Pietre di colore

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lavoro in Russia e sono sposato con una ragazza di qua. Lei possiede in famiglia una grossa gemma da almeno...

Buona sera sig Lenti,

lavoro in Russia e sono sposato con una ragazza di qua.


Lei possiede in famiglia una grossa gemma da almeno 50 anni, mia suocera dice di averla  fatta vedere a uno specialista qualche tempo fa e le e' stato detto sia una pura Alessandrite.


Non sono esperto ma la gemma sara' di almeno 5 carati...


Le allego le foto che ho fatto oggi, l'ho fotografato insieme ad un diamante di 0.78 ct per avere un rapporto.


Sono richieste come gemme?

Se come assicurano e' in casa da piu' di 50 anni non so' se all'epoca esistessero quelle sintetiche..

Che valore potrebbe avere?

Hanno mercato?


Grazie per l'aiuto,

 

Buona sera, Gianvincenzo

 

l'alessandrite (il crisoberillo varietà alessandrite) é una gemma stupenda ed é particolarmente apprezzata dai collezionisti:

 

Estratta in esemplari anche di notevole massa e bellezza nella zona degli Urali, in Sri Lanka e (alquanto meno pregiati...) in Brasile, raramente si trova in soggetti di dimensioni considerevoli.

E, soprattutto, con la limpidezza che sembra mostrare il suo campione:

 

Ma il pregio maggiore é la "cangianza" del colore, che appare verde in luce naturale, e tendente al rosso in luce a incandescenza.

 

Quindi esemplari di eccellente qualità e con marcati effetti cromatici raggiungono quotazioni estremamente elevate, ma il loro mercato é decisamente ristretto.

 

A me risultano esistere collezionisti facoltosi e interessati, oltre che competenti,in Svizzera e in Germania...

E soprattutto negli USA, dove si incontrano soprattutto nella fiera di Tucson all'inizio dell'anno.

Non sono invece aggiornato sui mercati di Hong Kong o di Barhain, per non dire dei vari paradisi cinesi che non si dovrebbero comunque trascurare.

 

Me... c'é un ma!

Lei "ha fatto vedere... e le hanno detto... che é un'alessandrite".

 

Però non mi precisa che genere di specialista fosse quello che ha emesso la diagnosi, né tantomeno in base a quali analisi l'avrebbe.

fatto.

Prima di giustificare eventuali euforie le debbo precisare che le alessandriti sono imitate ormai da decenni col più volgare dei corindoni sintetici, corindone prodotto a quintali col "metodo Verneuil" di fusione alla fiamma.

 

Il prodotto risultante non assomiglia nemmeno vagamente al pregiato e raro crisoberillo perché i colori che mostra (quando li mostra)  sono soltanto un vago bluastro virante al violaceo...

ma questa "imitazione" é perfetta per imburrare adeguatamente le torme di turisti che sciamano fra Luxor, Sharm e Alessandria d'Egitto.  :-)

 

Prima di ordinare le casse di Cartizze e di caviale che la sua gemma meriterebbe si accerti allora che si tratti davvero, come le auguro, di un'alessandrite naturale.

 

E, in caso positivo, m'inviti poi per le celebrazioni, durante le quali sarò lieto di darle altri dettagli.  :-)

 

Cordiali saluti a lei e "alla ragazza di la".  :-)

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Sono quei trattamenti consentiti alle pietre colorate che ne migliorano il colore?

Egregio sig.re Lenti. leggo ogni tanto le risposte che dà a chi le scrive e devo dire che è moto preparato e soprattutto onesto..

Io le volevo porre una domanda..


In un sito americano che vende pietre preziose e semipreziose on line ho vsito delle diciture relative ad alcune pietre.


Esempio sugli zaffiri : Thermally Treated, Customary With Sapphires.

Sui rubini : Thermally Treated, Customary With Rubies

Sugli Smeraldi: Colorless Oil as Customary with Emeralds.


Che significano??

Sono quei trattamenti consentiti alle pietre colorate che ne migliorano il colore??


Le pongo la domanda perchè l'altro giorno ho letto l'email della signora che aveva comprato uno zaffiro che era stato trattato in modo tale da renderlo  più blu e quindi d aumentarne il pregio.


E francamente ignoravo che esistessero certi trucchetti che potessero far diventare un rubino " brutto anatroccolo" in rubino "cigno"..


Intervendo laddove la natura non è stata magnanima..

Grazie

 

 

Buona sera, Gianni

 

nel rispondere alla signora che aveva ricevuto uno zaffiro termodiffuso forse non sono stato molto chiaro, a proposito dei trattamenti cosmetici ai quali  molte gemme sono sottoposte...

 

Magari non si trasformeranno tutte in altrettanto "cigni", ma é indubbio che una buona parte di quelle che comunque miglioreranno nell'aspetto (nel colore, soprattutto) ripagheranno ampiamente i costi di processo.

 

E' però essenziale distinguere trattamenti "accettabili" o almeno innocui, da quelli che invece sarebbero un'autentica truffa.

 

Fra i primi vi é il "riscaldamento", ovvero la riproduzione artificiale da parte dell'uomo di quanto fa già la natura, in modo del tutto casuale, a spese di zaffiri e di rubini.

zaffiri e rubini che, in casi non sporadici, ne traggono un consistente beneficio in termini di saturazione dei colore.

 

Fra i trattamenti almeno innocui potremmo poi inserire la normale oliatura (olio di cedro o anche di mandorle, per esempio,, purché INCOLORE).

Si tratta di un espediente per rendere meno visibili le fratture presenti nel cristallo, ma  per "cascarci é necessario essere veramente sprovveduti, perché basterebbe un risciacquo con acqua bollente o l'immersione in un qualsiasi solvente.

 

Nel secondo gruppo direi che, storicamente, compare innanzitutto l'oliatura con oli COLORATI al fine di aggiungere o di intensificare il verde di "smeraldi" in origine troppo pallidi.

Anche in questo caso, a parte l'evidente intenzione truffaldina, la precauzione da adottare é la stessa di cui sopra...

sempre che le fratture "oliate" non siano state poi sigillate con cere, vetri o resine apposite.

 

E, a proposito di smeraldi, non é accettabile nemmeno il riempimento con una moderna resina plastica che poi, solidificando, ne migliori l'aspetto e ne impedisca nel contempo un facile ripristino allo stato originario.

 

Infine, zaffiri e rubini sono stati e sono tuttora abbelliti aggiungendo loro  col metodo della "termodiffusione" una parte del colore che scarseggia nel soggetto naturale.

 

Il sistema é decisamente sofisticato e il suo riconoscimento pone a volte problemi anche agli esperti del settore, se non attrezzati opportunamente né adeguatamente aggiornati.

 

L'ultimo grido in fatto di adulterazioni é però la "vetrificazione" dei rubini mediante l'immersione dei medesimi in vetro fuso, di colore rosso, che oltre a sigillare fratture e cavità assortite, dona a un materiale solitamente scadente un aspetto ben più attraente.

 

Il materiale così trattato (indicato correntemente come "lead glass filled rubies", ovvero rubini riempiti con vetro al piombo), in realtà sarebbero da etichettare come "materiale composito" ...

Ovvero un sandwich di "roba" che nella migliore delle ipotesi ha solo tracce di rubino al suo interno.

 

Nulla da ridire se, debitamente informato/a il/la cliente decidesse di comperare ugualmente tale economico "soggetto", tanto per prudenza quanto per vanità (le borse "firmate"degli ambulanti e i diamanti CE insegnano)...

 

Ma quando il/la cliente venisse convinto/a e quindi irretito/a con spiegazioni incomplete o ingannevoli, allora ci sarebbe materia per una bella denuncia per truffa.

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Zaffiro blu (apparentemente) bellissimo.. e caro. Ma é stata una truffa!

Buongiorno Gianfranco,


vengo subito al punto: tempo fa ho acquistato un anello in oro bianco con zaffiro ovale sfaccettato di bellissimo colore blu e importante pavé di brillanti, pagato troppo salato, cioè diverse migliaia di €, seppur fruendo di elevato sconto sul prezzo di listino (fa tutto parte del gioco commerciale: gonfiano i prezzi di listino per poi prospettarti un bello sconto, così ti sembra di aver fatto un affare e ti crei meno sensi di colpa).


Preciso che non sono particolarmente benestante, ho stipendio da impiegata, per cui gli X.000 € netti pagati rappresentano per me un grosso impegno.


Mi dichiaro delusa ed amareggiata  perché ho purtropo rilevato alcune imprecisioni nonché rilevanti omissioni sul Certificato di Autenticità rilasciatomi dall'organizzazione venditrice di XXX (che so lei ben conosce) se messo a confronto con un Documento di Verifica (l'Analisi Gemmologica completa sarebbe costata una fortuna)  fatta fare sulla pietra zaffiro da un organo super partes come il CISGEM di Milano, di cui ho la max stima, anche se, a mio modesto avviso, applica ai privati un tariffario piuttosto caro.


Le riporto le differenze riscontrate:


Certificato del venditore:

Anello realizzato in oro 18 carati

grammi 11.3

Diamanti Top Wesselton: carati 4.16

Zaffiro Naturale: carati 3.80

"in base agli articoli 1490 e 1491 c.c.si certifica che l'articolo sopra descritto è autentico"


Verifica CISGEM:

Specie: Corindone Naturale

Varietà: Zaffiro


Commenti:

Evidenze da riscaldamento, colore modificato per diffusione di elementi chimici dall'esterno

"le dichiarazioni sono conformi con le diciture allineate da LMHC (Comitato Internazionale per l'Armonizzazione dei Manuali dei Laboratori Gemmologici"

Peso (Massa): Totale anello gr. 10.9632

approx. zaffiro termodiffuso 3.50 ct

Dimensioni: approx 8.05 x10 mm h 4.92 mm

Forma e taglio: ovale, sfaccettato

Finitura:  Politura media

Simmetria media

Note:       Montato su anello con numerose pietrine incolori rotonde, sfaccettate.


Immagini un po' come mi sono sentita!!


Il Venditore: ha barato sul peso dell'oro, ha barato sul peso della pietra, ha millantato lodi sul "velluto blu" di uno zaffiro che poi risulta essere stato termodiffuso (che, stando a quel poco che mi aveva spiegato anni fa la Dott.ssa Gambino, docente di corsi al Cisgem, è una sostificazione più grave rispeetto agli zaffiri "scaldati" che si trovano abitualmente in commercio) - e poi la finitura non è nemmeno ottimale, ma definita con un mediocre "medio" sia per taglio che per politura;


All'ente esaminatore Cisgem vorrei invece fare un appunto sull'orrenda definizione fatta sui miei poveri bei brillanti: numerose (le assicuro che sono abbastanza grandi da poter essere contati a occhio nudo) pietrine incolori (ma voi del mestiere non avete una specie di "penna" che senza particolari analisi riconosce all'immediato se trattasi di diamanti o fondi di bottiglia?) sfaccettate (ma a colpo d'occhio non sanno riconoscere il taglio brillante?).


Nessuna menzione sulla sostanza dell'anello, nemmeno che fosse in zama rodiata!


Morale della storia:

nonostante l'anello visto da profani faccia un gran figurone, la pietra appare bella e vivace, il fascione in oro bianco ha una giusta bombatura, con un generoso pavé di brillanti bianchissimi e puliti,  se fatto scorrere sulle calze di nylon non tira i fili quindi  sono presumibilmente ben incastonati, viene bollato dal Cisgem come una taroccata.


Devo concludere che, a parità di gran figurone,  con una spesa immensamente inferiore mi sarei potuta  prendere un anello da Swarovski?


Lei che ne dice, ho preso la classica fregatura?


Grazie per la Sua attenzione e cordiali saluti.


Miriam

P.S. Scusi se mi sono tanto dilungata, ma l'argomento meritava...

 

Buona sera, Miriam

 

buona come eufemistico modo di dire, perché prima di ricamare una dettagliata risposta alla sua email le anticipo subito che lei é stata vittima di una truffa.

A mio parere, ovviamente, e se quanto lei mi riporta corrisponde in tutto e per tutto all'accaduto... come un navigato leguleio tenderebbe certo a "scolorire"!

 

Ma l'averle fornito uno zaffiro termodiffuso descrivendolo e certificandolo come "zaffiro" "naturale"  é cosa ben diversa e assolutamente non accettabile rispetto al consueto, ricorrente riscaldamento dei corindoni.

 

E mi spiego meglio.

 

Il riscaldamento che zaffiri e rubini subiscono con ricorrente frequenza nella speranza di migliorarne il colore é un trattamento che:

a - replica in tutto e per tutto quello svolto dalla natura, p. es. a opera di un arzillo o magari insonne vulcano;

b - salvo casuali e tipiche tracce residue, NON é diagnosticabile con assoluta certezza,

tant'é che la stessa gemma può essere   (e non di rado é) ritenuta "riscaldata" e "non riscaldata"

da analisti diversi, pur preparati e certo in buona fede.

c - irreversibile e permanente, nel senso che avrebbe una durata superiore alla durata di una vita umana;

 

Per tutte queste ragioni iIL SOLO RISCALDAMENTO é tranquillamente accettato e personalmente ritengo un caso, se non una vera e propria forzatura, la dichiarazione che a volte si estorce a un analista o a un povero gioielliere a proposito di esemplari che solo raramente offrono prove certe del loro "stato di colore"... :-)

 

Perché, sia chiaro, alla fine della fiera le considerazioni importanti sono soltanto quelle che riguardano:

1 - l'origine naturale della gemma,

2 - la bellezza del suo colore, insieme alla distribuzione nel e alla trasparenza del cristallo, nonché...

3 - al prezzo richiesto che, potendo, si può voler pagare o meno!

 

Ben altra musica invece per quanto riguarda la termodiffusione del colore nello zaffiro che le é stato venduto, perché invece di un riscaldamento che modificava qualcosa di esistente SENZA NULLA AGGIUNGERE alla gemma, nel suo caso é stato aggiunto un colore che in origine NON ESISTEVA, o che era di entità ben più modesta e certo meno pregiata..

 

In sintesi, un bel tarocco!

 

In casi analoghi (e purtroppo numerosi) il venditore si é difeso sostenendo d'aver:

a - chiaramente e ripetutamente precisato che trattavasi di esemplare termodiffuso, e che

b - il compratore AVEVA CHIARAMENTE COMPRESO la spiegazione e quindi confermato l'intenzione all'acquisto.

 

Nel suo caso, visto che é presente un "certificato del venditore" il problema di cui al punto b non si pone, perché la sola difesa possibile (si aspetti anche quella!) sarebbe il sostenere che lei ha sostituito lo zaffiro.

 

Non vorrei preoccuparla anzitempo, ma se le avessero confezionato il "pacco" ad hoc la caratura dello zaffiro NON corrisponderebbe a quella indicata sul certificato di cui sopra:

 

E forse nemmeno la grammatura del metallo.

 

Ovvio come in tale sciagurata ipotesi qualsiasi giudice si arrenderebbe all'evidenza ( ! )... dandole torto.

Magari, incriminandola anche per calunnia e tentata estorsione ai danni del candido e innocente venditore.

 

Le anticipo quindi un suggerimento, nel caso lei intenda tentare il ricupero di quanto estortole con tale fornitura.

 

1 - Torni dal venditore con un paio di (fintamente innocenti) testimoni, magari una coppia di amici

che sembrino intenzionati a loro volta a fare acquisti, e FACCIA RICONOSCERE L'ANELLO

NELLA SUA INTEGRITA' come oggetto venduto da loro in data....

 

2 - Se non ne sono trascorsi i termini, invochi il "diritto di recesso" e pretenda la restituzione del suo esborso.

 

3 - in caso di rifiuto, chieda il sigillo dell'anello RICONOSCIUTO in una confezione firmata dal venditore,

a scanso di future accuse della sostituzione di cui sopra.

 

4 - Se il tempo trascorso fosse invece eccessivo, minacci un'azione legale che, pur di esito incerto

(e soprattutto con tempi probabilmente vergognosi) sarebbe una spesa e una noia per lei,

ma anche una pubblicità negativa che qualsiasi venditore preferirebbe evitare..

 

Dubito che le restituiranno il dinero, ma riterrei preferibile tentare una bonaria riduzione di un danno

che non imbarcarsi in una saga legale più lunga e più squallida delle puntate TV di "Beautiful".

 

In sede di processo E CON LE PRECAUZIONI DI CUI SOPRA, qualsiasi consulente (come me) vincerebbe a mani basse con un bel discorso tecnico e morale a beneficio di una platea di giudici e avvocati...

tutti probabilmente felici d'imparare qualcosa di una materia che, prima o poi, potrebbe toccarli in prima persona.  :-)

 

Ma le ripeto che il tribunale dovrebbe essere proprio l'ultima spiaggia!

Però, se fosse il caso, mi avverta per tempo e io mi preparerò a sostenerla ferocemente facendo tanti gargarismi con acido solforico e nitroglicerina!  :-)

 

"Scusi se mi sono tanto dilungata, ma l'argomento meritava..." e "immagini un po' come mi sono sentita"!!

 

Si, Miriam, l'argomento lo meritava, e immaginando come si sia sentita mi permetta ora qualche considerazione in stile  "cocktail", ovvero per metà professionale e per metà personale.  :-)

 

Lei lavora, e i regali se li paga con lo stipendio:

non vedo quindi né il motivo per avere sensi di colpa post-acquisto, né la necessità di una giustificazione per aver abboccato alla frusta ma sempre efficace esca dello "sconto".

 

Anch'io ho una indiscussa stima per il Cisgem, ma non posso condividere le sue riserve circa le "esose tariffe" che applicherebbero...

Non le elenco i problemi della professione, né mi addentro in facili confronti con ben più redditizi "mestieri", ma le assicuro che per il servizio che offre il Cisgem "costa" addirittura poco.

A mio modesto avviso, ovviamente, ma pur sorridendo sul termine "pietrine" che l'ha infastidita le farei presente che le é stato fornito (e fatturato) il servizio che LEI ha richiesto.

 

Se avesse voluto anche un saggio del titolo dell'oro il conto sarebbe certo lievitato, e lei non sarebbe certo stata la cliente più felice.

 

Le confermo che "noi del mestiere" abbiamo "una penna" che ci permette(rebbe) di identificare subito i diamanti (anche montati) rispetto alle imitazioni, ma si tratta di un apparecchio (o di due, sovente) che deve essere usato con la cognizione, le precauzioni e la competenza del caso, a pena di clamorosi errori.

Lei ha presente dei quanto tempo sia necessario per testare adeguatamente TUTTI i diamanti di un pavé, magari con le soste necessarie per un consigliabile e opportuno raffreddamento dell'anello?

 

Certo, a volte le consulenze sembrano esose, e soprattutto si tende a risparmiarne i relativi costi...

Ma, col senno di poi, quanti avrebbero invece preferito sborsare IN TEMPO cifre anche superiori?

 

E naturalmente lei immagina il perché...

 

Concludo quindi confermando che non conosco solo la ditta che lei cita, ma anche varie altre che mi piacerebbe mettere alla gogna illustrando i mezzucci e le bassezze descrittive.

Per evidenziare tanti funambolismi merceologici che anticipano o accompagnano certe vendite...

 

Purtroppo finirei contemporaneamente per redigere anche un elenco di "sistemi" che sarebbe mooolto apprezzato dai numerosi teatranti del settore, per cui preferisco limitarmi a consigliare SEMPRE il fidato e competente gioielliere di famiglia:

 

quel professionista SEMPRE rintracciabile che, al giusto prezzo, non le farebbe certo rimpiangere nessun "Original Patakking Jewel Made by Swar..."  :-)

 

Faccio bene, secondo lei?     :-)

 

P.s.

Purtroppo devo rilevare che tanto il Cisgem quanto l'IGI di Milano adottano una terminologia secondo la quale "le dichiarazioni sono conformi con le diciture allineate da LMHC (Comitato Internazionale per l'Armonizzazione dei Manuali dei Laboratori Gemmologici" ma che secondo me sarebbe da modificare profondamente!

 

Entrami scrivono infatti "corindone naturale" a proposito di cristalli termodiffusi e/o, peggio, "vetrificati", ovvero riempiti con vetro di colore adatto a esaltarne la bellezza:

 

Poi, nelle note (che, essendo scritte a caratteri piccolini e magari in un angolo del certificato) sono notate da pochi e, soprattutto, capite da ancor meno lettori), sono aggiunte frasi come "presenza di materiale estraneo", "zaffiro termodiffuso" che invece dovrebbero essere messe in grande evidenza e compiutamente spiegate.

 

Certo, i corindoni naturali sono di origine naturale: é lapalissiano, e il dichiararlo non desterebbe meraviglia:

Ma dichiararlo a proposito di cristalli si di origine naturale, ma che poi siano stati verniciati in laboratorio, o imbottiti di vetro al piombo beh, mi sembra come minimo un'aberrazione fuorviante!

 

Fuorviante e naturalmente costosa!

 

Qualcuno (molti, probabilmente)  si nasconderà dietro un comodo "ma era scritto"...

 

Solo che saranno in pochi a leggerlo e ancora meno a capirne il significato:

vogliamo scommettere che sarà una pacchia per i gemmopataccari?

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Il "fenomeno dell'asterismo": Mi può spiegare che cos'è per favore?

Buongiorno, sono una "neofita" sulla tematica e per caso ho scoperto il vs interessantissimo sito.


Andando poi in giro qua e la per la rete ho riscontrato spesso, nel parlare delle diverse gemme, l'uso dell'esoressione "fenomeno dell'asterismo".


Mi può spiegare che cos'è per favore?

La ringrazio, buon lavoro

 

 

Buon giorno, Giusi

 

benvenuta, innanzitutto, nel girone dei gemmoaffascinati, che notoriamente é l'anticamera di quello dei gemmofìdipendenti...

:-)

 

Il delizioso fenomeno che l'ha colpita é dovuto, nei cristalli naturali, alla presenza di microscopici, sottili aghi di minerali (come p. es. il rutilo) con un indice di rifrazione superiore a quello del soggetto che li ospita.

 

Questi aghi sono disposti in modo simmetrico e caratteristico (si dice "iso-orientati") e riflettono la luce in modo da formare,nei cristalli tagliati a superficie curva, una "stella" luminosa.

 

Una stella a sei raggi, nei quarzi e nei corindoni, oppure a quattro, nei diopsidi, a causa di una diversa struttura dei due cristalli..

 

Il fenomeno é (purtroppo!) riprodotto anche in cristalli sintetici, e addirittura su certi vetri sui quali sono praticate allo scopo numerose micro-incisioni.

  • Scritto da Gianfranco Lenti
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Vorrei sapere, gentilmente se certi gemme immettono radiazione e con quale strumento si possono individuare?

Vorrei sapere, gentilmente se certi gemme immettono radiazione e con quale strumento si possono individuare?

 

Buon giorno, Joukhal Driss

 

l,e gemme radioattive fanno ormai parte della mitologia gemmologica...  :-)

 

Si incominciò almeno due decenni addietro con il terrorismo dei topazi azzurri, per finire forse cinque o sei anni fa con i diamanti neri:

due grosse bolle di sapone, naturalmente, perché non mi risulta che i topazi radioattivi siano MAI usciti dai laboratori nei quali subirono i primi trattamenti di irraggiamento.

 

Quanto ai diamanti "neri", che in realtà sono di colore bruno più o meno scuro, furono immediatamente demonizzati e bloccati in dogana (ad Anversa) non appena dall'India arrivarono, in massa, i primi lotti.

 

E la storia continuò per un certo tempo, per svanire poi d'incanto non appena gli stessi diamanti (trattati con il medesimo processo di coloritura...) furono disponibili, guarda la coincidenza, anche da produzioni occidentali.  :;-)

 

In ogni caso é facile verificare che in circolazione non esistono gemme radioattive, non solo perché il metodo di trattamento non ne prevede tale pericoloso residuo, ma anche perché le conseguenze sarebbero perseguibili a livello planetario:

e nessun operatore economico (nemmeno il più cinico e crudele bandito mondiale) rischierebbe rovinose azioni legali che sarebbero perse in partenza.

 

Quanto a un'eventuale verifica per sua tranquillità, potrebbe procurarsi uno dei contatori Geiger in grado di rilevare presenza ed entità di radiazioni Beta e Gamma, apparecchi che si trovano nei negozi di elettronica e nei magazzini di surplus militare.

 

Ma per quanto cerchi vedrà che troverà eventuali tracce radioattive colo e soprattutto nel latte e nell'insalata... :;-)

 

Scherzi a parte, gli istituti di fisica universitaria sono dotati di apparecchi molto sensibili e a Casablanca saranno certo in grado di darle una risposta immediata...

oppure, in Italia, potrebbe rivolgersi agli uffici della difesa civile o a quelli dell'ARPA.