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Oro dall’Africa? MAI offrire consulenze gratuite

Spettabile Gianfranco, 

siamo un gruppo di intermediari Business Coach.

Attualmente diversi imprenditori ci hanno chiesto di verificare per conto loro la veridicità di alcune offerte di transizioni d'oro provenienti dall'Africa. 

Stiamo lavorando GRATIS da gennaio e ormai la situazione per noi è diventata critica.

Guadagneremo solo quando un contratto andrà in porto.

Da gennaio abbiamo salvato più di un imprenditore da truffe di false transizioni.

Ma non abbiamo incassato un euro!

Ormai abbiamo necessità d concludere almeno un contratto, altrimenti non arriviamo alla fine di settembre (con muti da pagare ecc )

Mi rivolgo a lei per chiederle se lei ha, o sa dove trovare, un elenco delle miniere VERE dell'Africa o almeno di qualche Paese africano. 

Ci siamo rivolti alle ambasciate italiane in Uganda, Ghana, e altri paese … ci hanno detto "fate attenzione"!!!

Abbiamo risposto che ci stavamo rivolgendo a loro proprio perché stiamo facendo attenzione... ma quella è stata l'unica frase che si sono degnati di dirci.

Ci siamo rivolti alle ambasciate Africane in Italia.. stesa solfa: "state attenti"

Siamo andati sino a Roma alla Farnesina dove ci hanno trattato come pezzenti e non ci hanno nemmeno fatto salire negli uffici…

Insomma... nessuno aiuta le relazioni internazionali e se ne stanno lì a prendere la paghetta senza fare nulla per aiutare il cittadino italiano intraprendete.

Oggi ho trovato una sua vecchia risposta riguardo alle transizioni di oro e così mi sono permessa di disturbarla.

Se lei potesse aiutarci noi potremmo anche farla entrare nel nostro gruppo.

Siamo 3 italiani, 2 africani che vivono da 30 anni in Italia regolarmente e i vari buyer mandate con cui ci relazioniamo.

I buyer li conosciamo da tempo, sono validi e hanno finanze, ma il problema è proporre loro un buon affare con un qualche seller reale. 

Lei può aiutarci?

Cordiali saluti

dr.a Cristiana

PS:

Noi abbiamo un elenco della locazione geografica delle miniere, ma non si vedono i nomi delle miniere, né delle società. 

 

 

Buon pomeriggio dr,ssa Cristiana 

ammiro la sua intraprendenza e quella dei suoi colleghi ma un paio di dettagli mi suggeriscono che quanto a esperienza avreste ancora parecchio da approfondire, tanto nel campo oro quanto e soprattutto a proposito dell’Africa…

Almeno dell’Africa vera, che é un mondo diverso da quello delle ambasciate in generale e in particolare della Farnesina.

Io mi occupo del settore oro e gemme dagli anni ’80 e le assicuro che, a mio modesto parere, DALL’ITALIA non caverete un ragno dal buco.

La sola via di scampo sarebbe quella d’andare in loco, a turno, dove vi occupereste di raccogliere il metallo dai garimpeiros che ve lo venderanno tramite i loro capi-villaggio, e che voi provvederete quindi a fondere e a fornire dei dannati documenti di esportazione.

Sempre che disponiate dei fondi necessari per mantenere una vostra équipe in loco e dell’organizzazione (sicurezza compresa) per completare tutti i passaggi necessari.

Dimenticate le miniere, perché i titolari (quando esistono almeno fisicamente) hanno già provveduto i propri contatti e contratti di vendita perché l’oro di colloca senza problemi in una manciata di minuti.

Quindi a voi rimarrebbe solo la raccolta che certo non sarebbe il tipo di lavoro che lei mi ha descritto.

Le ambasciate africane in italia (intese come istituzioni nel loro complesso) NON sono né attrezzate né orientate a supportare le singole iniziative come le vostre…

Salvo il caso che uno dei tanti attaché non vi proponga la sua collaborazione:

e qui ricorderete le ripetute raccomandazioni che lei mi cita e che io condivido.  :-)

Qualcosa di simile per le NOSTRE rappresentanze diplomatiche che (quando presenti) sono oberate di lavoro per colpa di una cronica carenza di personale.

Un personale oltretutto scarsamente motivato tanto dal punto di vista economico quanto da quello collaborativo.

Quanto alla Farnesina questa manda in giro per il mondo sussiegosi e a volte persino competenti (e benevolenti…) direttori, ma salvo la buona volontà di un qualche funzionario distaccato presso l’ambasciata, non aspettatevi altro che ampollosi discorsi e biglietti da visita offerti con professionale cortesia.

Di collaborazioni o meglio di iniziative del genere “aiutiamoli a casa loro” la procedura é sempre la stessa: N.A.P. 

Ovvero “neanche a parlarne”, come avete già sperimentato sulla vostra pelle.

Purtroppo.

Accetti intanto una tirata d’orecchi per l’ingenuità dimostrata verso interlocutori che non valevano il costo di una telefonata urbana e che ora si vanteranno dello scampato pericolo dovuto “alla loro bravura imprenditoriale”.

Quanto ai compratori belli e buoni a cui lei accenna ipotizzi con loro (meglio se CON LA PRESENZA di uno di loro) una ricerca di mercato in almeno TRE Paesi africani, ovviamente a loro spese e con una ragionevole cifra di competenza della sua organizzazione.

Correndo almeno al trotto (in Africa all’orologio preferiscono il calendario) non s’illuda di cavarsela con meno di sei mesi e tre viaggi per Paese prima di vedere i primi risultati.

Per il resto si tratta solo d’insistere e d’avere il buonsenso necessario per evitare i rischi che comunque ci sono sempre.

Mi spiace di non poter fare di più.

 

P.s.

La sua e.mail é un tantinello carente, come forma:

mancano intestazione del gruppo, indirizzo e telefono quindi conserverò con attenzione il suo nome 

e lo associerò a un punto interrogativo…  :-)

 

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