- Categoria: Pietre di colore
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Stelle della Tanzania: quando sono belle, sono belle davvero. Lapalissiano, n'est ce pas? :-)
Gentile sig. Lenti,
nuovamente mi affaccio con umiltà alla sua piazza gemmo informatica, dopo averla già disturbata a Natale dello scorso anno da quel di Dubai per avere un consiglio (rivelatosi poi preziosissimo) sull’acquisto di alcuni brillanti che, data la continuità del mio viaggiare, ancora non sono entrati a far parte del porta gioie della diletta consorte.
Stavolta le scrivo dalla “casa della pace” ovvero Dar es Salaam, capitale della bellissima Tanzania (come potrà immaginare il mio lavoro mi porta a “navigare” in mari piuttosto lontani!!).
Non potevo quindi, da modesto estimatore di gemme quale mi pregio di essere, che rimanere affascinato dalla accattivante luce direi quasi ipnotica se non artificiale della Tanzanite.
Ho cercato, nel mare magnum della rete, di approfondire la conoscenza di questa gemma.
Pur comprendendo che non vi sono ad oggi certificazioni “omogenee o standard” mi sono comunque avventurato nell’acquisto di un ricordo.
Il buon senso (che spesso può far danni!!) mi ha indirizzato ad un gioielliere pakistano che me ne ha mostrato una significativa collezione.
Data la certificazione alquanto “essenziale” (carato, colore nella scala delle “A”, nr. identificativo, tutto su “preziosa” carta intestata del negoziante) ha prevalso in me la moderazione su due piccole gemme da montare in futuro a pendente:
- 1,88 AAA trillon (forse Bv v1/v2 in termini IGI);
- 0.84 AA trillon (forse Vb v1/v2 in termini IGI).
Non posseggo ulteriori elementi (indici di rifrazione su tutti).
Al mio occhio profano sono apparse molto luminose e omogenee.
Il taglio dovrebbe essere stato eseguito a Bangkok.
Non la tedio sul costo complessivo dell’operazione (le dice qualcosa la distanza della Polare sulla congiungente Merak-Dubhe), avendo compreso la sua refrattarietà a valutazioni economiche a fronte di elementi sì vaghi.
Una volta in Italia (vivo a Livorno) mi metterò alla ricerca di un gemmologo per periziarle (chissà che poi ne valga la pena, sono belle anche senza documenti!!).
Ho provato a fare qualche scatto alle gemme che allego con piacere alla mail, fiducioso che possa far piacere vederle anche a qualche altro estimatore e con la speranza che lei ne possa trarre un qualche giudizio di merito.
Riconoscendo che la sintesi non può essere annoverata tra le mie poche virtù la saluto caramente
Valerio
Mai commettere l’errore del ciabattino “Sutor, ne ultra crepidam”.
Caro Valerio
ben ritrovato, e innanzitutto complimenti vivissimi per il magnifico acquisto!
E intanto lasci tranquillamente perdere i patemi a proposito di sintesi perché leggerla é un piacere;
casomai, come ciabattino può benissimo avventurarsi “oltre le scarpe”, ma solo a patto che insieme alle citazioni latine lei aggiunga anche la traduzione. OK?
Quindi, e per entrare nel merito, le faccio i miei complimenti per l’abilità di fotografo con la quale ha saputo riprendere i due magnifici cristalli.
Tanzaniti taglio trilliant: una con saturazione cromatica più marcata,, l'altra color Jacaranda... Ma entrambi bellissime.
Confrontando le foto si nota come la direzione di osservazione possa influenzare il giudizio sul taglio e sul colore.
Magnifici e oltretutto col taglio migliore per la tanzanite che con i corretti angoli di padiglione (come direi essere il suo caso) rende nel trilliant il meglio delle sue splendide caratteristiche ottiche.
Bravo anche per aver signorilmente sorvolato a proposito di papiri, sigle e pedigrée a corredo di due esemplari che “parlano da soli” al buongusto di chi sa guardare innanzitutto con i propri occhi.
E giudicare con la propria sensibilità, anche nella consapevolezza che il buon senso é un paracadute che potrebbe anche NON aprirsi al momento opportuno, e che in ogni caso NON si apre sempre… :-)
Per sua tranquillità le preciso che a me NON risulta l’esistenza di tanzanite sintetica. anche se in una fiera incontrai un distinto nippo-alemanno che vendeva “tanzanite ricristallizzata” che però col nobile cristallo aveva in comune solo una parvenza di colore.
Lasciando le AAA agli annunci per cuori solitari, guardando le sue (ripeto felici) fotografie ho apprezzato le due diverse saturazioni di colore che, per i miei gusti, hanno pari dignità cromatica…
E cadendo poi quasi in gemmoipnosi estatica all’evidenza in uno dei due esemplari di quel marcato dicroismo blu e rosso che lei farà adeguatamente notare alla felice consorte destinataria di tanta bellezza.
Precisa evidenza di un marcato dicroismo,
ovvero la presenza contemporanea di due colori (in questo caso blu-violetto e rosso)
Per inciso, proprio a Dar es Salaam e proprio da un gioielliere pakistano (negozio d’angolo, serranda a fisarmonica con lucchettone corazzato, cerbero di guardia e magnifica collezione di tanzaniti…) avevo ammirato un esemplare con una travolgente cangianza dal blu/violetto al rosso vicina all’80%…
che mi sogno ancora adesso, senza nemmeno vergognarmi d’aver spudoratamente recitato la parte della volpe nella novella dell’uva bianca. :-)
Condivido l’entusiasmo dei viaggi in giro per il pianeta, quindi potremmo magari farci una birra insieme all’ombra di un jacaranda:
ci vediamo a Lusaka, o preferisce Dakar? :-)
Intanto offro alle sue immagini il primo palcoscenico del mio sito, tanto per dimostrare che finalmente anch’io riesco a inserire le foto.
Alla prossima. :-)