- Categoria: Pietre di colore
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Zaffiro ereditato: come riconoscere la pietra come pura?
buongiorno, ho ereditato uno zaffiro alla morte di mio zio; volevo chiederle come riconoscere la pietra come pura…
Grazie
Buona sera, Paolo
gli zaffiri hanno sovente caratteristiche interne che oltre a rappresentare una delizia per gemmoappassionati osservatori sono anche la carta d’identità della loro natura, rivelando se si tratta p. es. di naturali o di sintetici!
Quindi, e sempre che il suo zaffiro abbia una dimensione ragionevole (esemplari molto piccoli potrebbero essere stati ricavati da un cristallo più grande ma da una parte del medesimo PRIVA di caratteristiche significative), un esame al microscopio potrebbe rivelare elementi atti a qualificare l’origine della sua gemma.
Nei casi più impegnativi e/o più rischiosi potrebbe essere necessario smontare lo zaffiro nel caso fosse montato, sia per individuare con sicurezza anche i dettagli più remoti sia per evitare il rischio più banale ma non meno pericoloso di un esemplare “composito”:
ovvero una specie di wafer ottenuto p. es. incollando una fetta di zaffiro naturale su un padiglione di un materiale qualsiasi ma di colore adatto.
Come vede ho evitato di proposito la risposta in merito a una “purezza” che per me non ha nessun significato, e nella fattispecie non ne ha certo in termini di valore assoluto!
Premesso il fatto che tutti i cristalli sintetici sono praticamente PURI, la “purezza” nelle pietre di colore dovrebbe essere proprio l’ultima delle preoccupazioni tanto dei possessori quanto degli acquirenti:
infatti un’appropriata simmetria di taglio, una piacevole saturazione di colore e un grado di trasparenza almeno decente avrebbero un peso ben maggiore fra le caratteristiche da valutare del soggetto.
A mio avviso, naturalmente.