Ancora sui diamanti "clarity enhancad" trattati per migliorarne la purezza


Salve, mi chiamo Marina e sono un’appassionata di diamanti;
ho letto con piacere e attenzione le domande/risposte pubblicate sul sito, trovandole molto esaustive e ironiche.

Tra poco mi sposo, e il mio compagno è in crisi per la scelta dell’anello di fidanzamento, e mi chiede consiglio, data la mia passione.

Per non gravare sul budget familiare già pesantemente condizionato dal mutuo per l’ acquisto della nostra casa, vorrei indirizzare il mio compagno verso un diamante "clarity enhanced".

Sto cercando un grossista che disponga di tali pietre e che le venda singolarmente a privati, perchè i gioiellieri che ho contattato operano un ricarico molto alto su tali pietre.

Mi è stato detto che mediamente vengono vendute al 30% in meno rispetto alla valutazione rapaport di una pietra omologa ma non trattata.

A me sembra esagerato! Invece sul sito israeliano
www.girodiam.com
affermano di venderle con una scontistica fino al 70%.
Io non mi fiderei di comprare su internet... vorrei prima vedere la pietra con la mia lente 10x ....
Lei che ne pensa?
Ha qualche indicazione che mi possa essere utile per il reperimento della pietra che cerco?
(Cerco caratura > 1 kt. diametro della tavola da 7 mm in su, colore G oppure H (ma non superiore sennò è troppo giallastro) purezza (raggiunta dopo il trattamento) VS2 o inferiore, a esclusione dei piquet, qualità di taglio good cut].

Cosa vuol dire che posso chiedere una valutazione merceologica ma non gemmologica???
Se la caratura è abbastanza definibile, il colore pure, così come il grado di purezza (seppur con maggiore incertezza) e il tipo, la forma e la qualità del taglio sono definibili, la fluorescenza è identificabile... cosa significa che non è possibile una valutaizone gemmologica?

La ringrazio tanto per la sua risposta, che attendo con ansia.
Un caro saluto da T. Marina




Buon giorno, Marina, e intanto congratulazioni e auguroni|
E quindi "in crisi per la scelta dell’anello di fidanzamento"?
Via, non scherziamo:
per quella scelta ci si diverte da matti, pur fra mille esitazioni, e senza essere masochisti!

Magari si comprometterà un pochino l’equilibrio nervoso del gioielliere, ma questo é parte del gioco (e spiega la mia scelta del commercio all’ingrosso piuttosto del dettaglio :-), ma il risultato finale sarà un piccolo vulcano di luce in comune fra lei e la sua felice metà.

Almeno, io la vedo così, perché il mio lato romantico (ma non lo dica in giro) prevale su quello tecnico.

Un diamante "clarity enhanced"?
Per il fidanzamento?
E per un’appassionata di diamanti?

Se non dessi per scontata la sua buonafede, e lei non abitasse tanto lontano, le darei appuntamento all’alba dietro il convento di S. Gianfranco martire per incrociare le lame in un duello al penultimo sangue, creda!

Naturalmente, l’anello da fidanzamento non deve comprometter e il budget per la casa, ma se lei ne considerasse il costo diviso per la durata della vita, magari le sue conclusioni potrebbero riportarla verso un diamante naturale.

Magari piccolino, ma naturale.

Non mi esprimo circa le quotazioni che si trovano in giro, e suppongo che i prezzi locali siano tanto elevati per la scarsità della domanda, scarsità che rende la ricerca laboriosa, e l’acquisto (da parte del gioielliere) oltre che rischioso, anche poco appagante dal punto di vista professionale.

Infine, lei mi chiede "Cosa vuol dire che posso chiedere una valutazione merceologica ma non gemmologica?"

Una valutazione merceologica consiste, in breve, nell’attribuzione di un "peso", cioè di una descrizione tecnica complessiva dalla quale dedurre, eventualmente, un prezzo, tanto di gemme quanto di gioielli e/o materiali pregiati.

L’analisi gemmologica, col relativo certificato che accompagna il "blister" nel quale è sigillato l’esemplare, é riservata per convenzione a gemme che non presentino interventi umani tanto radicali da snaturarne il pregio fondamentale:
la naturalità, appunto.

E un diamante bucato col laser, le cui evidenze interne siano state schiarite o eliminate con acidi, con cavità riempite poi di materie plastiche o vetrose (magari colorate per correggere residue sfumature di colore) è quanto di più lontano io riesca a immaginare da una gemma che rappresenta una vera meraviglia della natura.

Sigillare un corindone (zaffiro o rubino, per esempio), il cui colore sia stato migliorato chimicamente, potrebbe fornire un elemento di confusione verso i non esperti, esponendoli quindi al (molto reale!) rischio di truffe.

Per il diamante "clarity enhanced", un sigillo con pseudo "certificato gemmologico" sarebbe (é?) una manna per qualsiasi cialtrone che, previo adeguato battage pubblicitario, decidesse (abbia deciso?) di trasformare un buon numero di patacche in un dorato soggiorno in esotici lidi.

Lidi da viaggio di nozze, magari :-)

Internet, che si presterebbe ottimamente per tale impresa, non é invece adatto per baciare le spose, e me ne rammarico:
almeno, mi trasmetterà una foto del felice evento?

A presto.

Caro Sig. Gianfranco,
la ringrazio per la sua poetica risposta.
Mi ha insinuato un piccolo dubbio sulla mia scelta...
Tuttavia ritengo che una pietra restaurata abbia comunque il suo fascino.
Certo, non il fascino ancestrale della naturalezza, ma il fascino della natura umana che riesce a insinuarsi dentro una gemma e modificarla nel suo interno.

Penso che il miglioramento sia una meta che dovrebbe essere comune a tutti, inclusi i diamanti!!
Mediterò profondamente su quanto lei mi ha scritto, ne parlerò con il mio futuro sposo e insieme decideremo.
In ogni caso le confido che portare al dito per tutta la vita uno "scolapasta" di diamante non è tra le mie massime aspirazioni..
La virtù sta nel mezzo, giusto?

Sarò lietissima di renderla partecipe quando io e il mio compagno saremo convolati a nozze, la data presunta è il x.xx. Un caro saluto Marina