Il taglio leo cut non è un miracolo divino
Gentilissimo Sig.Lenti,
volevo farle davvero moli complimenti per il suo sito completissimo e professionale!!
Ho acquistato di recente un diamante taglio brillante con le seguenti caratteristiche:
0.21 ct
E color
Purezza SI1 a xxx,00 € in un blister con certificato di un laboratorio di Bologna.
Premettendo che non sono una patita della purezza in quanto non mi interessano delle inclusioni che si possono vedere solo a ingrandimenti a 10X ma puntavo invece al colore.
Il mio orafo ha notato misurandolo con il calibro che il padiglione misura leggermente meno di un 0.21 ct "standard" (anche se il peso corrisponde) in quanto è più "lungo".
Mi pare avesse detto misurasse meno di 34 e mezzo.Ad occhio nudo la "brillantezza" mi soddisfa.
Quello che volevo chiederle è se ho fatto un buon affare oppure no.E se questo taglio può compromettere il valore della pietra (se è difettoso insomma...)-
E infine se su pietre così "piccole" il valore del colore certificato "E" può essere attendibile?
A occhio nudo mi sembra davvero bianchissimo!!
Inoltre posseggo un diamante H COLOR
PUREZZA IF
0.23ct
del quale ho speso x-xxx euro (da listino ne valeva x.xxx)e si tratta del taglio LEO CUT.
E la differenza di prezzo a mio modesto avviso non mi sembra proporzionale alle differenze delle due pietre.
Anche il tanto decantato "ritorno di luce" del leo cut.
A occhio nudo le differenze non sono notevoli, ecco.
Brillano entrambi (nonostante un taglio dalle simmetrie perfette rispetto ad uno con forse un taglio più scadente).
L’unica differenza visibile a occhio nudo è che il Leo cut sembra più grande visibilmente del primo.(forse per via del taglio di cui le parlavo prima).
Mi scuso se l’ho annoiata con le mie elucubrazioni ma ammiro molto la passione con cui risponde a tutti e parlare con un gemmologo come lei non è cosa da tutti i giorni.
Buon pomeriggio, E.
grazie per i complimenti, e spero di poter contare su consigli e commenti da parte sua anche in futuro.
Una tiratina d’orecchi perché non mi comunica il nome del laboratorio di Bologna, visto che mi piacerebbe avere un elenco aggiornato e completo di quanti operano nel settore...
Il padiglione dei diamanti si misura col calibro, e per un 20 punti il problema consiste proprio nelle grandezze davvero minime che si devono rilevare, per cui é facile che le imprecisioni e le inevitabili tolleranze rendano poco attendibile la valutazione.
Per inciso, un 34 1/2 % di padiglione sarebbe pochino, per un buon taglio, ma per i motivi suesposti lo ignorerei in tutta tranquillità, o lo farei verificare nuovamente. Perché, se si tratta solo di un banale errore, 43 1/2% di padiglione sarebbe perfetto, altro che taglio scadente!
Lei precisa che la vivacità del suo esemplare la soddisfa pienamente, e a mio avviso é proprio questo il parametro più importante:
cosa vuole di più? :-)
La valutazione del taglio si esegue per confronto con valori percentuali "standard", e questo permetterebbe di apprezzare quanto si avvicini la simmetria di un diamante con le proporzioni "ideali" codificate da una certo Norma adottata come "standard"...
Ricordi però che ci sono "standard" diversi, con relative tolleranze, e cristalli con "materia" diversa, quanto basta insomma per non confondere delle normali proporzioni di taglio con una nuova edizione delle tavole di Mosé.
Trovo anch’io che il prezzo del "Leo Cut" sia elevato, e personalmente non ho l’abitudine di consigliarlo: però l’effetto ottico é buono, e l’operazione di marketing anche meglio...
Quanto poi al "sembrare più grande", oltre a un esame diretto dei suoi due tesori, sarebbe necessario confrontare l’apparenza di una decina di tagli standard, con altrettanti "Leo cut", tanto per non trarre conclusioni del tipo "testa o croce".
Per concludere, per pietre così piccole anche il colore sarebbe un problema, e nei listini Rapaport i colori D, E, F sono raggruppati sotto una sola quotazione;
ma nulla vieta a qualche volonteroso e capace operatore di eseguire un’ulteriore e ancor più selettiva graduazione di colore.