Gemmologo, perito o cosa? Meglio la collaborazione della competizione...

Amleto, dopotutto era un dilettante, visto che il suo essere o meno impensieriva solo lui, alla fine dei conti!

Se i suoi dubbi avessero invece riguardato il mondo dei gioielli in generale, e delle pietre preziose in particolare, invece del teschio avrebbe forse palleggiato più volentieri una bomba a mano.

Sempre col dubbio se fosse meglio lanciarla agli avversari o non, piuttosto, ai colleghi...
Certo almeno avrebbe avuto il conforto di una numerosa compagnia, perché periti e gemmologi sono sovente l'un contro l'altro armati, e non si volgono sommessamente da nessuna parte!

Periti da una parte, e analisti gemmologi dall'altra, che a colpi di fioretto trafiggono le altrui trasgressioni.

Non si è certo alla guerra, che forse non scoppierà mai, ma è innegabile una guerriglia (poco) latente che rischia però di degenerare in una lotta per bande, con un solo esito certo:
la sconfitta di tutti i contendenti mediante autogol agli occhi degli utenti.

E il bello è che entrambi hanno ragione, e quindi torto tutti e due, dato che per ora non esiste (per fortuna, non esiste ancora!) una Norma di legge con relativi cavilli per la gioia dei litigiosi e la felicità degli avvocati.

Grossomodo, la querelle si può riassumere nello sconfinamento reciproco dai rispettivi campi di competenza, che agli occhi del dirimpettaio si traduce in un indebito drenaggio di parcelle dal proprio pascolo.

I periti rivendicano la competenza (in esclusiva?) in tema di valutazioni economiche, incentrando la propria attività nell'approssimare i diversi valori che un determinato bene può avere (di costo, di realizzo, eccetera) mentre nel nostro settore i gemmologi dovrebbero limitarsi all'identificazione della natura e degli eventuali trattamenti delle gemme (nel caso dei diamanti, anche del livello qualitativo) da cui trarre poi, in altra sede, considerazioni di ordine economico.

L'uso del condizionale è d'obbligo, data la contiguità delle aree d'azione, dell'inesistenza di confini legali, e della molteplicità di argomenti che ciascuna delle parti può gettare sulla bilancia.

I periti, che sarebbe più appropriato chiamare consulenti, hanno dalla loro il numero e l'anzianità di servizio, visto che sono da sempre al fianco di banche e monti di pietà, assicurazioni e notai, dogane e organizzazioni di vendita;
i gemmologi analisti, quelli cioè che disponendo della preparazione specifica e relativa attrezzatura svolgono tale attività come professione, barricati nella loro aurea minoranza (sono in quantità da tutela del W.W.F.) si difendono efficacemente sostenendo che nessuna perizia può prescindere da una identificazione corretta e, per quanto possibile certa, del soggetto.

Naturalmente, con il livello di perfezione raggiunto da smeraldi e rubini sintetici, è difficile dar loro torto, tantopiù che ogni gemmologo custodisce e incrementa attentamente, la collezione degli svarioni di tanti periti che si sono purtroppo improvvisati esperti in gemme.

Questo potrebbe essere tanto lo spartiacque, quanto il trait-d'union fra due professioni che, se il mercato fosse tanto vivace da consentirlo, potrebbero benissimo cooperare con l'insostituibile apporto delle proprie competenze...

Solo che il mercato è tutto sommato minuscolo e, pur fatto da gente civile, assomiglia molto alla jungla di Salgari dove è più probabile imbattersi in uno strangolatore piuttosto che in Sandokan:
quindi ciascuno corre per sè, ora, e poi vedremo!

Il poi è rappresentato da una bella legge che, al pari di una coperta stretta, ciascuno cercherà di tirare dalla propria parte fin dall'inizio, nella speranza che i successivi perfezionamenti (!) la rendano sempre migliore.
L'esempio del codice della strada, tanto per fare un esempio, non ha insegnato niente a nessuno, naturalmente!

Per quanto ci si sforzi, non si trova mai un tecnico soddisfatto delle leggi del suo settore, ma tutti invochiamo l'intervento del legislatore (v. UCAS, Ufficio Complicazione Affari Semplici) per sollecitare:
a - da qualcuno che non ne capisce nulla

b - delle Norme di cui poi non gli importerà niente.

Tantopiù che un'occhiata dentro un rifrattometro è alla portata di chiunque, mentre i listini dei preziosi offrono solo l'imbarazzo della scelta:
vogliamo scagliare la prima pietra, prima di condannare al rogo chicchessia?

E l'autodisciplina di categoria, allora, dove la mettiamo? Non sappiamo la vostra, ma l'estinzione della nostra risale ai tempi dell'asilo, e salvo una (nefasta) parentesi presso la nostra associazione orafa, ora voliamo da solisti.

E siamo stanchi di venire regolarmente e periodicamente coinvolti in atti d'accusa mormorati ai danni di quel gemmologo che è particolarmente ottimista verso i clienti migliori, di quel perito che si accorda prima per la spartizione della torta, di quel gemmologo che vende strumenti per sbarcare il lunario, di quel perito che scambia granati per rubini, di...

A nostro avviso, l'unico jolly che entrambi i settori possono spendere è quello della professionalità, che però è solo individuale:
un cialtrone, un presuntuoso o un disonesto rimangono tali anche se esibiscono un pedigrées da fiera cinofila, o il blasone di un'associazione elitaria.
Senza scopo di lucro, ovviamente.

Ma allora, la difesa dell'utente finale, quindi, dove va a finire?

Premesso che la vera difesa sta in una corretta informazione, noi vorremmo sommessamente suggerire un esame di coscienza, tanto per cominciare:
siamo sicuri, noi, di saper fornire indicazioni corrette e aggiornate (indirizzi, consigli, giudizi) ai nostri interlocutori?

Articolo pubblicato su Oro e Diamanti - Trezzano S/N (rivisto ed eventualmente aggiornato)