Diamanti

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Tra 0.40 F - VVS 2 oppure 0.31 D - VVS 2. per il mio fidanzamento quale mi consigliate?

Buonasera, ho deciso di acquistare un solitario di XXX per il mio fidanzamento sono indeciso tra 2 tipi di pietre dello stesso valore:

0.40 F - VVS 2 oppure 0.31 D - VVS 2. quale mi consigliate?

la carutura o la purezza e il colore... grazie . distinti saluti

Buona sera, Pasquale

se lei intende davvero fidarsi della mia opinione, é proprio il quarto parametro (quello che lei trascura) che ritengo di gran lunga il più importante: 

il taglio.

E se avesse la pazienza di rileggere alcune delle precedenti risposte noterà il ripetitivo e forse quasi ossessivo ritornello con cui sostengo che i diamanti DEVONO innanzitutto ESSERE CONFRONTATI.

Quindi sceglierà quello dei due che le sembra produrre la luce con i riflessi più vivaci,  e relegando tranquillamente dietro una metafisica tenda le altre caratteristiche.

Tra l'altro, quelle dei due diamanti descritti sono assolutamente appetibili, quindi scelga quello che le piace di più.

Senza nessuna esitazione "gemmotecnica".

Ma se lei comperasse "sulla carta" (orrore!) potrebbe sempre gettare in aria una moneta, e sperare nella sua buona stella.  :-)

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Avere un anello che ogni anno mi costa centinaia di € in sostituzioni di diamanti perduti non é un piacere...

Buongiorno , ho acquistato nel 2011 un anello tipo fedina tutto incastonato con 3 file di diamantini , ai bordi diamantini neri e al centro diamantini un po' più grandi bianchi, il problema è che in due anni ho già dovuto portare ben 3 volte l'anello a far rimettere diamantini che avevo perso in quanto si staccavano, due giorni fa vado a ritirare nuovamente l'anello e non sono neanche passate 24 ore che si è staccato un altro diamantino bianco.

Detto questo volevo chiedervi come potevo procedere in questi casi , in quanto:


1°  la garanzia sulla riparazione non me la danno

2°  all'acquisto nessuno ha avvisato della possibile perdita di diamantini

3°  avere un anello pagato più di X000 € che ogni anno mi costa una centinaia di € in sostituzioni di diamanti non mi pare corretto .

Buon giorno Matteo

di tanto in tanto mi segnalano una certa dose di ripetizioni quando sottolineo la necessità di un lavoro artigianale di alto livello, e (mi spiace per lei) la sua e.mail sembra sia stata scritta proprio su mio suggerimento per dimostrare che non avevo poi tutti i torti…

Vede, l'oro é un metallo duttile e malleabile, e quindi insieme all'opportuna "lega" acquisisce proprietà davvero ottimali per le successive lavorazioni.

E queste proprietà sono la conseguenza di una serie di operazioni eseguita con la necessaria maestria, operazioni che vanno dalla fusione alle laminazioni, e anche alle "stirature"  con operazioni di trafila.

Il metallo acquista così quelle proprietà che ne rendono idoneo e sicuro l'impiego, a patto che TUTTE le operazioni di cui sopra abbiano rispettato  scrupolosamente le regole che garantiscono il risultato finale.

L'impiego di una lega economica, così come una fusione con tempi e temperature sbagliati potrebbero benissimo aver prodotto un metallo "ghiacciato", come in gergo si definisce un metallo che manca della desiderata elasticità e sembra piuttosto imitare il vetro.

Se poi la fusione fosse stata passata e ripassata al laminatoio per ottenere una lastra da cui ricavare i pezzi, il problema sarebbe stato certo attenuato, anche se non é possibile determinare di quanto.

Ma se l'invece la fusione ha prodotto  direttamente la fedina grezza, poi solo rifinita e incastonata, allora il rischio di disastri come quello che lei lamenta aumenta in modo esponenziale!

Purtroppo questa é la conseguenza di un'esasperata ricerca delle economie "di scala", e chi ci rimette é quasi sempre il poveraccio alla fine della catena commerciale.

Vede, soprattutto oggi che l'oro ha raggiunto prezzi celestiali, il risparmio su un singolo anello é (quasi) ridicolo, ma sarebbe comunque consistente se e quando si considerassero produzioni e forniture di migliaia di pezzi.

E per aggravare la situazione non é (non sarebbe) il caso di parlare di garanzie, perché per vari motivi ritengo altamente auspicabile un accordo bonario tout court con il venditore dell'anello.

Non sarebbe il caso perché il (povero?) negoziante NON sarebbe stato in grado di testare le qualità dell'oro (qualità meccaniche, NON il titolo, sia chiaro)  acquistato, e lei NON sarebbe in grado di provare che il suo gioiello faceva parte di una partita il cui prezzo é stato contrattato (al ribasso) fino allo sfinimento finale.

Con i relativi compromessi qualitativi…

Per sua informazione, quando un lavoro é ben fatto in tutti i necessari passaggi si può ritenere con ragionevole sicurezza che i diamanti non escano dalle loro sedi, almeno non in normali condizioni e cautele d'uso, ma per garantire questo DOPO l'ennesima riparazione sarebbe stato necessario sostituire il metallo almeno in corrispondenza delle sedi dei diamanti, cosa che le sarebbe costata molto di più che non sostituire l'intera montatura.

E sarebbe stata indispenabile anche un'incondizionata stima nelle capacità dell'incastonatore...

Per favore, ora non getti la croce sulle spalle di quesito o quel segmento del mondo orafo, anche se io l'ho preceduta di molto nello stigmatizzare certe scelte sulle quali si può solo stendere un pietoso (pietoso, NON complice!) velo di silenzio:

per ora s'inizia a ventilare un grado maggiore di tutela del consumatore, e io sogno il momento nel quale per fare l'orafo NON sarà più sufficiente comperare dei modelli (in gergo, "delle cere") e una fionda a centrifuga per fonderle poi in oro.

Non m'illudo che rimangano solo tanti artisti alla Benvenuto Cellini, ma almeno gli orafi sopravvissuti saranno davvero degni di tale nome sia per capacità artistiche sia per le indispensabili conoscenze e capacità tecniche.

Finito lo sfogo (e me ne perdoni), le consiglierei sic et simpliciter la sostituzione  della fedina, pagando la nuova manifattura nonché ricuperando oro e residui diamanti:

le costerà certo meno che non continuare con periodiche e inutili sostituzioni, e anche il suo fegato ne trarrà consistenti benefici. :-)

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Ho comperato il diamante: quale tipo di anello potrebbe valorizzarlo meglio?

Salve sig. Lenti, le scrivo per avere un ulteriore consiglio da parte sua.

Ho finalmente acquistato quel diamante taglio brillante 0,80 ct, color f, purezza if, triple excellent.

La domanda che le pongo è se una montatura a sei griffe, dritta (tipo fede) ma che si restringe intorno al castone valorizzi a dovere la suddetta pietra.


Grazie ancora

Buona sera, Simone

complimenti per l'acquisto, e una tirata d'orecchi per quello che chiede invece a me!

Già, perché LEI vede il diamante, LEI può farsi mostrare modelli diversi di montature, e IO dovrei dire A LEI quale di queste valorizzi meglio la gemma?

Va bene che ho la vista lunga, a fino a tanto non arrivo.

Non ancora, almeno!  :-)

Ma vorrebbe spiegarmi meglio (a volte sono un tantino carente di fantasia…) cos'intende lei per un castone con sei griff. restringimenti compresi?

Sa. dalle mie parti un castone é una striscetta di metallo che circonda il diamante come se fosse un colletto, 

mentre i griff sono dei fili o delle piccole lame che si aprono a raggerà dal gambo dell'anello, 

e sono poi ripiegati in corrispondenza della "cintura" della pietra.

Il castone risulterebbe più "protettivo", almeno contro gli urti, ed é praticamente impossibile che eventi esterni lo danneggino tanto da renderne precaria la tenuta;

i griff sono estremamente eleganti, e certo garantiscono una certa quantità di luce maggiore alla gemma,

In numero di sei, se realizzati con metallo lavorato adeguatamente tanto a filo che in lastra,  con un montaggio a regola d'arte garantiscono una sicurezza praticamente identica a quella dei castoni.

Necessitano però di un'accurata finitura per minimizzare i pericoli ai danni di calze femminili. e di magliette, verso i cui fili hanno una speciale, direi storica affinità   :-)

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I dati sul taglio non mi sembrano adeguati: Cercare altro e puntare su una qualità di taglio superiore?

Gentile sig. Lenti,
di recente mi sono avvicinando al mondo dei diamanti perché ho intenzione di fare un regalo (un anello solitario) per una persona molto importante e non voglio commettere errori grossolani.

Leggendo tra le numerose domande e risposte del sito, sto seguendo il consiglio che lei da spesso in situazioni simili:

scegliere il diamante e poi la montatura più adatta.

Pertanto desideravo un suo parere in merito a un diamante che mi è stato offerto:

•   Diamante certificato CISGEM con incisione al laser;
•   Natural diamond
•   Weight: 0,4 ct
•   Colour: G
•   UV fluorescence: NL
•   Clarity: VVS2
•   Shape and cut: round brilliant
•   Measurement: 4,87x4,91mm h2,88mm
•   Polish: GOOD
•   Simmetry: FAIR
•   Girdle: bruted, very thin to medium (average 2,5%)
•   Proportions: VERY GOOD

Sono sincero, non sono un esperto, ma i dati sul taglio non mi sembrano adeguati.

Lei spesso nelle sue risposte ribadisce che la qualità del taglio del diamante è di fondamentale importanza.

Lei cosa mi suggerisce?

Cercare altro e puntare su una qualità di taglio superiore?

Altra domanda che montatura mi consiglierebbe?

In attesa di un suo gentile riscontro invio i più cordiali saluti

Vincenzo

Buona sera, Vincenzo

tutto OK a proposito del diamante da lei scelto, se lo ha scelto LEI, per confronto,:

cioè quello con la "luce" migliore fra tutte quelle gemme che le siano state proposte.

I "numeri" riportati nel certificato dell'ottimo CISGEM sono SOLO dei punti di riferimento, e non dovrebbero influenzarla più di tanto perché ciò che conta davvero sono le sensazioni emotive che il diamante suscita quando mosso e osservato nella luce migliore!.

E le ripeterò quanto già sostenuto in precedenza, ovvero che io sono abbastanza indifferente ai famosi, fatidici e famigerati EX EX EX che tanto sembrano affascinare e purtroppo anche condizionare i cacciatori di diamanti…

Lo sono, lo ribadisco, perché tali voti sono espressi in riferimento a misurazioni confrontate con uno "Standard" scelto fra diversi altri…

Un frutto di "aggiustamenti" tecnico/commerciali certo felici, ma non certo assimilabili a una verità divina.  :-)

Si senta quindi libero di scegliere con calma, attenzione e sensibilità, perché quello che le piacerà oggi continuerà poi a convincerla anche in futuro.

Convincerà lei e tanto più quella persona importante alla quale il diamante é destinato: una persona che sarà colpita innanzitutto e soprattutto dal significato del dono.

Quanto alla montatura, un diamante da 0,40 ct le lascerà la più ampia scelta circa il tipo di anello, ma direi che con le opportune, diplomatiche  cautele sarebbe il caso di sondare i gusti della persona di cui sopra, no?

P.s. 

Ribadendo per ribadire, mantengo la mia avversione per le dannate  e superflue incisioni laser:

Ma sarei comunque disposto a tollerarle solo se e quando fossero ripetute come tatuaggio…

Sulla natica sinistra di chi le commissiona, ovviamente!     :-)

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Si può capire la caratura di un diamante misurandone il diametro?

Vorrei sapere, se è possibile, capire la caratura di un diamante anche indicativamente e un po' grossolanamente misurandone il diametro...

La ringrazio.

Maristella

Buona sera, Maristella

si. é possibile.

Sarebbe molto facile nel caso di diamanti smontati e di forma rotonda, perché oltre al diametro si possono valutare tanto l'altezza totale quanto lo spessore della cintura dei vari soggetti.

In tal caso di esegue un facile calcolo (applicando le formule di Schaffenberg o di Leveridge) e si corregge poi il risultato aumentando il valore ricavato nel caso di una cintura spessa, e riducendolo invece se la cintura fosse sottile o addirittura assente in posizioni varie del diametro.

Naturalmente sono state ricavate formule "ad hoc" per i tagli più consueti, con risultati tutto sommato attendibili.

Più incerte le attribuzioni di caratura attribuite soltanto in base al diametro, perché l'altezza di corona, lo spessore di cintura e la profondità di padiglione costituiscono elementi determinanti nella composizione dei risultati finali.

Per sua informazione esisterebbero veloci tabellone anche per i diamanti con tagli "a rosa", cioè senza quel cono inferiore che si chiama padiglione.

E adesso, ha un calibro e una calcolatrice a portata di mano?

Eccole allora le formule col nome complicato di cui le ho accennato all'inizio:

Schaffenberg

massa in ct = altezza totale x (diametro alla cintura al quadrato) x 0,0064   

nota:

qui NON é considerata la cintura, quindi é necessario aggiungere dal 5% al 10% del valore così ottenuto. 

Leveridge:

massa in ct = altezza totale (raggio al quadrato) x 0,0245

nota:

questa formula sarebbe relativa a diamanti con cintura sottile.

In caso di cinture medie o spesse é necessario aggiungere dal 4% al 7% al valore ottenuto con il precedente calcolo.

Con l'occasione le dico però che con alcuni calibri per gemmologia sono fornite della tabelle (lTabelle Leveridge) ove sono state riportate pari pari le valutazioni ponderali per una grande escursione dimensionale di diamanti con taglio rotondo.

E il tutto completato dai metodi per stimare le carature di diamanti con alcuni tagli di forma diversa.

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E' possibile avere una valutazione del costo di questo anello acquistato nel 1990 ad Amsterdam?

Posseggo un anello così certificato:
10 brillanti carati 0,69 wesselton, clarity P 1

E' possibile avere una valutazione del suo costo...
Acquistato nel 1990 ad Amsterdam.

Grazie Maria

Buona sera, Maria

no, non é possibile fare una valutazione seria a distanza, perché i dati contenuti nei certificati sono sempre troppo sintetici,

e non avendo il gioiello a disposizione per un approfondito esame, tanto le sue indicazioni quanto le mie supposizioni avrebbero ben poco valore..

Per inciso noto che nel 1990 il colore dei suoi diamanti é stato definito con una terminologia storica (il termine "Wesselton" é uno dei mitici "old terms").

Un termine che non si usa più da molto prima del 1990 perché sostituito dalla scala GIA, nella quale corrisponderebbe al grado H.

Per quanto riguarda i diamanti montati, poi, sovente non é possibile stimare l'altezza (in pratica, lo spessore) della cintura e quindi ci si deve limitare a valutare a occhio l'armonia estetica d'insieme (del taglio), perché nemmeno le proporzioni sono misurabili.

In ultimo, anche la qualità della lavorazione dell'anello potrebbe rivelare un apprezzabile livello di pregio artistico, ovvero un dettaglio influente da considerare nel conteggio economico complessivo.

A Padova lei potrebbe però rivolgersi a Vittorio Burgo, orafo, perito e gemmologo che ebbi il piacere di conoscere (parecchi) anni addietro, e che certo  le saprà dare tutte le informazioni del caso.

Non dimentichi però che lei potrà ottenere valutazioni certo (anche molto) diverse a seconda DEL TIPO di valutazione che  vorrà chiedere…

Per esempio:

1  -  quanto mi costerebbe comperare un anello nuovo uguale a questo?

2  -  quanto potrei ricavare vendendolo (con pagamento immediato) a un gioielliere che tratti gioielli usati?

3  -  quale sarebbe la cifra massima ricavabile se invece lasciassi l'oggetto "in conto vendita" al suddetto gioielliere?

4  -  quale sarebbe un prezzo onesto da privato a privato se trovassi io un compratore interessato?

5  -  e quanto potrei ricavare cedendo l'oggetto a uno dei tanti "compro oro"?

Al suo posto io escluderei in ogni caso l'ipotesi di smontare l'anello per venderne separatamente i diamanti perché se l'oro le verrebbe pagato poco,  i dieci diamanti da 0,07 probabilmente non li vorrebbe nessuno.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Che significa "briillanteering" ? Ecco come giustificare le prossime, prolungate crisi di insonnia

Gentile sig. Lenti,

mi sto avvicinando al mondo dei diamanti e mi piace prima di acquistarne uno capire bene quali sono le caratteristiche.

Ne sto per acquistare uno, quello che non riesco a capire è che nel certificato gia c' è il seguente commento alla fine del della descrizione delle caratteristiche:

Cut grade affected by brillianteering. Il numero di certificato gia è il seguente XXXXXXX   diamante da 0.32 punti colore e purezza VS 2. 

ho letto solo su forum in inglese e sul sito GIA cosa potrebbe essere ma non ho le idee chiare,
chiedo gentilmente un suo parere in merito la ringrazio per la disponibilità e le auguro una buona serata.

Buon giorno, Giovanni

le ho fatto aspettare la risposta perché, non avendo mai avuto modo di esaminare un diamante graduato in quel modo non sono in grado di tradurle il dannato tecnoinglese con termini a noi digeribili…

E, mi creda, lo dico stringendo i denti perché sono un nemico acerrimo delle terminologie tanto "specializzate" da sembrare riservate solo a pochi eletti!

Nè, sia chiaro, sarebbe sufficiente la sola traduzione letterale del termine.

Un termine che  con una mezza dozzina di significati diversi confonde solo le idee ai semplici come me, quelli che il vangelo esalta ma che la quotidianità opprime: 

Per la precisione, il  "briillanteering" sarebbe la fase di lavorazione che segue la formatura (bruting) delle faccette fondamentali del diamante, fase che riguarderebbe le ulteriori quaranta faccette.

Ulteriori elementi di confusione (per me) sono allora i due "very good" riferiti proprio al taglio della sua pietra, cioé due valutazioni che mi lasciano proprio spiazzato.

Adesso, crollata l'illusione che i miei complessi d'inferiorità fossero riservati solo ai telefonini e a certe dispettose funzioni del computer,  allo sterminato elenco delle cose che ignoro devo aggiungere anche quel "affected by briillanteering":

un termine che (al GIA) sembrerebbe caratterizza e quindi condizionare ila valutazione del grado di taglio…

Del suo diamante.

A lei e a me non resta ora che sperare nel buon cuore (oltre che nella maggiore informazione) di uno degli amici ai quali ho chiesto un caritatevole e accorato gemmosoccorso.  :-)

Del quale spero di poterla fare partecipe. 

In ogni caso NON si scoraggi, e gradisca intento il più cordiale benvenuto nel mondo dei gemmoadepti.  :-) 

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Mi fornirebbero diamanti dall'Africa: Se puo' mi dia delle indicazioni: saranno sicuramente esaustive.

Gent.mo sig. Gianfranco,

 

sono venuta a conoscenza del suo sito  e, trovandomi ad affrontare materia che lei ben conosce, sono certa che mi potra' dare indicazioni preziose.

 

Intanto, vorrei precisare che non sono proveniente dal mondo del diamante, ma mi si sta offrendo una opportunita' (perlomeno a me sembra tale) relativa ad esso e vorrei cimentarmici, ma ho molti dubbi.

 

Un imprenditore  spagnolo (ANCHE LUI PROVENIENTE DA TUTT'ALTRO SETTORE) decisamente importante si trova ad avere relazioni dirette con autorita' governative del Centro Africa che vorrebbero fornirgli diamanti grezzi con regolare certificato Kimberly da  vendere.

 

L'imprenditore si rivolge a me (in virtu' del fatto che mi conosce bene e sa che in passato ho lavorato in ambito gioielleria)  perche' mi occupi di trovare clientela interessata all'acquisto.

 

Pertanto dovrei fungere da agente, procacciatore di affari.

 

Sto cercando di capire, prima di tutto, se la cosa sia fattibile,  e poi le normative e  come dovrei muovermi.

 

Ma la prima informazione che ho acquisito e' che in Italia non esiste, tanto per cominciare, un ente che si occupi di controllare e di regolamentare il commercio del diamante grezzo.

 

Mi chiedo, pertanto, per informazioni di carattere normativo, doganale, fiscale, legale relative al commercio dei diamanti grezzi sia in Italia sia all'estero, a chi ci dovremmo rivolgere?

 

Se puo' mi dia delle indicazioni. saranno sicuramente esaustive.

 

Ringrazio anticipatamente per l'attenzione e porgo

 

Distinti Saluti

 

Raffaella

Buona sera, Raffaella

la ringrazio per la stima e la fiducia che trasudano dalla sua e.mail ma le premetto che le mie informazioni NON saranno "esaustive"… perché:

a  -   il settore ha sempre numerose variabili alle quali ci si deve adeguare, e

b  -   chi crede di sapere tutto, anche e soprattutto in questo campo, 

        cerca delle grane certo per sé e quasi certamente anche per gli altri,

Quindi un conto é accennare ai vari aspetti dell'attività, mentre altro é l'assumersi l'enorme responsabilità di guidarla la mano nella mano per l'aspro cammino che conduce alla gloria.

Pardon, ai diamanti.  :-)

Immagino avrà già dato un'occhiata (la prego, mi dica che almeno lei l'ha fatto… :-) alle ormai numerose risposte che trattavano le questioni che lei mi sottopone, quindi mi consenta di fare "quattro chiacchiere" in quasi sereno relax.  :-)

Non sapendo da dove mi scrive (sarà una vera gioia quando troverò questo dettaglio in tutte le e.mail che ricevo!) posso solo dirle che per incominciare le occorre un buon commercialista, possibilmente in buoni rapporti con la Questura che le rilascerà la licenza per il commercio di preziosi.

Una licenza come imprenditore, oppure come agente dell'importante boss spagnolo con importanti relazioni in Repubblica del Centro Africa.

I diamanti li sdoganerà in Belgio, un'operazione colà svolta con professionalità e consumata attenzione senza quelle diffidenze e quelle lungaggini che angustiano tanti settori specializzati di casa nostra.

Un'operazione per la quale si farà assistere da uno spedizioniere locale.

Poi (ma sarebbe meglio prima) potrebbe (dovrà) fare un giro per Anversa, dove non mancano certo operatori che le proveranno subito se il rapporto qualità/prezzo dei suoi cristalli é passibile di un interesse commerciale.

E meno male che in Italia NON c'é nessun ente del tipo di quello che lei sembra auspicare!

Sappia che a casa nostra i problemi maggiori che si incontrano sono dovuti alla burocratica sciagura di tanti somari che, lautamente pagati pur  se incompetenti hanno  il potere di rallentare all'inverosimile, o addirittura di sabotare in toto tutte quelle attività (o anche solo iniziative) che invece dovrebbero supportare!

Al suo posto io investirei SUBITO un pochino di tempo e di contanti per un giro esplorativo nelle possibili aree di una futura commercializzazione:

sarebbero / saranno energie ben spese, quelle che le permetterebbero / permetteranno di farsi un'idea di quello che potrà aspettarsi dal mercato.

In Italia la situazione é anche più difficile e se le ho ipotizzato il lavoro come agente di ditta estera é perché conosco i vantaggi di una simile base di partenza.

Ma per questo sprema ben bene il commercialista di cui sopra fino a farsi stilare un preciso preventivo dei costi e degli oneri che l'aspetterebbero / l'aspetteranno.

Mi sono spiegato?  :-)

Tanto per concludere, conosco anch'io un pezzo (davvero) grosso nella zona che frequenta l'imprenditore spagnolo, ma pur sperando che costui possa fornirle cristalli di prima qualità per lei il problema sarà quello di crearsi una rete di compratori che, oltre ad acquistare regolarmente (e a pagare senza fare scherzi) i suoi diamanti, le diano anche indicazioni su COSA procurare loro in futuro.

Uscendo poi dal generico, sarebbe il caso di considerare anche la possibilità di far tagliare qualcuno degli esemplari più interessanti nella ragionevole speranza di ricavarne un utile maggiore:

vendendolo a commercianti all'ingrosso, a gioiellieri o addirittura ai privati?

Come vede, anche se solo impostato il discorso  sarebbe ben più lungo e quindi fuori dalla ragionevole possibilità di concluderlo in questa sede.

Riconosco con simpatia i sintomi del suo entusiasmo, ma chiedermi soluzioni preconfezionate o addirittura delle scorciatoie sarebbe come attendersi le spiegazioni per l'atterraggio DOPO il lancio col paracadute… 

Senza un'adeguata e minuziosa preparazione.

A me quest'incoscienza é costata nove mesi di amene riflessioni, con un ginocchio tanto ricco di chiodi da far invidia al portone di un convento.  :-)

Infine, siccome ne organizzo anch'io, NON le chiedo se oltre a lavorare in gioielleria lei abbia mai frequentato almeno un corso-base sui diamanti.

Però io lo riterrei indispensabile...

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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A novembre andrò a New York e sembra che colà i diamanti siano più convenienti: Me lo consiglia o suggerisce una gioielleria italiana?

Buonasera Gianfranco,
complimenti per l'ottimo sito!

Vorrei regalare un anello solitario alla mia fidanzata.

Le chiedo un consiglio, a novembre devo recarmi a New York, ho controllato su qualche sito internet e sembra che gli anelli siano molto più convenienti che in Italia.

E' veritiero o è solo una mio impressione?

Me lo consiglia o suggerisce una gioielleria italiana?

Grazie Mille
Paolo

Buona sera, Paolo

la ringrazio per i complimenti, e le dico subito che se lei non é un esperto del settore, i diamanti si comperano sempre e solo dal proprio gioielliere di fiducia!

E nel caso non ne avesse uno, questa sarebbe un'eccellente occasione per un accurato "giro d'orizzonte" per testare la disponibilità e la professionalità di quelli che operano nella zona.

Potrà così scegliere fra operatori che per carattere e per attenzione verso i clienti siano disponibili per fornire tanti i consigli più appropriati, quanto la possibilità di verificare le loro affermazioni (e descrizioni…) con i necessari confronti.

Senza dimenticare il NON secondario problema di garantire una montatura adatta a 18 kt (e non a 14 kt come di consueto in USA), nonché bella e sicura per il diamante...

Conosco bene N. York, un immenso mercato che ha superato alla grande quello di  Napoli come valle di lacrime per i gioiellieri valenzani, almeno fino al famigerato 11 Settembre delle 2 torri:

ma le assicuro che non ho vi mai trovato né filantropi né tantomeno benefattori che offrissero anelli in diamanti con sconti da liquidazione giudiziaria.  :-)

Anzi, ci sarebbero alcuni dettagli nelle descrizioni dei certificati gemmologici USA che, non coincidendo con i nostri, lasciano un non indifferente margine per descrizioni "ottimistiche", 

Tanto ottimistiche da far sembrare certi diamanti particolarmente convenienti… sulla carta.

Sembrerebbero, appunto, e se lei volesse aggiungere alla sua non conoscenza del prodotto anche la complicazione di una "lingua foresta", direi che le possibilità di spiacevoli malintesi non siano affatto trascurabili.

Ma, per favore, NON si lasci incantare da Internet, nelle cui pagine pascola in beata tranquillità tutta la fauna diamantifera mondiale...

E nel cui immenso campionario lei avrebbe ben poche speranze nel distinguere i gentlemen  nei quali riporre la necessaria fiducia, non crede?

In Rete si compera "a scatola chiusa" e orrore orrore, si paga in anticipo a sconosciuti venditori... abitanti, di solito, nel prto delle nebbie!  :-)

Se proprio proprio volesse comperare il fatidico diamante a casa dello zio Sam potrebbe recarsi in aeroporto con un buon anticipo sull'ora del ritorno e tentare la sorte in una gioielleria "Duty Free" che inalbera offerte di prezzi senza IVA né Local tax…

Poi, confrontato la cifra pagata con quanto avrebbe potuto ottenere a casa nostra, al prossimo viaggio potrebbe sempre vendicarsi del fedifrago gemmoyankee.

Per esempio rigandogli le vetrine col suo stesso diamante:

una vendetta addirittura mefistofelica, non crede?  :-)

Mi consenta ora di salutarla con una considerazione, magari triste ma realistica:

forse la mia categoria ha problemi di acutezza visiva, ma non direi che siano molti i colleghi che vedono il sol dell'avvenir…

Ovvero quella luce  che dicesi brillare in fondo al nero tunnel della nostra disastrata economia.

Quindi ho la netta sensazione (per non dire la profonda convinzione) che casomai sarebbero gli americani a trarre vantaggio dai prezzi che, adesso, si potrebbero spuntare in tanti negozi nostrani!

Intanto le auguro un buon viaggio.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Parliamo dei diamanti "a taglio antico"? Sono molto diversi da un taglio ideale, soprattutto in termini di valore commerciale?

Buongiorno Gianfranco,
anche stavolta ricorro alla sua competenza, gentilezza, simpatia e pazienza per avere una spiegazione sui tanto "amati" diamanti.

Spero vorrà accontentarmi, e di non abusare troppo abusando di tutte le splendide qualità che la contraddistingono, in particolare l'ultima.

cercherò di essere almeno il più breve possibile e vengo al quesito.

Cosa si intende per diamante di taglio vecchio con alta corona?

è molto diverso da un taglio ideale, specifica che spesso ricorre nei certificati gemmologici?,

soprattutto in termini di valore commerciale?

(nel senso di paragone con un altro, stesse caratteristiche di colore e purezza, ma di taglio moderno e ideale?

perdoni la profonda ignoranza con cui avrò di certo posto la domanda. 

concludo con il solito grazie, e a aggiungo un sorriso!

Stella

Buona sera, Stella

é un piacere rileggerla, ma mi permetta una domanda:

Cosa c'entrano le scuse a proposito delle domande che mi vengono poste?

Le domande si pongono per avere risposte a proposito di argomenti poco o punto conosciuti, direi, e quindi sarebbe casomai chi risponde a doversi scusare ove le spiegazioni non fossero sufficientemente chiare o non abbastanza esaurienti, non le pare?  :-)

Quanto poi riferito al taglio dei diamanti, in tema di proporzioni e di percentuali il discorso scivolerebbe inevitabilmente verso una serie di aridi numeri, ovvero l'ideale per confondere invece di chiarire.

Mi consenta quindi di rispondere in modo discorsivo e partendo dalla fine delle sue domande.

Le premetto che di tagli "preferiti" o almeno "preferibili" in passato ne furono studiati e proposti parecchi, e tutti derivati dall'abilità e dall'esperienza di tagliatori diversi e, magari, anche famosi.

Ma con risultati spesso discutibili, e a volte anche poco ripetibili.

Poi comparve sulla scena il maestro Marcel Tolkowsky, che affrontò il problema con rigore scientifico codificando il famoso taglio che prese quindi il suo nome.

E che, bellissimo, é anche abbastanza raro sul mercato perché  a partire dal "grezzo" iniziale é piuttosto "avaro"  come resa percentuale di diamanti tagliati.  :-)

Dato che "c'est l'argent qui fait la guerre", le lobby dei diamantai adottarono tagli (ovvero simmetrie) più commerciali, innanzitutto abbassando la corona (la parte superiore della gemma) con il conseguente aumento d'ampiezza della tavola (la grande superficie piana nella parte superiore del diamante).

Piccoli ritocchi, sia chiaro, ma dalle consistenti conseguenze economiche, anche, e con una piccola modifica dell'aspetto finale del diamante.

Tutti felici, quindi?

Mica tanto, sia perché di "tagli ideali" ce ne sarebbero più di uno, sia perché adottati o meno che siano dal commercio (di questo si tratta, alla fine della fiera) la bellezza di una gemma DOVREBBE secondo me essere valutata ESCLUSIVAMENTE col metro del buongusto dell'osservatore:

altro che le pagelle prodighe di "excellent" che imperversano innanzitutto ma non solamente in Rete.

Ovvio che avere un papiro dove c'é scritto che il tal soggetto é meglio di un altro giustifica innanzitutto - e non sempre a ragione - varie differenze di prezzo…

Inoltre e soprattutto fluidifica e velocizza la commercializzazione di tanti esemplari che, sovente, non  sono neanche osservati come si deve, non uscendo nemmeno dai loro squallidi blister!

Tutto ciò premesso, mi permette di raggruppare (ammucchiare sarebbe più corretto dire) tutti i diamanti con tagli "datati" nella generica classificazione di "taglio vecchio"?

Non essendo riconducibili a simmetrie standardizzate, in tale ventaglio di forme troviamo splendidi ovali tagliati "a cuscino", fascinosi (e panciuti) tagli rettangolari o magari carré cosiddetti "a televisione", o magari strepitosi cristalli tagliati con approssimative simmetrie "a pera" o "a goccia"…

E senza dimenticare il taglio "a briolette", ovvero una goccia assolutamente simmetrica e interamente ricoperta di faccette triangolari…

O i vari tagli "a rosetta" con un numero limitato di faccette sulla corona, e un fondo piatto che ornano una quantità di oggetti veramente antichi. 

Con licenza poetica - ovvero con arbitrio del tutto personale - io aggiungerei anche quelle piccole e deliziosamente modeste "schegge" di diamante, con alcune faccette del tutto casuali sulla parte superiore, che sono state incastonate da un bravissimo e paziente artigiano con l'abilità e la pazienza "di una volta".

Si, qualcuno torce il naso o, almeno lo alza con sufficienza dopo un esame sempre troppo superficiale, ma così facendo si priva di un piacere riservato solo a chi sa apprezzare col buongusto necessario certi dettagli riservati a davvero pochi privilegiati.

Immagini, Stella, il contorno di uno zaffiro, o di un bel granato, su di un anello di fine '800:

Un contorno tutto cosparso proprio di quelle "schegge" di cui sopra, ciascuna delle quali adagiata in un incastro metallico fatto su misura per accogliere, seguire e femare quelle forme… 

Forme che sono tutte una diversa dall'altra!

Ora, a capo chino e scoperto, la prego di unirsi a me per un minuto di raccoglimento in memoria dei diamanti "taglio antico" vittime di uno sconsiderato ritaglio "moderno".

Si, malgrado tante prediche al vento e anche qualche feroce discussione, non sono poi molti i soggetti che sono riuscito a salvare da chi ne voleva trasformare il conturbante fascino "di una volta" in un banale, anonimo e ingiustificabile taglio moderno.

Perché creduto più commerciale, certo, ma anche deciso senza calcolare il valore finale del nuovo soggetto, cioè ua grandezza che rappresenta quasi sempre una sorpresa.

Nonché un'amara e costosa delusione. 

Per finire, le preciso che non mi é possibile quantificare la differenza di valore fra un diamante taglio "ideale" con uno "taglio antico" proprio perché ogni caso é un problema a sé stante, del quale sarebbero necessari calcoli diversi.

Incominciando con quello della percentuale di perdita ponderale, per esempio, ma non solo. perché bisognerebbe anche far riferimento A QUALE fra i diversi tagli ideali si vorrebbe ricondurre il diamante da violentare.

Ma se vuole un riferimento cronologico potremmo tranquillamente ritenere che la maggior parte dei diamanti "a taglio antico" siano stati prodotti almeno fino agli anni 30/40, anche se non escluderei che anche tutt'oggi, in qualche sperduto villaggio della Thailandia, del Borneo o dell'India qualche ben intenzionato tagliatore non si cimenti anche adesso con una simmetria dalla quale speri di ricavare qualche centesimo di carato in più come premio per la sua industriosa fatica.  :-)