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Diamanti, Rapaport e margini aull’utile: domandine, e domandone
Buongiorno Sig. Lenti,
ci siamo sentiti un mesetto fa riguardo le pietre di colore, in particolare sulla purezza delle gemme colorate.
Molto sgarbatamente non Le ho rivolto da subito i complimenti per il suo sito che trovo veramente adorabile ma soprattutto voglio fare i complimenti a Lei che riesce (non so come) a rispondere veramente a tutti con professionalità, cordialità e ironia quando serve.
Non sono sviolinate di circostanza ma la mia reale impressione sul suo amore verso la gemmologia con tutto ciò che ne racchiude.
Ho una domanda da porle:
il Rapaport, per un gioielliere, è il listino ufficiale d’acquisto per i diamanti o quello di vendita?
Cioè, volendo piazzare dei diamanti ai dettaglianti qual è, in linea di massima, lo sconto che dovrebbe aspettarsi un gioielliere rispetto al Rapaport?
Siccome ho letto che solitamente ricaricano un 10 – 15% rispetto al listino mi vien da pensare che il Rapa sia un listino di acquisto per il negoziante.
Però alcuni miei amici dettaglianti mi dicono che loro acquistano con un 15% circa di sconto dal Rapa (anche 20%). Allora che vuol dire che possono guadagnarci anche un 30 -35% in totale?
Non è troppo il margine (da tutti però definito esiguo)?
Saluti e grazie
G.S.
Buona sera, Gianluca
le perdono la sviolinata se, nella prossima, lei s’impegna a mandarmi suggerimenti e critiche: affare fatto?
Poi. le sottolineo che non é sempre facile rispondere con salomonica equità a certe domande, soprattutto se:
a - nelle domande sono frammiste opinioni personali, e
b - le risposte NON POSSONO COMPRENDERE in modo univoco TUTTO il settore a cui si riferiscono.
Il Rapa é un listino che rispecchierebbe le quotazioni rilevate dall’editore, il buon Martin Rapaport, nella borsa diamanti di New York, e riguarderebbe le quotazioni per "un corretto passaggio" da grossista a dettagliante.
Un riferimento, quindi, e nulla più, per almeno una mezza dozzina di ragioni.
Ma anche volendo attribuirgli una biblica (o coranica?) credibilità, le faccio notare che le calme, profonde acque del mondo dei diamanti non sono più tali ormai da anni: Russia, Australia, Cina e, ora, Canada operano fuori dal cartello De Beers e dal relativo controllo, quindi parlare di percentuali riferite a un qualsiasi listino é solo l’espressione di una navigazione "a vista".
E questo senza tirare in ballo gli sconvolgimenti socio-economici causati da quel verme di Ben Laden con amichetto grassottello & Co.
Per finire, sono convinto che esistano casi, e quindi operatori, con margini di utile addirittura superiori a quelli da lei indicati, ma non sono certo la regola.
Purtroppo. :-)