- Categoria: Pietre di colore
- Scritto da Gianfranco Lenti
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Rubini: vorrei cercare di azzeccare di più l'acquisto in funzione del colore, cosa che mi interessa molto di più di tutto il resto.
Buonasera;
Oggi ho potuto visionare tre certificati di Gubelin di tre rubini da un carato circa e pochi centesimi di differenza ciascuno, tutti e tre ritenuti "Vivid Red" accompagnati dal commento (traduco) "La presenza di una fluorescenza da media a forte e per la forte saturazione di colore questa varietà può essere chiamata nel mercato Sangue di Piccione".
Personalmente non mi lascio condizionare dal commento in sé tanto è effimero il termine usato, mentre il "vivid red" accende molto il mio interesse in quanto è veramente difficile trovare sul mercato un bel rubino rosso definibile tale senza sé e senza ma.
Le tre pietre (e qui arriva la domanda) differiscono nella proporzione del taglio (ovali): una è circa 8x4x3, una ca 6x5x3.5 e l'ultima ca 5.7x5.4x3.5
Non le chiederò di soffermarsi sulle misure in quanto senza avere le gemme davanti non ha molto senso, mentre le chiedo se in linea generale un rubino che, a parità di peso, sacrifica un po' dell'ampiezza visiva in favore della profondità, potrebbe risultare di un colore più intenso ed omogeneo rispetto ad uno più ampio e meno profondo?
O non è una regola realistica e tutto dipende dalle variabili del cristallo?
Vorrei procedere all'acquisto di uno di questi, sono ben certificati, il venditore è famoso e c'è tutto il diritto di recesso previsto.
Il prezzo oltretutto mi sembra molto buono relativamente alle mie conoscenze.
Però vorrei cercare di azzeccare di più l'acquisto in funzione del colore, cosa che mi interessa molto di più di tutto il resto.
P.S. i tre rubini provengono dal Mozambico e devo dire che questo Paese sta regalando davvero gemme di grandissima qualità, ultimamente.
Grazie per l'eventuale risposta.
Filippo
Buona sera, Filippo
complimenti per la sua equilibratissima e.mail, con varie affermazioni che posso tranquillamente sottoscrivere.
Ma perché indicare come "eventuale" la mia risposta?
Sappia che, crash ai dischi a parte, io ho sempre risposto a tutti.
Può darsi che nel cestinare le dozzine di porcherie che innumerevoli idioti in rete distribuiscono urbi et orbi io abbia cancellato anche qualche e.mail che avrebbe invece avuto diritto di replica, ma le assicuro che si é trattato solo di un errore.
Dovuto magari alla stanchezza, visto che va sempre a finire che l'impegno delle risposte, per me, é l'equivalente di un night club.
Solo come orario, purtroppo! :-)
Si, Mozambico e Madagaskar sono saliti di prepotenza alla ribalta dei Paesi gemmoproduttori con esemplari di assoluto rilievo sotto ogni punto di vista, e mi congratulo con lei per avere a portata ben tre rubini con tale certificazione!
L'indimenticabile Edward Gubelin mi aveva fatto una bellissima dedica sulla prima edizione del suo raro (e da anni introvabile) "Internal world of Gemstones", che infatti mi fu poi rubato nei miei stands della Fiera di Vicenza…
E l'attuale direttore del'omonimo laboratorio d'analisi, l'amico George Bosshard non é certo un giovincello sdolcinato e romantico, affascinato e commosso dalla tonalità ematica di certi rubini...
Ma le descrizioni che si trovano inserite a beneficio del pubblico in molti certificati gemmologici non di rado risentono tanto delle consuetudini del laboratorio quanto anche (e purtroppo) di necessità più o meno direttamente riconducibili a banali opportunità commerciali.
Anch'io sono un ammiratore del "vivid red" quel "rosso vivace" che si va facendo sempre più raro, almeno nei rubini di una certa, consistente caratura.
Solo che alla sua evidenza e omogeneità vorrei vedere associata anche una valutazione della trasparenza del soggetto osservato.
Ovvero una qualità che le gemme più piccole hanno, sovente, in misura elevata:
una caratteristiche che si rileva quasi sempre con un certo grado di attenuazione negli esemplari di taglia maggiore, soprattutto in quelli con un ottimo livello di saturazione cromatica.
La ringrazio per aver premesso l'opportunità (cioè l'inderogabile necessità) di valutare "de visu" gli esemplari in predicato perché emettere giudizi di colore derivandoli dai millimetri di una tavola x un padiglione sarebbe come valutare il gusto di un risotto osservandone solo la foto. :-)
Certo che a parità di minerale, un rubino col taglio "più profondo" risulterebbe di colore più "saturo" di un confratello dal padiglione meno importante, ma si tratta del semplicissimo fenomeno di assorbimento progressivo della luce, anzi di certi colori della stessa, oltre che della sua intensità.
Tanto che lo stesso vino mostrerebbe un colore con intensità diverse, se osservato prima in un calice e poi in una caraffa, vero?
Però non capisco cos'intenda lei per "variabili del cristallo", salvo il caso si riferisca alla più o meno evidente presenza ANCHE del colore blu nei diversi esemplari comunque rossi del pregiato corindone, ovvero la varietà rubino.
L'orientamento di taglio (la posizione della linea ideale tavola/apice, per capirci) rispetto agli assi cristallografici del soggetto ha un'influenza incontestabile sul fenomeno, e a volte vi sono corindoni che esibiscono un marcato e raro effetto di cangianza cromatica, con viraggi dal rosso verso il blu (bluastro…) in funzione tanto del tipo di luce usata quanto dell'orientamento della gemma rispetto alla sorgente luminosa.
Lei quindi NON si lasci influenzare da NESSUNA considerazione estranea a quelle intense e magari anche indescrivibili sensazioni che le trasmettono i suoi occhi.
In pratica le direi di abbandonarsi tranquillamente alle emozioni che uno solo dei tre rubini le trasmetterà in modo certo più intenso, e poi beva…
pardon, scelga proprio quello, nella tranquilla certezza d'aver scelto il meglio.
Alla prossima, e nel frattempo dedichiamo un minuto di commosso silenzio ai "gemmopiccioni" dissanguati! :-)