Mi sto appassionando moltissimo alla gemmologia. - 2 -

Buonasera signor Lenti,

sono ancora a contattarla per alcuni quesiti e per renderla partecipe del mio acquisto recentemente fatto.

 

Devo dire che mi sento soddisfatto di tale spesa perchè il rifrattometro in questione mi sta levando molte soddisfazioni, e si sta dimostrando prodotto molto preciso.

 

Arrivo ai quesiti che mi sono sorti durante il mio lavoro con lo strumento:

 

1 -  è possibile sapere "a occhio" di che materiale è fatto la tavola del rifrattometro?

      (chi me lo ha venduto non sapeva sta cosa e non sapendo che modello è

      mi trovo in difficoltà a reperire eventuali schede tecniche)

 

2 - la tavola, come lei più volte raccomanda, va pulita NON per strusciamento

     ma per tamponamento…


     il fatto increscioso che mi si presenta dopo la verifica della gemma,

     è che il liquidodi contatto non si toglie completamente per tamponamento

     ma risulta più tenace, lasciando tracce che somigliano quasi a incrostazioni.

 

Io uso un panno in cotone per la pulizia e mi domando se posso usare un liquido tipo AVIO BENZ per una pulizia più approfondita dello strumento, visto la potenza sgrassante e l'alta volatilità…

ma comunque sia ha anche un'elevata aggressività… e prima di fare danni, domando....  :-)

 

Nel caso non andasse bene mi domando quale prodotto posso usare..?

 

3 -  Le ho allegato anche una foto del vetro posteriore, che a me sembra

      un filtro polarizzatore…

      ho letto del prisma di Nicol, che sia questo il caso?


      Lei che dice?

 

4 -  In fine, seguendo le indicazioni date, mi sono procurato alcuni led

      con i quali ho fatto un paio di pile da posizionare dietro al rifrattometro 

      (una pila con led a 589 nm, l'altra a led con range da 585-595 nm )...

      che ne pensa..?

 

Grazie infinite

 

Claudio

Buon giorno, Claudio

concordo e capisco le soddisfazioni al rifrattometro, che (puzza del liquido di contatto a parte…) regala molte e immediate soddisfazioni.

"A occhio" non si può stabilire di quale materiale sia fatto la tavola (prisma o semisfera) su cui si adagia il cristallo in esame, anche se é molto probabile che, come la quasi totalità dei rifrattometri, sia fatta di semplice vetro ad alto I.R.

Per ragioni di costo escluderei che sia fatto in diamante, e per età dell'apparecchio dubito anche che si sia usato del moderno Cubic Zirconia…  :-)

Non si preoccupi del liquido rimasto (e poi evaporato) ai lati della tavola d'esame, che io toglierei, volendo, solo con acqua tiepida.

Niente solventi perché lei NON sa come il prisma o la semisfera di lettura siano stati attaccati al piano di lavoro.

Se ha (molta) pazienza potrebbe aggiungere del liquido di contatto a più riprese, fino a ottenere lo scioglimento delle incrostazioni di zolfo lasciate dal precedente uso, ma se queste NON oltrepassano il livello del piano di lettura si tratterebbe solo di un'esigenza estetica ma non di un problema.

Il vetro posteriore nel dorso dello strumento é solo un filtro monocromatico, giallo, economico e solitamente di basse prestazioni: 

lo elimini, viisto che con i led la precisione e il contrasto di lettura aumentano in modo apprezzabile.

Il prisma di Nicol é il papà degli strumenti polarizzatori, e fu scoperto proprio dal tizio dal quale prese il nome.

Ma NON é montato nella finestra d'illuminazione dei rifrattometri.

Infine, visto che ha trovato dei led proprio a 589 nm perché mai vorrebbe mescolarli con altri il cui spettro di emissione é più ampio?

Ne soffrirebbe la facilità di lettura della terza decimale delll'indice di rifrazione.

P.s.  NON sono riuscito ad aprire la foto allegata.