Varrebbe la pena di convertire in diamanti un discreto capitale?
buon giorno signor gianfranco
e da un po di tempo che mi sto appassionando ai diamanti.
Essendo che sono in possesso di un discreto capitale da investire volevo sapere innanzi tutto se ne vale la pena e conviene trasformarlo in diamanti
e se si che corso professionale potrei frequentare per non sbagliare nella scelta dei diamanti da comprare.
Buon giorno, Davide
mi consente di dividere in due la domanda e quindi le conseguenti risposte?
Bene, col corso lei imparerebbe le regole base per la classifica dei diamanti secondo le "4C" codificate dalla De Beers e imparerebbe anche ad utilizzare strumenti e tecnologie d'analisi.
Nel suo caso avrebbe il non secondario vantaggio di capire se il venditore le stesse "imburrando" il biscotto per magnificare la qualità di quanto offertole, e magari anche di controllare (disponibilità di strumentazioni permettendo…) proprio i parametri su cui si basano le attribuzioni di valore.
Non creda però che con un corso si possa poi fare a meno di una consulenza specializzata, soprattutto nel caso si volessero impegnare cifre consistenti.
Magari frutto di sudati e oculati risparmi!
Quindi, a buon intenditor… :-)
La seconda parte della risposta mi mette in crisi, e per DUE motivi diversi.
Intanto non mi é chiaro cosa significhi per lei "se ne vale la pena", perché i diamanti possono essere visti tanto come bene rifugio quanto come l'oggetto di (un'impegnativa) attività commerciale.
Posto che la scelta sia semplice, temo che lei mi chiederebbe subito: "al mio posto lei comprerebbe diamanti col suddetto capitale?"
E qui mi ritroverei in bilico fra magone e rabbia per aver scelto economia come iter di studi invece di filosofia o sociologia, et similia…
Sa, come filosofo ora potrei mitragliare sussiegose castronerie in prestigiosi consessi, tanto per rompere la monotonia di una redditizia carriera in politica o nella pubblica amministrazione.
E invece mi trovo a lottare con una materia che certo si avvale di opinioni e addirittura di sensazioni, ma le cui risultanze sono poi (anzi subito) verificate con carta e penna e calcolatrice. :-)
Ripetiamo la domanda: vale la pena… eccetera?
Guardando a ritroso, se considero l'incremento di valore che ha premiato i diamanti DOVREI rispondere con un bel SI, senza esitazioni e fingendoo una serenità di coscienza che però non avrei.
Perché non si deve confondere un "concetto statico" come IL VALORE di un certo bene con IL PROFITTO che la vendita (concetto "dinamico") dello stesso bene potrebbe procurare perché si rischierebbero, come minimo, enormi delusioni.
E se il valore potrebbe essere solo una cifra dedotta magari da un listino, per il profitto é indispensabile una transazione commerciale andata a buon fine, e almeno in tempi ragionevoli.
Cioè un mercato attivo caratterizzaro da continui e vivaci scambi, ovvero una situazione che giustifichi l'attendibilitò del listino di cui sopra.
Un listino, sdarà bene ricordarlo, oggi ridicolizzato tanto da una carenza di domanda quanto da una eccedenza di offerte dalle tipologie più disparate.
Quindi IO non ho più il coraggio di ipotizzare, oggi, consistenti vendite di diamanti!
Almeno NON quelle derivanti dalla liquidazione di un "tesoretto" quasi famigliare per sopravvenute necessità o magari ancheper un'ulteriore diversificazione finanziaria.
Lasciando da parte la possibilità di tagliare la corda da un colpo di stato con i diamanti cuciti nel bavero del mantello, io vedrei i preziosi cristalli solo ed esclusivamente come bene-rifugio in tempi medio - lunghi.
Solo a patto che, disponendo di una liquidità "di servizio", si escluda SUBITO e per quanto possibile la necessità di un'improvvisa e rapida monetizzazione futura, parziale o totale che sia.
Considerando infine che non abitiamo agli antipodi che ne direbbe di approfondire di persona questo importante argomento?
Vede, la mia gemmocoscienza m'inquieta come se avessi evitato di risponderle in modo completo… :-)