- Categoria: Diamanti
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Sono talmente confuso, che forse rinuncerò all'acquisto
Gent.le sig. Lenti,
ho letto con interesse il suo blog e le scrivo nella speranza di ottenere alcuni chiarimenti.
Vorrei comprare un diamante solitario, taglio smeraldo, da circa 2.5 carati.
Da alcuni mesi mi sono messo alla ricerca nei punti vendita di Milano e Roma dei principali marchi.
A oggi sono talmente confuso, che forse rinuncerò all'acquisto.
Mi spiego meglio:
non riesco a capire cosa pago, il marchio, il margine extra del marchio stesso, o semplicemente la mia scarsa competenza.
Prezzi troppo diversi e sconti sconcertanti.
Soluzione; cerco di costruirmi un minimo di cultura e mi affido a lei per alcuni dettagli tecnici che non riesco a capire.
In particolare:
- in riferimento al taglio smeraldo quali sono i valori migliori da considerare per la profondità, la corona (girdle) e il fondo (culet)?
- la percentuale migliore (ottimale) della tavola superiore e della profondità della pietra?
- ho letto nel suo blog che il rapporto tra altezza e larghezza deve essere compreso tra 1.20/1.30 ma se la pietra è più larga è molto negativo?
- nel taglio smeraldo è meglio non avere fluorescenza o una certa quantità di blu è concessa?
- gli importi in $ esposti sul Rapaport sono attendibili e da considerare come base di trattativa per il giusto prezzo di acquisto?
- XXX XXX, che dispone di una applicazione specifica per iPad, presenta prezzi che in alcuni casi sono la metà dei gioiellieri nostrani, come è possibile?
In pratica, come faccio a comprare una pietra pagandola il giusto valore, e per giusto valore intendo riprendere la stessa cifra entro un lasso di tempo di 10 anni, ma soprattutto da chi si compra al giusto prezzo.
Le sarò grato per ogni ulteriore informazione vorrà darmi.
Grazie dell'attenzione
Cordiali saluti
Salve, Massimo
rinunciare a un simile acquisto per colpa delle infelici, incomplete e probabilmente contraddittorie informazioni che noi le abbiamo dato sui diamanti che le interessano?
Giammai!
E quindi mi consenta un intervento in favore della categoria, anche se in tentino in extremis...! :-)
Ammetto che per decenni non abbiamo fatto molto (generoso e caritatevole eufemismo) per diffondere quelle conoscenze di base che permetterebbero una scelta consapevole alla clientela FINALE interessata alle gemme.
Alle gemme in generale e ai diamanti in particolare, settore in cui regna ancora una notevole confusione, oltretutto aggravata dall'esplosione di contatti internazionali che internet consente.
Si, perché se i confronti conseguenti sondaggi ad ampio raggio sono un fenomeno certo positivo, farlo con idee e informazioni non sufficientemente "metabolizzate" non garantisce certo risultati positivi...
Tanto per essere precisi, mi piacerebbe tanto che le garanzie e i certificati gemmologici esteri proposti in Italia a corredo delle più varie gemme fossero accompagnati dalla relativa (chiara e completa) traduzione nella lingua di Dante.
Quell'idioma che da noi capiscono anche i bambini e che quindi potrebbe salvare qualcuno da un incauto e infausto acquisto.
Forse. :-)
Sceso dal pulpito le chiedo scusa per la predica e provo a dare alcune risposte ai suoi quesiti.
Complimentandomi innanzitutto per il buon gusto dell'eventuale scelta:
il taglio smeraldo é un austero, quasi severo, modo per valorizzare con elegantissima discrezione il principe delle gemme.
Il "taglio ottagonale a smeraldo" é un taglio di fantasia, a gradini, la cui forma può essere tanto quadrata quanto rettangolare e le dico subito che NON esistono simmetrie codificate, a proposito di proporzioni, come per il "taglio a brillante".
Il solo parametro veramente importante, per non dire critico, é il cosiddetto "angolo all'apice", ovvero quello che forma la V che lei osserverebbe nella parte inferiore della gemma, il padiglione, osservando di profilo il diamante dal lato più stretto (di un taglio a forma rettangolare).
La correttezza di questo angolo (che non le preciso per non risalire in cattedra, ma che ha valori e tolleranze precise per OGNI famiglia di gemme) ha come effetto una riflessione ottimale della luce che penetra nella gemma e che così viene rimandata all'osservatore.
Questa é la ragione per la quale gemme anche di pregio ma tagliate con simmetrie "a casaccio" sortiscano effetti ottici che vanno dal mediocre al pietoso...
Conclusione?
Il taglio "a smeraldo si sceglie esclusivamente "a vista" perché quasi sempre la prima impressione é quella che conta.
Ovvio come il soggetto debba essere "armonioso" nel suo complesso, ma per fortuna con questo taglio il gusto personale ha libertà di giudizio e di scelta decisamente maggiori che non nel consueto, solito "taglio rotondo a brillante".
L'ampiezza della tavola (table) e l'altezza della corona (crown) possono spaziare entri limiti che ciascuno giudicherà senza i condizionamenti di tabelle e Norme, mentre lo spessore della cintura (girdle) non eccederà i valori necessari per resistere agli stress del montaggio.
Guardi però che non credo d'aver mai indicato proporzioni o rapporti dimensionali per il taglio smeraldo:
é sicuro di non confondermi con altre letture? :-)
Quanto alla fluorescenza, più o meno marcata che sia, quando presente é una caratteristica da considerare quando si debbano accostare più diamanti, ma certo NON é un difetto.
Tantomeno nel caso di un solitaire.
E ora la zona che dovrebbe essere segnalata col cartello "attenzione, campo minato!" perché:
1 - il Rapaport é (sarebbe) riferito al mercato americano (N. York, per la precisione) e darebbe (dava) una base di partenza per lunghe discussioni e/o brevi litigi, la cui casistica riempirebbe vari libri.
2 - Le quotazioni del Rapa sono... carta, e i diamanti NO, con tutte le eccezioni del caso:
disponibilità, localizzazione, assortimento... e via scegliendo,
quindi nella formazione del prezzo di vendita entrano tali e tante variabili da far venire il mal di testa a un computer.
3 - Idem dicasi degli sconti, che sono una palude dalla quale io giro al largo:
da sempre assertore della regola "un prezzo, una risposta" mi riservo però il diritto di accurate verifiche.
Auspicando che altri, molti altri, facciano altrettanto.
4 - Non conosco l'applicazione di calcolo che lei cita e, francamente, non m'interessa conoscerla perché quasi certamente sarebbe solo un foglio di calcolo con i conteggi relativi alle opinioni (o alle disponibilità) di qualcuno.
5 - a - "In pratica, come faccio a comprare una pietra pagandola il giusto valore"?
b - "per giusto valore intendo riprendere la stessa cifra entro un lasso di tempo di 10 anni"
c - " ma soprattutto da chi si compra al giusto prezzo".
a - I diamanti sono il bene voluttuario per eccellenza quindi "giusto valore" in termini tecnici sarebbe una chimera, oppure la conclusione (arbitraria, perché impossibile o almeno largamente incompleta) di una ricerca di mercato.
Come quella che sta facendo lei, e che la angoscia.
b - Dieci anni sono una vita, e con l'aria che tira oggi ci si gratta in testa anche per il mutuo sui mattoni.
Se il mercato non sarà inflazionato da quintali di diamanti provenienti da chissà dove, é probabile che le quotazioni continuino a salire.
Le quotazioni, e magari NON la domanda, che segue regole a volte divergenti.
Ciò non toglie che io sarei felice (e ricco) potendo ricomperare i diamanti che ho venduto al prezzo di dieci anni addietro!
Ma questa é una considerazione "col senno di poi", e quando vendo un diamante continuo quindi a NON dare questo tipo di garanzia.
c - vedasi il punto a.
In aggiunta riterrei che una buona parte del valore di una gemma sia costituita tanto dalla reputazione di serietà e di competenza del fornitore quanto dalla chiarezza e dalla completezza delle informazioni fornite a corredo e a garanzia dell'acquisto.
Spero d'avere scongiurato la minaccia di rinuncia, nel qual caso dica pure al gioielliere che le fornirà la pietra che mi deve un prelibato, abbondante pasto di pesce a titolo di gratitudine. :-)