Il colore e la sua distribuzione in funzione del taglio

Buonasera Sig. Lenti

Sono quello studente di Chimica che è rimasto affascinato dalle gemme e le ha già scritto qualche mese fa. 

Innanzitutto voglio ringraziarla per le precedenti risposte e poi, se posso, vorrei chiederle qualcos'altro sul taglio delle pietre colorate, dato che mi rendo sempre più conto di quanto sia importante per non ”distruggere"in un lampo ciò che la natura ha creato in tanti anni.

Ho notato un calo di intensità e saturazione nella tavola di tutte le gemme colorate che ho visto (eccezion fatta per un'acquamarina sfacettata a losanghe nel padiglione) anche in quelle, a detta del gioielliere, tagliate in maniera eccelsa, solo che in queste ultime il calo è molto meno marcato che in quelle tagliate peggio, dove il colore sulla tavola diventa praticamente nullo con conseguente effetto finestra notevole.

Poi ho notato che nelle gemme con taglio ottagonale a gradini (il mio preferito per qualunque pietra) il calo di intensità cromatica si ha (in quelle tagliate bene secondo il gioielliere), in corrispondenza dell'apice guardando dalla tavola, mentre in quelle sfacettate si ha in un'area che comprende circa tutta la tavola.

Volevo chiederle se questo lieve calo cromatico seppur apprezzabile sia normale anche in una gemma tagliata molto bene oppure sia dovuto comunque ad un taglio con dei difetti, e quindi concludere che in un taglio eseguito a regola d'arte l'intensità cromatica debba essere la stessa in tutta la superficie della corona, a parità di luce e angolo visivo.

Spero di non esser stato troppo caotico nell'esprimermi e che abbia la pazienza di rispondermi ancora.

La ringrazio 

Cordiali Saluti 

Stefano

 

 

Buona sera Stefano

il colore percepito é il risultato di due fenomeni sequenziali:

a - un assorbimento selettivo, ovvero la SOTTRAZIONE di alcune lunghezze d’onda della luce che ATTRAVERSA il soggetto e

b - la SOMMA delle lunghezze d’onda rimanenti che EMERGONO dal soggetto.

Il taglio delle gemme DI COLORE ha il duplice scopo di generare quell’affascinante gioco di luci e di riflessi che rendono la pietra “viva” e poi di valorizzare, intensificandola, quella saturazione cromatica che ne  é insieme alla trasparenza il pregio maggiore.

Ciò premesso, per quanto riguarda il colore lei ha perfettamente centrato il problema relativo alle conseguenze dei diversi tagli e della loro perfezione geometrica secondo le leggi dell’ottica.

Sia chiaro i tagli sono tutti “più o meno buoni” per quanto meglio rispettino le suddette leggi che però spesso e volentieri contrastano con opzioni di tipo economico!

Infatti, potendo ricavare dallo stesso grezzo un’acquamarina di 3,90 carati geometricamente e quindi otticamente perfetta e la stessa di carati 4,45 con qualche lieve compromesso le assicuro che TUTTI i commercianti opterebbero per la seconda ipotesi.

Il risultato lo ha notato anche lei in zone “meno sature” di colore in alcune pietre.

Il perché é semplice: il fenomeno dell’assorbimento selettivo é più marcato quando la quasi totalità della luce compie nella gemma il percorso previsto e viene rimandata verso la corona e la tavola = il colore intensificato.

Quando invece il taglio e i corrispondenti angoli significativi meno corretti causassero una dispersione di luce attraverso il padiglione allora si avrebbero i meno desiderati “effetti finestra”  = cioé un colore meno saturo.

E tutto questo dando per scontato che trasparenza e colore siano perfettamente omogenei nel cristallo.  :-)

Quanto all’intensità cromatica nelle pietre preziose di colore si valuta con osservazione attraverso la tavola;

la corona mostrerà certo differenze dovute tanto alla presenza di faccette ravvicinate quanto allo spessore della materia in prossimità della cintura.