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Corindone "padparascha": si può sapere quale sarebbe il suo vero colore, o devo fidarmi del tele-ven
Buonasera Gianfranco,
facendo seguito alle e.mail sotto riportate, le chiedo un commento sul colore del corindone Padparadscha.
L’anello che ho ricevuto ho provveduto a restituirlo entro 10 giorni al mittente in quanto contrariamente a quanto mi avevano detto la gemma centrale non era un Padparadscha ma un corindone giallo di modesto valore.
Questo mi è stato assicurato all’Università degli Studi di Firenze sezione gemmologica facendo analizzare il corindone dal gemmologo il quale mi ha detto che il colore del Padparadscha è uno e uno solo (aranciato, salmonato, rosato) ed è abbastanza raro.
Questa versione non è confermata dal gemmologo della trasmissione TV che presenta le gemme e gli anelli il quale ha ribadito in TV (dopo che ho cercato di contattarlo più volte per telefono. ma invano) che il colore può variare dal giallo arancio al rosa tendente al rosso ecc. ecc., e questa variazione può essere definita sempre Padparadscha in certi Paesi (esempio Thailandia) e che quindi in sostanza la definizione potrebbe variare un pò da Paese a Paese secondo l’origine di provenienza della gemma.
Io ho semplicemente contestato al venditore che quello a me fornito non era varietà Padparascha ma un corindone giallo e per la verità non mi hanno fatto obiezioni a questa cosa, riprendendo l’anello e restituendomi subito la cifra pagata.
Le chiedo: esiste un testo GIA o altro che afferma che esiste solo un colore preciso e chiaramente definibile per tutti sulla varietà Padparadscha oppure ogni gemmologo può avere la sua versione personale sul colore?
Se poi il gemmologo fosse anche daltonico allora chissà quanti colori potrebbe avere il corindone...
A parte gli scherzi la ringrazio in anticipo se può delucidarmi su questo fatto.
Saluti
Lorenzo
Buona sera, Lorenzo
mi scusi per il ritardo della risposta, ma torno ora da un lungo (e faticoso...) giro in Africa.
Intanto, complimenti per lo scampato pericolo, visto che le sono stati restituiti prontamente e totalmente i soldini sborsati per l’acquisto del presunto zaffiro "Padparascha" che, all’esame diretto, é risultato poi essere un semplice corindone giallo e non la più pregiata varietà offerta dal tele-venditore.
Evidentemente il venditore, tanto in buona fede, quanto per accorta scelta commerciale, potrebbe benissimo constatare come per ogni "reso" di merce ci sono altre mille "affari" che vanno a buon fine...
Questa sarebbe una delle conseguenze della "legge dei grandi numeri", e non credo siano necessari commenti morali o filosofici, vero?
Quanto alla definizione "tecnica" del colore del corindone padparascha io sottoscriverei quanto comunicatole all’università, facendole notare che pur dicendole che il colore sarebbe uno solo, gliene avrebbero poi elencati tre! :-)
"Scherzi a parte", come dice lei, il padparascha avrebbe dovuto essere quello con tonalità giallo mandarino, satura e vivace.
Avrebbe dovuto essere, perché per bellezza e rarità vi sono stati omologati anche i cristalli con sfumature differenti.
A pieno titolo, secondo il mio modesto parere, ma si scordi tanto l’ipotesi di tabelle univoche, per quanto riguarda i colori e le saturazioni di riferimento, perché per le relative Norme saremmo ancora in alto mare.
"Ogni gemmologo può avere la sua versione personale sul colore"?
"Se poi il gemmologo fosse anche daltonico allora chissà quanti colori potrebbe avere il corindone..." dice lei.
E, aggiungo io, se ogni gemmologo avesse una moglie a sua volta gemmologa che, notoriamente più sensibile alle più lievi sfumature di colore, accusasse il marito di insensibilità gravi nei confronti dell’arcobaleno... fino a ipotizzarne il daltonismo, dove andremmo a finire?
Fermiamoci qui, prima di trasformarci in terroristi gemmologici! :-)
Post scriptum:
Tanto per sottilizzare, le ricordo che i cristalli bi-rifrangenti presentano, di solito, intensità di colore, e sovente anche differenze di tonalità, QUANDO OSSERVATI SECONDO DIREZIONI DIVERSE.
