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Certificati non veritieri, contromisure e prospettive
Salve, mi chiamo michele sono 21 anni che mi occupo del settore orafo, possiedo un marchio di fabbrica, produco e vendo gioielli.
Ultimamente mi ritrovo sovente a dover riesumare dei problemi:
quello di trovarmi di fronte a certificazioni di pietre (montate) che al loro successivo smontaggio non sono corrispondenti alla realtà sia per il peso, sia per le restanti caratteristiche di colore e purezza (di solito evidenziate prima) assumendo molte volte delle posizioni scomode nei confronti di alcuni colleghi.
Oggi mi chiedo ma la mia posizione senza un titolo da gemmologo ai fini giuridici ha una certa valenza oppure no?
Se dovessi fare un corso in gemmologia posso con il relativo attestato fare delle perizie gemmologiche?
In caso di una CTU richiesta da un giudice posso redigere una certificazione attendibile, oppure occorre oltre al titolo possedere tutte le attrezzature per analizzare un diamante? Quali tra i tanti corsi HRD-IGI-GIA ecc.sono più indicati al fine di poter redigere le summensionate certificazioni? Oppure attraverso una ampia e completa conoscenza delle insidie che girano intorno al diamante tipo:
trattamenti sul colore HPHT, sulla purezza CE, e quant’altro, è possibile redigere e opporsi a una certificazione non veritiera?
Penso di essere stato già prolisso non vorrei continuare, ma se mi sono dilungato è perchè attravero il vostro sito ho capito di trovarmi di fronte a delle persone con ampie conoscenze in materia.
In attesa di una vostra risposta in relazione ai dubbi sollevati, colgo l’occasione per porgervi cordiali saluti.
Buona sera, Michele
la ringrazio prima di tutto per la pazienza dimostrata nell’attendere il mio rientro in Italia e le dico subito che considero importante dettagliare, come ha fatto lei, le domande:
E. magari descritto con tanto di "garanzie"...
Quando il cliente é conosciuto, e se ne ha la stima, il problema non si pone... troppo.
Ma nella maggior parte dei casi si rimpiange amaramente ci non aver potuto smontare e VERIFICARE il soggetto in presenza del proprietario.
Proprietario che quindi é SEMPRE incline alle peggiori conclusioni, e SEMPRE affetto da diffidenza acuta e "discussionite" cronica. :-(
E le sottolineo che l’eventuale differenza riscontrata circa la massa (il peso) della pietra é il caso, se non più felice, almeno il più facile da evidenziare.
Almeno, se ha provveduto alle varie operazioni alla presenza del suddetto proprietario.
Il bello (per modo di dire) arriva quando nei diamanti da lei smontati non corrispondono né colore né clarity...
Allora non si tratta più di prendere "posizioni scomode" verso chicchessia, ma di difendere la propria reputazione di correttezza e professionalità. Magari rifiutando qualche lavoro "a rischio", ovvero per il quale non si possano adottare precauzioni adeguate.
Quanto al "peso" che le sue deduzioni tecniche potrebbero avere in sede di contestazione, le ripeto quanto detto nella mail precedente:
sarà sempre LEI a risponderne, ed eventualmente a giustificarne l’attendibilità, quali che siano i "titoli" in suo possesso.
Diverso il discorso (pratico!) dal punto di vista di un contenzioso legale:
qui le cose prendono una piega antipatica, perché é necessario tener presente la realtà del mondo giudiziario, dove nella maggior parte dei casi si hanno interlocutori poco attenti alla molteplicità delle premesse necessarie per avvalorare un giudizio.
E allora i famigerati "titoli" potrebbero essere decisivi per l’ago della bilancia|
Sia chiaro, qualsiasi corso lei decida di frequentare (a cominciare dai miei, naturalmente) NON LE GARANTIREBBE automaticamente la vittoria in ogni circostanza...
Ma, almeno insieme a una buona esperienza, alla necessaria serietà, e a una buona dose di umiltà le fornirebbe molti argomenti per sostenere le sue deduzioni.
Aggiungo, e sottolineo, che in tal caso lei si sarà dotato anche di un’attrezzatura adeguata, che per quanto essenziale, é però indispensabile per quei rilevamenti sulla la cui accuratezza e attendibilità lei DEVE poter contare per poter contestare con credibilità ed efficacia le "certificazioni non veritiere".
Per essere ancora più chiari, conosco "periti" e "gemmologi" che rilasciano "perizie" e "certificati" con felice (e redditizia) liberalità, senza possedere né le competenze specifiche, né tantomeno una dotazione tecnica degna di tale nome...
Nelle nostre leggi ci sono molte lacune, e i "furbi" ne approfittano:
ricorda le famose televendite che, oggi meno evidenti, tempo addietro infestavano molte televisioni?
C’era sempre un "perito" che con sussiego (o magari con una buona dose di spocchia) avvalorava le castronerie dell’imbonitore di turno...
tanto qualcuno che abboccava non mancava mai.
Bene, in sede di "concordato extragiudiziale" io mi sono divertito (conclusione rapida, e positiva) a polverizzarne una coppia di tali "professionisti" con tanto di "titoli".
Ma mi chiedo ancora adesso come sarebbe andata a finire in sede di giudizio ordinario quando, persa la prima manche, la controparte si fosse procurata un mio antagonista coi fiocchi.
Non che dubiti delle mie argomentazioni, ma io stesso sarei in grado di fornire tante contro-deduzioni alle mie perizie da far durare la causa tre o quattro lustri.
Saltato a piedi pari l’argomento "purezza CE" (diamanti con "purezza migliorata") che é una contraddizione in termini, o un’assurdità tecnica, se preferisce, come andrà a finire?
Da parte mia spero che sia presto (?) approvata la legge sulla responsabilità del venditore, con una severa normativa (?) riguardante i gioielli...
Anche se temo (ha presente gli incubi?) l’intervento
a - della patria burocrazia per quanto riguarda il linguaggio, e
b - del MI.C.A.S. - Ministero Complicazione Affari Semplici - per la normativa tecnica.
Da parte sua posso solo augurarle un produttivo investimento... su sé stesso.
E qui sfondo una porta aperta, perché mi pare che lei sia già orientato in questa direzione.
Le auguro buon lavoro, malgrado i mugugni (e non solo) dei colleghi.
E sono a sua disposizione per altri dettagli.