• Categoria: Varie
  • Visite: 2458

Vendere gioielli in rete: statistiche?

Buongiorno,

vorrei chiederle se ha conoscenza dell'andamento delle vendite online di gioielli nei vari Paesi, o se conoscesse qualche ricerca effettuata cui poter dare un occhiata ai numeri.

 

In tal senso, come secondo quesito, le chiedo se lei considera una buona idea quella di iniziare vendere online (supponendo che la tipologia  non possa essere di  prodotti troppo costosi, quantomeno non prima di acquisire la fiducia dei consumatori).

 

Grazie per la risposta che vorrà fornirmi.

Saluti

 

Massimiliano

 

 

 

Buon giorno, Massimiliano

 

touché!

 

Lei mi coglie assolutamente impreparato a proposito della vendita di gioielli on line, un argomento a proposito del quale sono sempre stato decisamente prevenuto, soprattutto per motivi tecnici.

 

E non sono a conoscenza di nessuno studio né tantomeno statistica a proposito dei dati relativi che, a mio avviso, sarebbero comunque largamente incompleti e in ogni caso assolutamente imprecisi.

 

A lume di naso dovrei ammettere che almeno per la legge dei grandi numeri gli annunci nel web godono di un numero di visite, e quindi di potenziali acquirenti, semplicemente strepitoso…

 

Quanto poi costoro poi acquistino é un altro paio di maniche, dato che il successo dipenderebbe da vari e ben precisi fattori NON sempre concomitanti.

 

Ragionevole l’ipotesi di esitare oggetti non eccessivamente impegnativi, ma ricordi che se e quando avrà / avesse conquistato una sua reputazione in quella fascia di mercato non é detto che possa riuscire poi a estendere il conseguente successo anche con articoli in fasce di prezzi superiori.

 

Ci pensi con calma, e prima di lanciarsi all’arrembaggio della rete verifichi attentamente TUTTI gli aspetti tecnici, burocratici e fiscali con un buon commercialista per almeno tre buone ragioni:

 

a - notizia di questi giorni, il Moloch fiscale nostrano si sta interessando proprio della rete.

     E se io fossi un pessimista paventerei una sadica persecuzione dei piccoli operatori,

     e quasi solamente di questi;

 

b - il settore preziosi é soggetto a un paio di leggi ad hoc in tema di licenze, non ultima

     quella relativa alla sicurezza,  e le assicuro che le interpretazioni “a capocchia” 

     costituiscono una casistica tanto affollata da rivaleggiare

     con l’opera omnia del signor Alighieri, tale Dante per gli amici e i compagni di scuola;

 

c - come new entry del ramo lei non sarebbe, immagino, né tecnicamente attrezzato

     e nemmeno in grado di “saggiare” la qualità (titolo legale dell’oro, p. es.) di quanto

     le sarebbe fornito per la vendita…

     

     Ma lei rimarrebbe comunque il solo responsabile in toto di TUTTO quanto

     (e non glielo auguro proprio) le potessero contestare: dalla presenza del vietatissimo

      nickel nell’oro bianco (nessuno, che io sappia, controlla in dogana i prodotti indiani,

      cinesi o thai…)  fino alla precisione della bilancia con cui lei indicherà la grammatura

      dei ninnoli venduti.

 

Spero di non averla scoraggiata, ma sono convinto che una precisa, approfondita e ben verificata programmazione preventiva sia la “conditio sine qua non”, ovvero l’indispensabile base di partenza per affrontare coscientemente i rischi di un'attività economica.

 

E siccome mi sento buono eviterò d’infierire chiedendole dettagli circa la sua competenza a proposito di gemme, di metalli preziosi e di lavorazioni artistiche e artigianali.

 

Quella competenza che dovrebbe / dovrà corroborare le informazioni e le garanzie che lei offrirà in proposito ai futuri clienti.

 

Non glielo chiedo, ma vorrei tanto che se lo chiedesse lei, regolandosi poi di conseguenza.  :-)

 

Auguri.