I rubini al borace, al berillio o vetrificati al piombo: naturali come la cilindrata di certe attrici... :-)

Caro Gianfranco,

sicuramente non ti ricorderai di me:

due anni or sono, dalle pagine del sito, ti chiesi consiglio per l'acquisto di un anello di fidanzamento; seguii i tuoi consigli e fui molto soddisfatto (il post dell'epoca è: "tante domande, ma tutte a proposito").


Torno a chiedere il tuo illuminato consiglio e parere per un nuovo e diverso regalo alla stessa persona, che nel frattempo si appresta a diventare la mamma di mio figlio!


Stavolta vorrei donarle un gioiello rosso ma ahimè ho scoperto che i rubini sono - se possibile - anche più problematici dei diamanti:

termodiffusione e altre amenità rovinano il piacere di osservare e acquistare queste pietre.


In sintesi: ho trovato in una piccola gioielleria vicino casa un anello con un rubino piuttosto bello, di 1,49 carati.

Il prezzo è invitante (Euro X.XXX, se può interessarti.


Nella foto allegata e'  quello più piccolo a destra)  ma il gioielliere mi ha detto che la pietra ha subito un trattamento di  "riempimento al borace".


Ora, lui sostiene che questo trattamento è assolutamente standard per tutte le pietre e addirittura viene eseguito quando queste sono ancora grezze, a una temperatura di circa 200 gradi.


In realtà, sul sito del Collegio Italiano Gemmologi ho trovato un passaggio dove si dice abbastanza chiaramente che:

"Sessione #04 Processo di riempimento delle fratture (con borace)


...Sono stati discussi gli effetti degli additivi al piombo e al borace nei rubini, concludendo che il borace è vetro, ma che anche il piombo è vetro.


Si è anche concluso che la comunità gemmologica e l’industria delle gemme usano il termine generico “vetro” senza alcuna distinzione, collocando erroneamente e non intenzionalmente i rubini trattati con additivi al piombo nella stessa categoria di quelli trattati al borace (...)


E’ stato descritto il processo di dissoluzione che ha luogo nelle pareti delle fratture nei rubini trattati al borace, concludendo che queste pietre sono di fatto prodotti “semi-sintetici”."


Capirai, quindi, la mia confusione al riguardo!

A tuo parere, questo benedetto riempimento al borace, è un trattamento equivalente al riscaldamento (che ho capito essere ammesso e universalmente praticato) o si tratta di ben altro?


Inoltre, parallelamente e tramite conoscenze, ho avuto modo di visionare alcune creazioni di una ditta di Valenza (XXX gioielli) che mi dice operare da grossista e mi giura che le pietre utilizzate sono esclusivamente "riscaldate":


tu la conosci?


Scusa la lunghezza dell'email, ti saluto con rinnovata stima

Massimiliano

 

Ciao, Massimiliano

 

innanzitutto felicitazioni vivissime a te e alla tua dolce metà, che é in procinto di elevare te al rango di papà...

e me a quellio di gemmopadrino.

 

O addirittura gemmozio?  :-)

 

Quanto poi ai rubini, per favore non illuderti:

NON sono affatto "più problematici dei diamanti", che recentemente hanno ricuperato molto, contendendo al principe rosso la "pole position" nel Gran Premio del Tarocco!

 

Ma da tecnico non sono né meravigliato nè tantomeno scandalizzato, mentre come gioielliere ho semplicemente la nausea tanto delle informazioni quanto del linguaggio delle medesime che filtrano dai vari "sancta sanctorum" gemmospecializzati!

 

Infatti non mi pongo il problema di definire con sottili, eleganti ricami chimico/linguistici le differenze fra borace e piombo (VETRO al piombo, per la precisione).

Ovvero quelle porcherie che mediante paciughi più o meno raffinati alterino l'aspetto di corindoni in origine davvero miserelli miserelli:

 

per me questi "trattamenti" sono sempre e solo delle infami sofisticazioni qualsiasi sia il materiale utilizzato per ottenere il risultato, quindi che sia borace, vetro al piombo o trattamento al berilio li considero in tutto e per tutto assimilabili ai riempimenti siliconici di altrimenti pregiati attributi femminili.

 

E se questi ultimi possono trarre giovamento da opportuni e naturali esercizi ginnici, i rubini e gli zaffiri potrebbero (magari non sempre...) beneficiare di una diffusa (e lecita) pratica di riscaldamento.

 

Ma qui si dovrebbe fermare l'intervento umano che, e sarebbe ora, dovrebbe piuttosto dedicarsi a valorizzare e a godere di quello che offre mamma natura.

 

Senza alchimie di sorta, da cui temere delusioni e dolorose sorprese, ti pare?  :-)

 

Stendo un pietoso velo (sono di buon umore, o é il natale che mi rende buono mio malgrado?) sulle "spiegazioni" che t'ha dato il gioielliere del negozietto, invitandoti però a una scelta diversa o, in alternativa, a procedere oltre con passi lunghi e ben distesi.

 

Per fortuna non conosco la ditta che mi indichi, così non t'arrabbierai al mio ennesimo rifiuto come distributore di voti e di "pagelle".

 

La prossima volta che mi scrivi, e non fra due anni, per favore mandami la foto del tuo pargoletto, che nel frattempo avrà anche ricevuto un nome.

 

Magari per farti perdonare il mancato invio dei confetti.  :-)