- Categoria: Diamanti
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Mi potrebbe dare lei la definizione di pietra "furba"? Non corro il rischio di acquistare un diamante trattato?
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Mi potrebbe dare lei la definizione di pietra "furba"?
Non corro il rischio di acquistare un diamante trattato?
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Luciana
Buona sera, Luciana
Se oggi (io come privato acquirente o consulente all'acquisto) mi sentissi dire che un certo diamante "é una pietra furba" cambierei immediatamente interlocutore!
Vede, la visibilità delle eventuali caratteristiche interne nei diamanti si valuta (si "gradua") oggi per quanto appaiono evidenti da un'osservazione attraverso la tavola.
E quindi lo stesso piccolo graffio avrebbe DUE valutazioni diverse nel caso si presentasse di punta o di traverso rispetto alla direzione di osservazione di cui sopra.
Quando gli attuali Standard di graduazione erano ancora nel limbo delle speranze ideali, era ricorrente l'attributo di "pietra furba" per i diamanti che avrebbero dovuto avere:
a - un "segno" significativo in termini di riduzione del prezzo, ma
b - orientato in modo poco visibile a un'osservazione di routine.
Uso il condizionale perché, oltre che al passato, mi riferisco anche a un esempio abbastanza teorico, per non dire addirittura idilliaco. :-)
Esempio che spero comunque significativo.
La seconda domanda però é posta in modo vago per cui, pur senza salire in cattedra, devo rispondere in modo ampio..
Vi sono infatti MOLTI trattamenti ai quali sono sottoposti i diamanti, dai più banali fino a quelli davvero sofisticati, che per comodità potremmo dividere in due categorie:
a - processi tesi a migliorare l'apparenza della gemma, ossia a migliorarne colore senza cambiarlo,
oppure a cambiarlo con un altro più raro o comunque più gradito ai consumatori, e
b - interventi che migliorerebbero l'aspetto dei diamanti camuffando o rendendo meno appariscenti
alcune di quelle caratteristiche che ne abbasserebbero il grado di "clarity".
All'epoca in cui si usavano definizioni del tipo "pietra furba" i soli trattamenti conosciuti e praticati erano quelli, ancora primitivi e a volte persino ingenui, del "gruppo a"-
Oggi io non posso però escludere che con tale obsoleta definizione si "coprano" anche diamanti del secondo gruppo, e cioé quelli forati col laser e stuccati poi con sostanze varie, previo lo schiarimento con acidi assortiti di tracce scure troppo evidenti al loro interno.
I cosiddetti diamanti "CE", a "purezza migliorata", insomma, che io detesto cordialmente come volgari "tarocchi".
E che sarebbero una truffa bella e buona se il venditore non spiegasse chiaramente e completamente al cliente che cosa gli starebbe vendendo.
Quindi, oltre al certificato che accompagna il diamante che lei sta trattando, e nel quale é descritto con precisione e con proprietà di termini COM'E' DAVVERO il diamante, al suo posto io mi farei garantire anche che NON E' uno degli infelici esemplari CE!.