Ho perso il mio diamante: posso rivalermi sul gioielliere?
Buongiorno le chiedo un’informazione/consiglio...
ho perso accidentalmente il diamante dall’anello che portavo al dito...
Purtroppo mi sono accorta che la pietra non c’era più mentre passeggiavo.
Questo a un mese dall’acquisto in gioielleria.
Evidentemente si è trattato di una montatura che era stata fatta molto male.
Ho qualche speranza di potermi lamentare e rivalere in qualche modo con il gioielliere?
Esiste qualche forma di assicurazione o mi verrebbe soltanto risposto che "sono cose che capitano"? grazie per un suo consiglio.
Saluti
Buon giorno, Silvia
mi spiace per lei, ma temo che debba rassegnarsi alla perdita...
Salvo il caso in cui il gioielliere abbia stipulato di propria iniziativa una qualche forma di assicurazione, una rivalsa legale avrebbe, a mio avviso, poche speranze di successo.
Certo, il suo avvocato potrebbe sostenere un lavoro eseguito in modo maldestro, con:
- incastonatura difettosa, o
- fusione eseguita in modo improprio,
- scelta inadeguata della montatura...
ma la controparte potrebbe ribattere con:
- ipotesi di uso inaccurato,
- richiesta di controperizia sula montatura e, eventualmente anche di un esame metallografico...
eccetera.
Insomma, una bazza anche per avvocati di serie b!
Come tecnico le posso confermare (purtroppo!) la presenza di merce che non esito a definire "spazzatura a 18kt", ovvero il frutto di una spasmodica ricerca del risparmio a ogni costo.
Così ci sono oggetti fusi IN UN SOL PEZZO, magari destinati a gemme di valore ridotto, che sono poi montati con diamanti di alto valore, e con i rischi conseguenti.
Tanto per darle un’idea, lo stesso anello con le punte (i griff) riportate con filo d’oro al palladio, trafilato, costa di sola manifattura dieci volte lo stesso modello fuso in un solo passaggio, un tanto al chilo.
Ma l’oro al palladio, opportunamente tirato alla trafila, acquista proprietà di elasticità e tenacità tali da garantire una sufficiente sicurezza anche per i lavori più delicati, mentre un griff di fusione potrebbe, specie se l’operazione é stata condotta in modo improprio (tempo, temperaura, lega, ecc.), presentare subdole caratteristiche di fragilità, oltretutto non facilmente diagnosticabili a priori.
Se l’anello che le é rimasto reca ben visibile (come dovrebbe...) il marchio del fabbricante, potrebbe tentare un accomodamento col suo gioielliere, tenendosi ben stretto lo scontrino fiscale o la fattura di vendita:
in sostanza, sarebbe interesse di tutta la catena commerciale tutelare la soddisfazione del cliente finale, e voglio quindi sperare che i suoi interlocutori la pensino così...
Ma é solo una speranza, e non una sentenza.
Auguri.