Diamanti

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 4937

Il cliente mi accusa di truffa: il diamante non corrisponderebbe alla mia garanzia.

Salve, sono un artigiano orafo, ho venduto una DIAMANTE da 1,39 ct a un mio cliente che prima l'ha vista poi la comparata con altre che avevo in negozio e alla fine l'ha scelta,

Prima di fargli la montatura gli ho chiesto se volesse avere un certificato da un istituto oppure uno scritto di proprio pugno ,alla fine ha deciso di non volere un certificato di un istituto.

Una volta commissionato il tipo di montatura con relativi diamanti da montare sul gambo ho provveduto a dargli un mio certificato dove esprimevo il peso il colore e la purezza:

ct 1,XX
clarity VS
F Color

A distanza di qualche mese fa smontare il diamante e lo fa rimontare su un altra montatura,, per poi farlo smontare nuovamente e farlo certificare a un gemmologo della zona (HRD), trovando il diamante:
ct 1,XX
clarity: P2
G color.

Mi ha richiamato accusandomi di averlo truffato, l'anello pesava 8 grammi con un contorno di 0.XX ct di diamanti sul gambo e una settimana di lavoro partendo dal modello in cera al modello terminale in oro bianco più incastonatura dei diamanti il tutto a X.XX0 euro,  ora le chiedo quanto e importante il mio certificato fatto senza essere un gemmologo?

E se una volta smontato il diamante dalla mia montatura il mio certificato é sempre valido?

Ho la  fattura d'acquisto del diamante che mi costa X:X00 euro e tutto il lavoro più il materiale usato posso veramente essere denunciato per truffa?

Premesso  che non sia un avvocato se sarebbe in grado di darmi un suo parere su tutta sta situazione,la ringrazio della sua gentile disponibilità.


Buona sera, L.

la ringrazio per la fiducia, e per quanto vale eccole una foto della situazione come io la vedo.

La legge (finalmente, la NUOVA legge in tema) presuppone la responsabilità diretta e completa del venditore (lei) verso il cliente (il privato), e quest’ultimo ha ora un diritto di recesso e delle garanzie ben superiori al passato a tutela dei suoi acquisti.

E questo é un bene, per tutelare non solo il mercato, ma innanzitutto gli operatori competenti e onesti: quelli cioé che non vendono solo fumo, chiacchiere e specchietti per allodole.

Quanto poi alla contestazione di cui lei sarebbe oggetto, a distanza di tempo (quanto?) e previ ben DUE smontaggi del diamante per cambio di montatura qualsiasi avvocato la difenderebbe facilmente anche solo sostenendo che allo stato attuale dei fatti NESSUNO saprebbe ragionevolmente provare che la gemma in contestazione sia sempre la stessa…

Perché suppongo che il diamante NON fosse corredato in origine da una (NITIDA!) foto al microscopio, una ripresa che ne permetterebbe la sicura identificazione e la relativa attribuzione, nei secoli dei secoli a venire.

E questo chiuderebbe il problema giuridico, pur se al prezzo di una spesa non prevista e tanta, tanta amarezza.

Ma siccome lei continuerà a incrociare il furibondo cliente, magari concittadino in una città non grandissima, sarà opportuno sottolineare anche qualcosa in più delle paventate conseguenze legali.

Intanto, mi complimento per l’assunzione diretta di responsabilità professionale nel redigere in prima persona il certificato di garanzia con cui a suo tempo corredò la gemma, e spero vivamente che il suo fornitore le abbia corredato in diamante con attribuzioni descrittive appropriate e veritiere.

Lo spero e le auguro davvero che sulla fattura siano indicati proprio quegli estremi gemmologici che ora sarebbero in contestazione.

Ripeto, SAREBBERO se fosse in dubbio la corrispondenza della gemma attuale con quella che lei montò a suo tempo…

Ovvio che se lei riconoscesse per suo il diamante, allora il problema si sposterebbe sui livelli qualitativi attribuiti poi dal gemmologo consultato successivamente.

Qui ci sarebbe allora molta materia di discussione, perché i gradi di Clarity e di Color equivalgono a dei “voti” che l’operatore assegna al soggetto.

E pur con le migliori attrezzature i i confronti più accurati rimarrebbero certo alcune consistenti aree d’incertezza, con le quali qualcuno come me potrebbe, se nominato magari in affiancamento come perito di parte, andare a nozze per settimane.

Per costose settimane, sia chiaro, e le assicuro che il successo finale dipenderebbe (secondo me) più dalla capacità istrionico/oratoria delle parti piuttosto che non dal “peso” di certe deduzioni gemmoanalitiche…

Non si scandalizzi, ma senza vedere il diamante io posso solo “puntare il dito contro le nuvole” e, almeno, sperare che il gemmologo HRD (istituto serio, a quanto mi consta) voglia dettagliare i particolari determinanti della sua diagnosi.

Capisco il suo sconcerto, ma in tutta franchezza mi sembra che che tutta la questione non sia molto più seria di una tempesta in un bicchier d’acqua.
E con tutto il rispetto per le opinioni altrui, le sottolineo che certe attribuzioni qualitative sono economicamente davvero MOLTO importanti SOLO ai gradi più alti delle scale merceologiche del diamante, mentre al livello dell’esemplare descritto si tratta di solito “a corpo”, ovvero concludendo con un “visto e piaciuto”.

Previa accurata ed esaustiva descrizione illustrativa della gemma, a scanso di successivi dubbi e ripensamenti.

Si, perché UN GRADO di Colore e soprattuto DUE GRADI di Clarity in meno sono una differenza piuttosto consistente, almeno dal punto di vista tecnico ma, e sempre secondo me, molto meno significativa da quello economico perché siamo nella zona SI / P.

Tanto da NON giustificare l’accusa di scorrettezza né tantomeno di truffa che le é stata ventilata, un reato che oltretutto il Codice Civile descrive in modo diverso:
sarebbe infatti truffa se lei avesse fornito un cubic zirconia o una moissianite definendoli “diamante”, fatto che invece non si é verificata.

Quindi la controparte (e, ripeto, sempre che lei riconosca nel diamante di cui sopra come la gemma da lei venduta) potrebbe SOLO contestarle il prezzo di vendita, e a patto che l’analisi qualitativa del gemmologo HRD sia effettivamente attendibile.

Ora, contestazioni e successive disquisizioni tecniche a parte, se volessimo entrare nel merito dei valori che lei mi ha indicato io potrei tranquillamente sostenere che lei sia attenuto a quotazioni particolarmente “basse” per il lavoro fatto sul gioiello poi fornito.

E questo ANCHE se le suddette valutazioni del gemmologo HRD risultassero assolutamente attendibili e quindi condivisibili NEL LORO COMPLESSO.

Le raccomando quindi la calma più prudente, e se volesse telefonarmi forse potrei suggerirle ancora qualche argomento con cui (tentare di) calmare l’inferocito interlocutore.

Quell’irato antagonista che avvolto nel barakan e tirato fuor di naftalina il turbante, nel frattempo avrà fatto affilare la scimitarra sognando la vendetta in uno scontro all’ultimo sangue.  :-)

Spero che lei riesca a riallacciare un dialogo finalmente chiarificatrice col cliente, magari alla presenza del gemmologo che dovrebbe dettagliare con parole meno “drastiche” le sue sintetiche, e quindi magari fuorvianti, deduzioni.

Auguri.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 2679

Stimare la caratura di un diamante Princess montato sull'anello.

Buongiorno...

 

Ho un anello in oro con montato un diamante Princess con le seguenti caratteristiche: 

F color

clarity VVS 1 

taglio very good 

simmety excellent...

la caratura 1,02 

misure 5.25x5.43x4.10….

 

Alcune persone di mia conoscenza che lavorano nei compro oro hanno ritenuto essere una caratura falsa perché la pietra sembra troppo piccola per essere un carato…

 

Guardando le misure delle tabelle del taglio princess che riportano 5 punto 3 come misura precisa io non so cosa pensare se non sarà un carato ci sarà comunque molto vicino la sua opinione a riguardo quale è e soprattutto conosce qualcuno su XXX che possa misurare ulteriormente la pietra senza smontarla?

 

Aggiungo che l'ho pagato poco più di X000 euro in un'occasione di un'asta. 

 

La ringrazio anticipatamente.

 

 

 

Buona sera, Donatella

 

le gemme in generale, e i diamanti in particolare, quando sono su o in una montatura consentono solo un’approssimazione della loro caratura,  e la stima é tanto più incerta innanzitutto quanto più la montatura fosse “coprente”…

 

E lei, naturalmente, si é ben guardata dallo specificare se il fissaggio é garantito da punte (i cosiddetti griff) o da un castone.

 

Su un modello che lascia libero l’apice per misurare l’altezza della gemma, o che impedisce l’accesso alla sonda del calibro gemmologico.

 

Chiaro che se la montatura fosse tutta “chiusa” sarebbe inutile fare la via crucis fra tutti i gioiellieri della città, che sarebbero in serie difficoltà per azzardare un responso attendibile.

 

Tra l’altro, nel suo caso in particolare le faccio presente che un taglio di fantasia come lo splendido “princess”  NON ha proporzioni “standard” codificate e quindi in grado di generare tabelle di stima  precalcolate.

 

Il suo diamante ha il padiglione (il cono inferiore) NON come un semplice cono faccettato, ma con una simmetria più complessa: 

qualcosa di riconducibile (approssimativamente) a un cono apicale e poi un tronco di cono in corrispondenza della cintura.

 

Ovvio come la “giunzione” fra le due sezioni influenzi non poco la massa finale a seconda della maggiore o minore distanza dall’apice:

infatti, un preponderanza della parte tronco-conica aumenterebbe l’entità della caratura finale.

 

Sarebbe anche il caso di aggiungere che a quel minimo di libertà che (per fortuna) ha il tagliatore per dimostrare estro e abilità (in un taglio che, ripeto, NON é standard) consegue una variabilità nella caratura finale…

 

E l’opportunità di usare tanto una bilancia per dissipare i dubbi, e finalmente gli occhi per valutarne la bellezza:

altro che tabelle di massa, prima, e di proporzioni, poi!    :-)

 

Quindi e giusto per agire con raziocinio, la prima cosa da fare é quella di accertarsi che la gemma acquistata all’asta sia davvero un diamante…

 

E poi, smontatolo nella speranza che oltre a esserlo abbia anche caratteristiche corrispondenti a quelle che lei elenca, verificarne la caratura.

 

Ma mi creda, se tutto come le auguro dovesse corrispondere, allora la inviterei a un felice brindisi per il favoloso acquisto.

 

A un prezzo tanto basso da apparire persino ridicolo.

 

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 3039

Un certificato GIA "duplicated": si tratta di un falso?

Buongiorno, premetto che per me è sempre stato un piacere leggere le sue pubblicazioni vorrei un suo parere su un diamante che ho acquistato a Parigi.

Il diamante mi è stato venduto con un certificato GIA su cui c'è scritto "duplicated".

 

Si tratta di un falso?

Confrontandolo con l'anello di mia madre sempre dello stesso colore e con anch'esso certificato GIA però il mio risulta essere molto più giallo.

 

Andando a chiedere informazioni al rivenditore mi è stato riferito che la differenza dipende dalla provenienza della pietra.

 

Può essere possibile un fatto del genere?

 

Ringraziando in anticipo per le sue delucidazioni la saluto.

 

 

Buona sera, Michela

 

i duplicati dei certificati sono una consuetudine di lungo corso, perché invece di rischiare facendo viaggiare i prezionìsi cristalli sono in molti quelli che spargono ai quattro venti le copie dei relativi certificati.

 

Copie che gli istituti emittenti rilasciano senza problemi, oltretutto rendendo felici coloro che comperano i diamanti “sulla carta”…

 

Non ho quindi (troppi) motivi per sospettare un falso, escludendo l’ipotesi che lei abbia provveduto l’acquisto in uno dei bistrot della rive gauche che ricordo con nostalgia.  :-)

 

Calma, però, e non azzardi conclusioni affrettate da un primo - e probabilmente inesperto - confronto fra il suo diamante e quello di sua madre, perché le variabili in gioco potrebbero essere più d’una.

 

Lei non mi precisa né la caratura delle due gemme né il colore indicato nei certificati:

e sappia che una gemma di caratura ridotta apparirebbe certo migliore di una consorella di maggiori dimensioni.

 

E questo a parità di tutte le altre caratteristiche.

 

Non entro nel merito del taglio, a proposito del quale le considerazioni e le conclusioni (previo esame diretto!) sarebbero anche più delicate, ma tanto per elencarle i dettagli che lei NON mi fornisce, le ricorderei che a parità di dimensione, di taglio e di colore (ipotesi abbastanza inverosimile, ma tant’é) LA FLUORESCENZA marcata in uno dei due esemplari e magari nulla nell’altro potrebbe (occhio: ripeto potrebbe) generare una non secondaria influenza nella percezione del colore apparente.

 

Nulla di strano perché una forte fluorescenza azzurra (la più comune) di uno dei diamanti si sommerebbe alla leggera tinta del cristallo (“Serie Cape”, cioé con tracce di colore giallo) facendolo apparire “migliore”, in particolare alla luce del mattino che con la nota ricchezza di raggi UV accentuerebbe il fenomeno di emissione. 

 

In ultimo, e senza ulteriori dettagli, mi riuscirebbe difficile digerire la giustificazione che lei mi riporta, almeno fino a quando il gioielliere non mi fornisse la prova (hai voglia!  :-) dell’origine DEI DUE diamanti.

 

Non che la spiegazione sia strampalata più di tanto, perché per esempio la storica miniera sudafricana di Jaegersfontein ha sempre offerto una corposa percentuale di diamanti con marcata fluorescenza, ma il problema consisterebbe nel risalire al camino diamantifero d’origine.

 

E non ci riuscirebbe nemmeno Sherlock Holmes, credo.  :-)

 

Quanto al sito temo che dovrà accontentarsi di scorrerne a ritroso i contenuti perchè fra le devastazioni di un maledetto hacker e il calo d’interesse verso le gemme si sono ridotti  ridotto drasticamente tanto la frequenza quanto il numero delle e.mail che ricevo.

 

Almeno, di quelle pubblicabili perché d’interesse generale.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 2006

Dove sottoporre l'anello a un'analisi

Salve,avrei una semplice domanda da porle.

Cosa può un gemmologo determinare esaminando delle pietre non smontate?

 

Mi spiego meglio, avendo regalato un trilogy da 1.40 carati ed essendo accompagnato da tre certificati GIA, ma non fidandomi lo stesso, può l'anello essere sottoposto a delle analisi almeno per vedere se qualche caratteristica corrisponda a quanto è scritto nei papiri americani?? 

 

Grazie e buona serata.

 

Ps.

Può dirmi dove eventualmente potrei rivolgermi, nella mia zona??

 

 

 

Buona sera, Alberto

 

trattandosi di oggetti montati un eventuale esame é compito del perito e non del gemmologo, ma ciò non toglie che anche quest’ultimo possa individuare elementi significativi atti a dirimere non pochi dubbi.

 

Come nel suo caso…  :-)

 

Consideri come la montatura dell’anello potrebbe nascondere in toto la cintura dei tre diamanti, e impedire innanzitutto la lettura dell’eventuale codice ivi impressovi col laser dal GIA, e anche nascondere il tipo di finitura della cintura stessa (smerigliata, faccettata), la sua altezza e/o i dettagli relativi alla regolarità:

 

in tali circostanze rimane solo la certamente fortunata presenza di caratteristiche interne davvero particolari che, ben descritte nei certificati (nel grafico detto in gergo “plotting"), consentano di appaiare un determinato cristallo al suo documento descrittivo.

 

Quanto a un’eventuale consulenza nella sua zona potrebbe chiedere in Camera di Commercio l’elenco degli iscritti nel ruolo dei periti e degli esperti in preziosi, oppure contattare il

 

Collegio Italiano dei Gemmologi

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

che le segnalerà il socio a lei più vicino.

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 1922

Diamante perduto e rivalsa sul venditore

Buonasera,

 

ho perso il brillante che era incastonato su un orecchino.

 

L'ho perso mentre lo indossavo.

 

Considerato che l'orecchino lo avevo da 4 anni e lo portavo tutti i giorni secondo lei posso rivalermi sul venditore per incastonatura difettosa o no?

 

Grazie.

 

Chiara

 

 

 

Buona sera, Chiara

a titolo personale mi riesce davvero difficile ipotizzare come possa “scappare” un diamante incastonato su di un orecchino, e malgrado lei non mi abbia dettagliato il tipo di montaggio (griff? Lastra? Castone?) sarei anch’io incline verso l’ipotesi di un difetto all’origine, del metallo o del montaggio che fosse.

 

Ma un’opinione, ovvero un'ipotesi personale sono una cosa, e il convincimento di un giudice é ben altro e in tutta franchezza le consiglierei caldamente di lasciar perdere.

 

Perché al danno per il portafogli lei rischia di aggiungerne uno anche maggiore per il suo già provato fegato.

 

Le risparmio i dettagli tecnici di una (probabilmente incerta e quindi contestabile) perizia sul metallo dell’orecchino disastrato, ma se l’altro apparisse in buono stato lei rischierebbe di fornire se non una prova  almeno un pesante elemento di dubbio, purtroppo a suo sfavore…

 

Poi aggiunga il tempo trascorso, ovvero i quattro anni nei quali lei non può né provare la cura posta nella conservazione degli orecchini né, tantomeno, escludere un qualsiasi evento traumatico (cadute sul pavimento del bagno, per esempio) ai danni dei medesimi, quindi tragga lei stessa le sconsolanti conclusioni:

 

nessuna speranza a proposito di qualsiasi rivalsa.

 

Per sua info, in un precedente caso simile fu possibile ipotizzare una carenza nella fusione dei griff, e quindi il gioielliere accordò un ragionevole sconto sull’acquisto sostitutivo…

 

Ma ricordi che é un caso ewNON una regola.

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 7572

Diamanti, listino prezzi... E Rapaport

Gentilissimo  sig. Lenti,

ho sempre letto con piacere le sue consulenze sul suo utilissimo sito, e ora mi ritrovo per la prima volta a chiederle io un consiglio per il quale sarei onorata di una sua risposta.

 

Sto decidendo di acquistare un diamante, per lo piu' una pietra “importante", ma al tempo stesso non esosa, come dice lei una pietra che sia “sincera"; e attendibile nell'insieme delle sue caratteristiche, magari bella e un buon compromesso tra aspetto commerciale e “investimento"; (anche se l'acquistero' per metterla al dito).

 

Dopo vari gironi d'inferno, dove anche gente e gioiellieri fidati, hanno parecchio giocato con cifre, carature e caratteristiche del signor “diamante"; in questione, impappinandomi con listini Rapaport, e grandi (per loro) sconti o caratteristiche…

mi sono imbattuta casualmente in una inserzione su ebay (ma da parte di una gioielleria /compro oro realmente esistente con tanto di ragione sociale, p.iva e numeri telefonici e tante vendite positive gia' in attivo) che vende un

 

diamante di 2,10 carati -

colore J 

purezza VS 2

Ottimi : taglio / politura/ simmetria e proporzioni -

fluorescenza nulla.  

 

Tale diamante e' blisterato con suo certificato "Centro Analisi Gemmologiche” di Valenza, a cura del Dott. Pio Visconti.

 

Mi e' stata chiesta la somma di XXX euro, e per di piu' la possibilita' (questa cosa l'avevo chiesta io per curiosita') di potere scalare ulteriormente il costo con eventuale cambio di oro/gioielli che non uso piu' (chiaramente tenendo conto con attenzione delle quotazioni del caso).

 

Puo' essere secondo lei, per costo e caratteristiche della pietra un buon acquisto?

 

O e' una pietra per quanto bella, sopravalutata o non degna un domani di potere essere valutata per quello che almeno spendo?

 

La ringrazio infinitamente e anticipatamente per la sua cortese attenzione.

 

Un caro saluto.

 

 

 

Buona sera, Annamaria

grazie per l’apprezzamento verso il sito, ma sentirsi addirittura “onorata” per una risposta é proprio un’esagerazione!  

 

Io sono solo un appassionato del mio lavoro, e considero la rubrica “domande e risposte” un piacevole intermezzo col quale condividere una “scintillante attenzione" con tante amiche e amici:

 

Da pari a pari, ovviamente, quindi almeno per me niente incenso né mirra...  :-)

 

E a botta fresca le sospiro subito che vorrei tanto avere un € per ogni insonnia, dubbio e/o infelicità creati dai listini-prezzo del tipo Rapaport! 

 

E non (solo) per avidità:

sa, vorrei proprio avere un’idea di quante anime infelici si sono create nell’aldiqua un crudele purgatorio diamantifero grazie a quotazioni che, anche quando attendibili, DEVONO essere interpretate e completate con dati che di solito sono ignorati.

 

Ma tant’é, e sorvolo volutamente sulla gemmoconfusione conseguente le varie e dissonanti campane che lei ha ascoltato perché probabilmente lei NON ha applicato la prima e più importante regola in tali circostanze:

cioé, MAI abbandonarsi all’ascolto estatico di un gioielliere intento a magnificare le sue gemme, perché poi le analoghe “esibizioni” di altri colleghi finiranno solo per confondere le idee…  :-)

 

Invece é molto meglio preparare alcune domande precise, da ripetere a TUTTI i negozianti per confrontarne poi le risposte.

 

A questo punto sarebbe oltre la metà del corretto iter per una buona scelta e, volendo, potrebbe aggiungere tutte le considerazioni tanto tecniche quanto commerciali, benché per una sola gemma e per di più da indossare io darei invece un’assoluta priorità innanzitutto alle caratteristiche estetiche del diamante.

 

E la domanda essenziale sarebbe una sola: 

dopo averla osservata e possibilmente confrontata con altre simili, QUELLA gemma le piace più di tutte le altre?

 

Se la risposta fosse si, allora potrebbe tranquillamente fidarsi del Laboratorio C.A.G. della cui indiscussa affidabilità ho prova da alcuni decenni.

 

Con tali premesse direi che tanto il costo quanto le caratteristiche di colore e clarity siano appetibili per quel diamante, anche se continuo ad aborrire i dannati blister che - sempre secondo me - rendono una gemma desiderabile quanto una bella donna vestita da palombaro.

 

Però non saprei proprio dirle cosa potrebbe succedere un domani, in caso di vendita, poiché in un domani prossimo dovrebbe mettere in conto una certa riduzione del ricavo rispetto al costo d’acquisto;

visto che fra IVA e margine del negoziante la percentuale di riduzione non sarebbe irrilevante.

 

Quanto alle prospettive di prezzi in un domani più lontano preferisco astenermi perché pur ottimista per carattere non direi che ci siano molte ragioni a sostegno di tale atteggiamento.

 

E dato che i nostri pomposi e privilegiati farfalloni promettono efficaci e immediati provvedimenti per offrire un lavoro “ai giovani”, io non posso non chiedermi DOVE poi questi andrebbero a lavorare se “i vecchi” imprenditori continueranno a espatriare.

 

O, purtroppo, a suicidarsi.

 

Le auguro una buona serata, adesso, e un buon acquisto per domani.

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 1913

Non riesco a trovare acquirenti di diamanti non tagliati. - 2 -

Gentile Gianfranco, la ringrazio tantissimo!

 

sto raccogliendo in giro informazioni relative a questo lavoro a cui volevo dedicarmi, ma le confesso che non ho incrociato nessuna persona che mi spiegasse bene, in maniera così dettagliata, e con grande passione, quanto mi ha scritto lei ora.

 

Certo le sue notizie mi scoraggiano abbastanza... perchè capisco che intraprendere questa strada, soprattutto se intendessi approcciare i mercati più famosi, mi vedrebbe presto costretta a rinunciare... 

e come diceva prima lei proprio in Sierra Leone, spesso 'compratori' hanno lanciato il sasso sugli acquisti, ritirando poi la mano...(forse anche semplicemente per mancanza di denaro).

 

La ringrazio ancora per l'aiuto e le auguro buon lavoro.

 

Maria

 

 

Buona sera, Maria

 

mi fa piacere se ha trovato esaurienti le mie spiegazioni perché, vede, per anni anch’io ho cercato risposte che mi sono state negate oppure che erano tanto confuse e incomplete, da essere scoraggianti…

 

Lei però non deve arrendersi prima d’aver verificato tanto le sue possibilità quanto la validità dei contatti in Sierra Leone perché, come le ho precisato, le possibilità “diamantifere” (e non solo quelle) sarebbero reali.

 

Come reali sono i rischi e i problemi, ma per carattere preferisco il tentare la sorte di (almeno per quanto possibile) ben calcolati  rischi piuttosto che l’attesa di una fine per inedia quale sembra ci si debba aspettare nelle nostre contrade.

 

Mi saluti lo zio, non appena avrà l’occasione di sentirlo e, potendo, lo vada a trovare:

l’Africa ha luoghi di una bellezza sconvolgente e, se gratificata in loco da una necessaria e attenta assistenza, lei me ne sarà grata.  :-)

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 2293

Potrebbe aver senso acquistare una pietra così sofisticata.

Ho letto con interesse i vari post riguardanti il tanto decantato taglio Leo-Cut.

In questi giorni sto valutando l'acquisto di un solitario con un gioielliere che tratta diamanti del World Diamond Group di Vicenza.

Sul loro sito ho visto che esistono i tagli Dluce (82 faccette) e addirittura il Damelise da 105 faccette.

Volevo capire se a parità di colori, purezza e caratura (il mio target è un 0.50 ct) si può notare la differenza in termini di brillantezza e luminosità e se a suo parere potrebbe aver senso acquistare una pietra così sofisticata.

Grazie,
Federico

 

 

Buona sera, Federico

 

a mio modesto avviso ha SEMPRE senso acquistare una gemma che le piace, quando ne avesse motivo e possibilità.

 

E con questo mi sono messo al sicuro da qualsiasi contestazione, tanto che posso permettermi di approfondire qualche dettaglio come se NON fossi affetto da pesanti condizionamenti gemmopartigiani.  :-)

 

Dunque, nel suo caso specifico io sconsiglierei senza tentennamenti tutte le fantasie di scelta a proposito di un diamante da mezzo carato:

 

un taglio classico "a brillante", di forma rotonda oppure ovale, e via correre, con la sola eccezione di un'occhiata (o magari due o tre) a un bel  "princess".

 

Una scintillante, felice eccezione fortunosamente scovata nei meandri più intimi di una signorile gioielleria.

 

Con questo NON intendo contraddire il mio dogma di fede, quell'assoluta NECESSITA' di OSSERVARE, di CONFRONTARE e quindi di SCEGLIERE di persona i diamanti…

 

Ma solo riconoscere la potenza e quindi il valore del colpo di fulmine per cui  è famoso il re delle gemme.

 

Quanto alla bellezza complessiva del soggetto (ché di questo stiamo discutendo) non é certo la sola conseguenza (a parità di colori, purezza e caratura, come dice lei) di un numero più o meno elevato di faccette.

 

E allora perché sconsiglierei i tagli più o meno elaborati che lei elenca?

 

Perché se il Leo Cut é un ben reclamizzato taglio classico che valorizza il materiale in modo perfetto, la massa di mezzo carato sarebbe (sempre secondo me) il minimo per giustificarne la spesa.

 

E, sia chiaro, esistono diamanti altrettanto ben tagliati che non sfigurerebbero certo in un eventuale confronto… anonimo.  :-)

 

Un numero maggiore di faccette sarebbe indubbiamente una prova di bravura e di buona volontà del tagliatore, ma avrebbe un senso soprattutto nel caso di gemme con dimensioni ben più consistenti.

 

Infatti, un numero molto alto di faccette donerebbe certamente una vivacità eccezionale  (e ne avrebbe anche bisogno…) al diamantone che Queen Elizabeth sfoggia sulla regale corona.

 

Oltretutto  senza farlo luccicare come gli strass di una velina, ma a me NON parrebbe il massimo dell'eleganza su diamanti di gran lunga meno imponenti.

 

Tutti i gusti sono gusti, ma l'equilibrio e l'armonia fra luce bianca e luce colorata che sprigionano i tagli moderni realizzati nel rispetto delle leggi dell'ottica non hanno certo nessun bisogno di virtuosi funambulismi magari aggiunti tanto per mostrare le superiori capacità geometriche e meccaniche di una certa scuola.

 

Oppure per giustificare i micidiali costi di una campagna pubblicitaria a livello mondiale.

 

Mi auguro di non aver urtato la suscettibilità di nessun diamantaio anche se mi rendo conto che prendere posizioni troppo precise richiederebbe almeno una premessa del tipo "non sparate sul pianista".

 

Ma sono le mie opinioni e quindi, in mancanza d'affetto, chiedo almeno una tollerante comprensione.   :-)

 

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 1999

Entusiasmo e buon senso per un diamante… - 2 -

Buongiorno sig. Lenti,

 

Per quanto riguarda la fluorescenza, credo di essermi spiegata male, perché non ha davvero alcuna importanza per me che il diamante abbia questa proprietà o meno, mi divertirei semplicemente a cercarla, ed eventualmente a osservarla, se avessi la strumentazione, ma la sua presenza o assenza non cambierebbe nulla riguardo a ciò che penso della pietra.

 

 

A questo proposito, ho appena scoperto in una sua vecchia lettera che ai diamanti molto fluorescenti è in genere attribuito un valore minore, con mia grande sorpresa! 

 

Secondo me si tratta sempre di incredibili "magie" compiute dalla natura e non capisco come una proprietà ottica possa perfino sminuire il valore di una pietra... ma è solo una considerazione del tutto personale, questa sì senza alcun valore!

 

Infine, volevo chiederle una precisazione riguardo al metodo di pulizia che mi ha consigliato, perché lungi da me essere una gemmopulitrice infelice! :-)

 

Ho utilizzato alcol denaturato (per fortuna una sola volta, e spero di poter facilmente rimediare con la procedura corretta), ma incolore (che ho faticosamente trovato sul mercato), pur temendo gli aloni, soprattutto perché non è possibile asciugare la pietra con un panno morbido in ogni punto, essendo incastonata. 

 

D'altra parte temevo ancora di più che con l'acqua saponata potessero rimanere "incastonate" delle tracce di sapone non completamente disciolto e, soprattutto, che il calcare nell'acqua potesse con il tempo depositarsi sulla pietra.

 

 

Questo è il motivo per cui tolgo l'anello quando mi lavo le mani, anche se c'è ogni volta il rischio che mi cada.

 

Non voglio sembrarle paranoica, ma sono qui ancora a chiederle aiuto perché purtroppo sul web si trovano tante e troppe informazioni contrastanti e, come le ho già detto, mi fido del suo parere e voglio divenire una gemmopulitrice felice!

 

Opterei per la pulizia con acqua saponata (mi dispiace, ma non avrei mai il coraggio di far bollire il mio anello), senza uso di spazzolino (rischierei forse di "nuocere" all'oro e alla sua probabile rodiatura... e comunque l'idea non mi alletta), ma le chiedo: quale sapone devo impiegare, per i piatti, per le mani (ne dubito), per il bucato, ammoniaca, o altro? 

 

E l'acqua deve essere (o comunque è meglio che sia) distillata, sia quella di lavaggio che per il risciacquo, e andrebbe bene a temperatura ambiente o sarebbe meglio riscaldata?

 

E poi devo semplicemente farlo asciugare all'aria, senza tamponare con un panno?

 

Nel caso avesse già scritto al riguardo, potrebbe anche solo indicarmi il link, senza farle perdere ulteriore tempo a rispondere.

 

La ringrazio ancora una volta per la sua rara disponibilità e le auguro una splendida giornata.

 

Michela

 

 

Buona sera, Michela

 

circa il valore "ridotto" dei diamanti fluorescenti, in pratica riconoscerebbe la possibilità che la luce azzurrina emessa dal diamante  in certe condizioni d'illuminazione (luce con presenza di UV) mascheri o almeno attenui l'eventuale presenza più o meno intensa di "giallo" nella massa del diamante.

 

Ma la selezione per fluorescenza é largamente disattesa dai nostri produttori e anche dai commercianti, che per stabilire i prezzi si limitano alla valutazione delle solite "4C", mentre dovrebbe essere una prassi costante:

 

a  -  per fornire un quadro descrittivo più completo, e 

b  -  per consentire l'accostamento (su di un pavé, o in un bracciale "tennis" di diamanti) 

       con la migliore uniformità di colore  nelle diverse condizioni d'illuminazione.

 

Per la pulizia del suo anello, il pericolo più grande è quello di dimenticarlo da qualche parte dopo che si sia lavata le mani.  :-)

 

Altrimenti, potrebbe far bollire il tutto in soluzione di soda caustica per minuti, per ore o per giorni con la certezza di riavere il diamante intatto, e come uscito da un bagno di vapore, oppure a ultrasuoni.

 

Ma qualunque detergente o solvente dovesse usare, nel caso lo usi A CALDO, poi NON tuffi l'anello in acqua fredda perché lo shock termico sarebbe pericoloso.

 

Anche per le altre gemme, naturalmente.

 

Risciacqui pure con acqua distillata, e poi lasci asciugare all'aria, perché il calcare si deposita per evaporazione dell'acqua del fiume, o dei rubinetti, ma non di quella demineralizzata, che ne é priva.

 

Ho trattato a più riprese l'argomento, ma fino a quando quel lazzarone del mio computerologo non deciderà a invertire l'ordine di numerazione delle risposte io non sarà in grado di indicale quelle di riferimento.

 

Per sua informazione, sto aspettando da mesi che l'augusto personaggio si degni di fare questa modifica.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
  • Categoria: Diamanti
  • Visite: 1955

Valutare un grosso diamante colore O / P

Ho ereditato un diamante di 2,82 ct di forma e taglio rotonda a brillante; le dimensioni 9,32-9,43x5.35 mm; catratteristiche interne VS 2; colore O/P; proporzioni : Buone; politura molto buona; simmetria buona- aspetto apice sfaccettato,medio- aspetto cintura smerigliata, sottile; Fluorescenza UV 365nm nulla.


Saprebbe dirmi quanto vale?

Grazie

 

 

Buona sera, Flavia 

 

il Rapaport classifica i diamanti fino al grado di colore M, e poi le quotazioni successive si approssimano togliendo circa un 10% per ogni successivo intervallo.

 

Quindi, da UNA TEORICA quotazione al carato del colore M / VS 2 lei dovrebbe togliere un 25 - 30% e avrebbe SULLA CARTA una quotazione attendibile.

 

Ma i diamanti con un colore evidente non hanno una richiesta particolarmente vivace, quindi prima di sognare una vendita sarebbe più realistico individuare un interlocutore interessato.

 

Anche se mi piace pensare che anche grazie al mio sito si incominci a valutare i cristalli innanzitutto per la loro bellezza e non solo per le quotazioni commerciali.