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Dalla prima linea del fronte. gioiellieri, in alto le bandiere: NO PASARAN! :-)


Buon giorno
ho letto con interesse varie domande e risposte e devo farle i miei complimenti perchè oltre a identificami in varie situazioni trovo molto equilibrate le risposte, cosa che si cerca sempre di ottenere anche se avendo di fronte il cliente a volte qualche inopportuna parola è ovvio che affiori.

Io vendo e monto gemme di ogni tipo (ovviamente solo naturali) ma avendo come base dei rapporti con il cliente l’onestà, a volte mi chiedo se per quelle pietre che hanno subito un trattamento che pare essere di routine (come per esempio il trattamento a olio sugli smeraldi) e pare non esisterne più sul mercato che non l’abbiano subito, appunto mi chiedo come sia meglio procedere alla difficile trattativa di vendita.

Citare una parola come trattamento o qualcosa di analogo è sicuramente vera ma imprime nella mente qualcosa di alterato e negativo.

Con questo non è che voglio vendere un topazio azzurro denominato blu-london per naturale, anzi, non lo vendo affatto se non completamente naturale ma quasi privo di colore.
Ma per le pietre che lo subiscono di regola tutte?

A me piace raccontare la storia della pietra, ma la gente si sveglia solo a certi impulsi e ciò che gli rimane in mente è, magari, una parola di "troppo".




Buon pomeriggio, Mauro
grazie per i complimenti, e complimenti a lei per la scelta di correttezza nei confronti della sua clientele!

Lei combatte in prima linea, e la sua posizione é certo più difficile della mia, ma é mia convinzione che il problema sia meno grave di quanto lo si dipinga...

Certo, con interlocutori frettolosi e!o distratti, proprio una parola di troppo sarebbe una catastrofe, ma di solito si riesce a intavolare un discorso semplice, chiaro e (anche) esaustivo, del tipo:
"Tutte le gemme che ne potrebbero trarre un giovamento (un abbellimento) sono, di regola, sottoposte a un qualche trattamento.
Noi però trattiamo solo esemplari naturali, o trattati secondo metodi legalmente e commercialmente accettati, fornendone un’adeguata e accurata descrizione".

Importante quindi capire quali sono quelli leciti (accettati...), come oliatura o riscaldamento, e quelli che, SE NON DICHIARATI, sono da considerare vere e proprie truffe.
Impregnazione con resine (incolori o colorate, non importa), "laser drilling" nei diamanti, eccetera.

Almeno, per quanto riguarda le "quattro o cinque grandi".

Le altre gemme, soprattutto per valori meno elevati, sarebbero meno soggette a contestazioni, ma lo stesso discorso varrebbe anche per loro.

Rimane l’olio negli smeraldi:
immagino abbia chiaramente premesso ai suoi fornitori che, prima della tentata vendita, lei sottopone TUTTI gli esemplari a un lavaggio con solventi, e alla successiva ricerca di un’eventuale "filling and sealing" (riempimento e sigillatura), a esclusione dei quali si sarà fatto rilasciare una garanzia liberatoria...

A scanso di dispiaceri futuri! :-)

Se crede d’approfondire l’argomento, le segnalo che tempo addietro era disponibile il libro "L’abbellimento artificiale delle gemme" presso l’IGI di Sesto S. Giovanni, MI.

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