- Categoria: Pietre di colore
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Quali branche della fisica bisogna conoscere per studiare le gemme?
Egregio signore,
sono un perito elettronico con la passione per la matematica e le sue applicazioni fisiche, vorrei sapere quali branche della fisica bisogna conoscere per studiare le gemme.
Ringraziandola anticipatamente le porgo distinti saluti.
E.S.
Buonasera, Emanuele
per studiare le gemme sono necessarie varie conoscenze di base della cristallografia, della fisica ottica, della chimica elementare…
Con qualche breve ma significativa escursione nella geologia, almeno per i materiali inorganici.
E poi é indispensabile disporre di qualche bella collezione:
di libri, di diapositive e soprattutto di campioni di studio.
Ma mentre i libri e le diapositive sono fruibili a basso costo, per studiare come si deve le gemme sono indispensabili gli strumenti per gemmologia del laboratorio-tipo, e qui incomincian le dolenti note.
Non solo per filo costo, che si può ragionevolmente dilazionare, ma innanzitutto per la scelta.
Lei vorrà comunque considerare DUE gruppi di strumenti:
a - quelli che servono per dare un nome al soggetto in esame, e
b - quelli che si usano poi, per distinguere i cristalli naturali da quelli sintetici.
E magari anche per individuare trattamenti vari e interventi laboratorio.
Nel primo gruppo primeggiano rifrattometro e polariscopio, a cui si affiancano bilancia idrostatica e camera UV, oltre (volendo…) a sensori vari per diamanti e moissianite.
E almeno un paio di lampade, delle quali una a luce Normalizzata.
Nel secondo gruppo svetta il microscopio gemmologico, citato al singolare ma che, almeno nel mio caso, é una germmotrinità:
uno stereozoom verticale, il più usato, uno orizzontale (sempre stereo), a immersione per le pietre di colore particolarmente “misteriose”…
E un terzo, sempre orizzontale e sempre a immersione, binoculare ma a revolver per le ricerche a ingrandimenti esasperati.
Tutti quanti predisposti anche per la micrografia perché presto o tardi si presenterà la necessità di una documentazione fotografica da sottoporre ai colleghi o ad altri appassionati.
Un tantino a parte collocherei lo spettroscopio, che resta in ogni caso una tappa fondamentale per chi, oltre alla passione, abbia anche il tempo per archiviare una propria documentazione spettroscopica.
Le faccio notare che accennando a dolenti note mi riferivo alle prestazioni di alcuni apparecchi perché, anche se la scelta attuale é decisamente migliore rispetto agli anni trascorsi, rimangono handicap fondamentali e purtroppo generali:
ovvero “chi fa gli strumenti non li usa” col risultato che per lavorare davvero bene le scelte sono solo due:
modificare gli strumenti disponibili oppure costruirseli apposta, completi di accessori specializzati.
Mi fermerei qui perché approfondire il caso di studi dedicati a una particolare famiglia di cristalli, (studi finalizzati p. es. all’acquisto dei relativi grezzi a scopo commerciale) richiederebbe magari un intero pomeriggio per ipotizzare le varie scelte…
Oppure una settimana intera solo per descrivere le favolose dotazioni scientifiche oggi disponibili per le più sofisticate analisi genealogiche a tutto campo.
Mi (e le) auguro un felice sviluppo dei suoi gemmointeressi.