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Il fortunato privilegio d’aver conosciuto la Colombia. E due incognite estremamente rischiose
Salve,
sono un ragazzo che ha avuto l’occasione e la fortuna di visitare quel bellissimo paese che è la Colombia e di conoscere, tra le altre cose, molte persone con cui ho stretto una certa amicizia e che posso ritenere persone fidate...
La mia possibilità di trovare gemme di smeraldo di buona qualità è buona e, nonostante non sono io stesso un intenditore di pietre, posso farmi aiutare da gemmologi o altra gente che conosce di più l’argomento...
insomma, si sta facendo sempre più concreta nella mia mente l’idea di avviare un piccolo commercio "piccolo", almeno inizialmente (e senza troppe pretese, di gemme già intagliate.
il primo problema più grande è sapere:
1 - Le leggi e eventuali dazi in uscita dalla Colombia o in entrata in Italia,
2 - Le licenze e tutto ciò da fare e da sapere per fare tutto legalmente.
3 - Un dubbio mi attanaglia:
quali sono le aziende che offrono un servizio di trasporto valori?
Come affrontare questo costo non indifferente?
Inoltre:
- Conviene importare gioielli finiti o solo pietre intagliate?
- Da quello che le risulta il taglio da parte dei colombiani è abbastanza preciso?
Buona sera, Giuseppe
riconosco tutti i sintomi di un entusiasmo gemmologico e geografico (e, probabilmente, anche umano... :-), ma vedrei anche altrettanto chiaramente il rischio di un salto nel buio.
E guardi che le incombenze burocratiche, nel caso specifico, sarebbero ancora (tempo e quattrini permettendo...) le difficoltà minori, perché un buon commercialista in Italia, e la camera di commercio colombiana (e/o l’attaché commerciale della nostra ambasciata di Bogotà) le potrebbero fornire tutte le indicazioni necessarie per un corretto avvio dell’impresa.
Ma rimarrebbero DUE incognite estremamente rischiose:
1 - l’acquisizione di materiale economicamente valido, che lei non conosce, e
2 - la collocazione del medesimo sul mercato, mercato per il quale ritengo lei non disponga di una rete commerciale.
Quindi, concesso e non ammesso che lei possa disporre di fornitori affidabili a tutto tondo, le rimarrebbe il problema di riconvertire in soldini gli smeraldi nel frattempo importati:
esaurito l’entusiasmo e l’interesse fra gli amici e i conoscenti del "passa parola", lei si troverebbe a competere con importatori già affermati, e possibili clienti almeno diffidenti, e per di più in una realtà di mercato condizionata dalla malefica consuetudine del "sospeso per tentata vendita".
Quanto sopra non per scoraggiarla, ovviamente, perché i nostro settore sarebbe comunque interessato a cristalli di buona/ottima qualità, con un favorevole rapporto di costo, ma non per questo lei dovrà aspettarsi aiuti o facilitazioni da nessuno.
Quanto al trasporto non saprei che dirle, perché ottenuti i documenti per l’export io ho l’abitudine di portare direttamente con me gli acquisti.
Importare gioielli finiti o pietre tagliate?
Qui, salvo il caso lei non abbia scovato qualche fabbricante dal particolare talento artistico, io opterei per le pietre tagliate, ma gli smeraldi colombiani (e le pietre di qualsiasi altra provenienza) sono tagliate da una marea di operatori diversi:
con risultati che spaziano fra l’eccellente e l’infame, quindi sarà la sua competenza ad aiutarla nella necessaria selezione.
Auguri.