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Non riesco a trovare acquirenti di diamanti non tagliati. Come mai è così difficile?

Buongiorno, chiedo gentilmente un piccolo aiuto considerata la vostra esperienza nel campo:

vorrei intraprendere la vendita di diamanti non tagliati provenienti dalla Sierra Leone, dove mio zio risiede e fa il lavoro di estrattore.

Il problema è che non riesco a trovare acquirenti di diamanti non tagliati.

Come mai è così difficile?

Avete qualche soluzione da suggerirmi? .

Ringrazio in anticipo per il vostro gentile aiuto che vorrete fornirmi.

Maria

 

Buon giorno, Maria

 

le premetto che debbo risponderle in termini necessariamente generali, ma se credesse di farsi un giro da queste parti potremmo entrare anche in dettagli specifici...

 

Il commercio dei diamanti grezzi é (era) riservato quasi esclusivamente ai grossisti e alle grandi taglierie, cioé a chi disponeva dei grandi capitali necessari per acquistare intere partite di materiale.

 

Oggi la situazione é più “fluida”  perché i contatti sono molto più facili e, soprattuto, ampiamente differenziati anche geograficamente.

 

Come nel suo caso, per esempio, anche se la provenienza di quel grezzo é una di quelle storicamente più famose.

 

Ma il commercio ha due nuovi problemi:

 

a  -  uno reale, ovvero una situazione economica (mondiale!) non certo entusiasmante, e 

 

b  -  e uno …nominale, cioé nuove regole per il commercio “morale” dei grezzi di diamante. 

       Regole che vorrebbero riservare solo ai “diamanti etici” il privilegio di circolare sui mercati.

 

In pratica, assistiamo a una pesante flessione del mercato diamanti di piccola caratura, mentre rimane alto, e a volte in clamoroso aumento, la domanda di lotti importanti utilizzati come bene rifugio.

 

Difficile darle dei suggerimenti perché lei non precisa quantità qualità e frequenza di quanto le fornirebbe lo zio, ma ritengo che la borsa di Anversa rimanga la piazza per elezione ove collocare ingenti partite.

 

Previo sdoganamento nel relativo "valico doganale”, uno dei cinque costituiti in Europa.

(Valico che in Italia non abbiamo grazie all’insipienza dei nostri europelandroni di Bruxelles).

 

Consideri però che per le operazioni doganali suddette lo zio dovrebbe corredare i cristalli con il “Kimberly Process” rilasciato dalle autorità locali: 

ovvero un virtuoso e secondo me ipocrita papiro attestante che tali diamanti NON provengono innanzitutto dallo sfruttamento di minori.

 

Né da zone nelle quali avrebbero finanziato guerre assortite e nemmeno i ricorrenti folkloristici e soprattutto democratici massacri locali.

 

Nel caso al posto di interi lotti si trattasse invece di qualche bel cristallo, sporadicamente arrivato come souvenir, credo che non sia difficile trovare una taglieria disponibile tanto all’acquisto del grezzo quanto alla lavorazione dello stesso per ricavare una gemma di valore ben maggiore.

 

Consideri però che (almeno a Valenza) il costo del taglio renderebbe l’operazione interessante SOLO per cristalli con massa superiore ai quattro carati, e di buona / ottima qualità.

 

Poi, naturalmente, le rimarrebbe il problema di monetizzare il diamante, ma questo é un altro paio di maniche.

 

Per finire, una considerazione appena appena sussurrata:

se lo zio non é del mestiere é molto probabile che in Sierra Leone trovi tanti volonterosi “operatori” (indigeni e non…) ben lieti di trasformare i suoi risparmi in (una magari troppo costosa) esperienza.  :-)

 

Io sono stato in zona un mesetto fa come consulente all'acquisto ma ho trovato solo cristalli di taglia troppo piccola e di qualità mediamente bassa, oltretutto in lotti già ampiamente “scremati” da chi di dovere.

 

A buon intenditor…  :-)

 

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