- Categoria: Diamanti
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Avere un anello che ogni anno mi costa centinaia di € in sostituzioni di diamanti perduti non é un piacere...
Buongiorno , ho acquistato nel 2011 un anello tipo fedina tutto incastonato con 3 file di diamantini , ai bordi diamantini neri e al centro diamantini un po' più grandi bianchi, il problema è che in due anni ho già dovuto portare ben 3 volte l'anello a far rimettere diamantini che avevo perso in quanto si staccavano, due giorni fa vado a ritirare nuovamente l'anello e non sono neanche passate 24 ore che si è staccato un altro diamantino bianco.
Detto questo volevo chiedervi come potevo procedere in questi casi , in quanto:
1° la garanzia sulla riparazione non me la danno
2° all'acquisto nessuno ha avvisato della possibile perdita di diamantini
3° avere un anello pagato più di X000 € che ogni anno mi costa una centinaia di € in sostituzioni di diamanti non mi pare corretto .
Buon giorno Matteo
di tanto in tanto mi segnalano una certa dose di ripetizioni quando sottolineo la necessità di un lavoro artigianale di alto livello, e (mi spiace per lei) la sua e.mail sembra sia stata scritta proprio su mio suggerimento per dimostrare che non avevo poi tutti i torti…
Vede, l'oro é un metallo duttile e malleabile, e quindi insieme all'opportuna "lega" acquisisce proprietà davvero ottimali per le successive lavorazioni.
E queste proprietà sono la conseguenza di una serie di operazioni eseguita con la necessaria maestria, operazioni che vanno dalla fusione alle laminazioni, e anche alle "stirature" con operazioni di trafila.
Il metallo acquista così quelle proprietà che ne rendono idoneo e sicuro l'impiego, a patto che TUTTE le operazioni di cui sopra abbiano rispettato scrupolosamente le regole che garantiscono il risultato finale.
L'impiego di una lega economica, così come una fusione con tempi e temperature sbagliati potrebbero benissimo aver prodotto un metallo "ghiacciato", come in gergo si definisce un metallo che manca della desiderata elasticità e sembra piuttosto imitare il vetro.
Se poi la fusione fosse stata passata e ripassata al laminatoio per ottenere una lastra da cui ricavare i pezzi, il problema sarebbe stato certo attenuato, anche se non é possibile determinare di quanto.
Ma se l'invece la fusione ha prodotto direttamente la fedina grezza, poi solo rifinita e incastonata, allora il rischio di disastri come quello che lei lamenta aumenta in modo esponenziale!
Purtroppo questa é la conseguenza di un'esasperata ricerca delle economie "di scala", e chi ci rimette é quasi sempre il poveraccio alla fine della catena commerciale.
Vede, soprattutto oggi che l'oro ha raggiunto prezzi celestiali, il risparmio su un singolo anello é (quasi) ridicolo, ma sarebbe comunque consistente se e quando si considerassero produzioni e forniture di migliaia di pezzi.
E per aggravare la situazione non é (non sarebbe) il caso di parlare di garanzie, perché per vari motivi ritengo altamente auspicabile un accordo bonario tout court con il venditore dell'anello.
Non sarebbe il caso perché il (povero?) negoziante NON sarebbe stato in grado di testare le qualità dell'oro (qualità meccaniche, NON il titolo, sia chiaro) acquistato, e lei NON sarebbe in grado di provare che il suo gioiello faceva parte di una partita il cui prezzo é stato contrattato (al ribasso) fino allo sfinimento finale.
Con i relativi compromessi qualitativi…
Per sua informazione, quando un lavoro é ben fatto in tutti i necessari passaggi si può ritenere con ragionevole sicurezza che i diamanti non escano dalle loro sedi, almeno non in normali condizioni e cautele d'uso, ma per garantire questo DOPO l'ennesima riparazione sarebbe stato necessario sostituire il metallo almeno in corrispondenza delle sedi dei diamanti, cosa che le sarebbe costata molto di più che non sostituire l'intera montatura.
E sarebbe stata indispenabile anche un'incondizionata stima nelle capacità dell'incastonatore...
Per favore, ora non getti la croce sulle spalle di quesito o quel segmento del mondo orafo, anche se io l'ho preceduta di molto nello stigmatizzare certe scelte sulle quali si può solo stendere un pietoso (pietoso, NON complice!) velo di silenzio:
per ora s'inizia a ventilare un grado maggiore di tutela del consumatore, e io sogno il momento nel quale per fare l'orafo NON sarà più sufficiente comperare dei modelli (in gergo, "delle cere") e una fionda a centrifuga per fonderle poi in oro.
Non m'illudo che rimangano solo tanti artisti alla Benvenuto Cellini, ma almeno gli orafi sopravvissuti saranno davvero degni di tale nome sia per capacità artistiche sia per le indispensabili conoscenze e capacità tecniche.
Finito lo sfogo (e me ne perdoni), le consiglierei sic et simpliciter la sostituzione della fedina, pagando la nuova manifattura nonché ricuperando oro e residui diamanti:
le costerà certo meno che non continuare con periodiche e inutili sostituzioni, e anche il suo fegato ne trarrà consistenti benefici. :-)