro variabili in gioco e io dovrei essere un presuntuoso stratosferico per ipotizzare UNA qualsiasi ricetta fissa e tanto univoca da suscitare persino la gelosia di Mosé.

 

Infatti, per la mancanza di un dettagliato elenco di preferenze avrei la certezza di essere assolutamente inattendibile, in qualsiasi modo volessi “confezionare” i miei gemmocomandamenti.

 

E questo per il semplice motivo che ciascuno di noi avrebbe le sue personali ma soprattutto indiscutibili preferenze.

 

Felice per il clamoroso esito ottenuto col suo ammirevole D-IF ora vado a rileggermi tante risposte q.b. per scoprire se ho interpretato (o suggerito) correttamente la considerazione di esigenze diverse…

 

Oppure (panico!) ho veramente e gratuitamente mortificato la scelta dei diamanti D - IF. 

 

Ritenendola nel frattempo responsabile della conseguente insonnia da ricerca, sia chiaro.  :-)

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 1934

Per un tennis quali diamanti "emetterebbero" più luce?

Buonasera,

avrei un quesito da porle circa dei diamanti taglio rotondo brillante per un bracciale in oro bianco modello tennis a castone quadro.

 

A parità di qualità nel taglio (eccellente), emettono più "colori e luccichii e brillii" alla luce del sole dei diamanti da 0.03 ct. caduno, colore F-G, purezza VS-SI1 o dei diamanti da 0.02 ct. caduno, colore E-F, purezza VVS?

 

Una precisazione riguardo alla larghezza del castone quadro. 

 

Diamanti da 2 punti si montano su un castone quadro della larghezza di quanti millimetri? 

E, invece, quelli da 3 punti?

 

Grazie...

Ale

 

 

Buona sera, Ale

se ci riferiamo a diamanti di trasparenza perfetta e di eccellente politura é bene precisare la loro  “luce” dipende solo ed esclusivamente della simmetria di taglio.

 

Quanto poi alle dimensioni, pur essendo vicini come caratura gli esemplari da 3 punti sarebbero più “appariscenti” se accostati fra loro su di un bracciale tennis.

 

Almeno a mio parere perché nel giudicare la luce riflessa (insieme a quella rifratta) dai diamanti c’é sempre una buona dose personale di componente emotiva…   :-)

 

Infine, le misure dei castoni saranno scelte solo dopo aver selezionato le gemme nella certezza che, anche se di solito non si nota, fra queste vi siano esemplari “alti” ed esemplari “bassi”, soprattutto quando provenienti da lotti “misti”.

 

E questo, oltre che sulla resa ottica influisce anche sulle sulle misure in cintura, ove piccole disomogeneità non sarebbero comunque un problema.