Come essere sicuri di non incappare in un diamante "C.E.", avvero a "purezza migliorata"?
Buon giorno gentile sig. Lenti, volevo farle una domanda sperando che Lei non La ritenga troppo stupida. Buon giorno gentile sig. Lenti, volevo farle una domanda sperando che Lei non La ritenga troppo stupida.
Data la sempre maggiote diffusione di diamanti CE, come essere sicuri di non incappare in uno di essi anche acquistandolo in una gioielleria di fiducia, tenendo conto che i fornitori della gioielleria possono variare, che i trattamenti volti ad "adulterare" le pietre vanno sempre più perfezionandosi...
Pensi che il mio gioielliere di fiducia (ed è gioielliere da almeno 30 anni)mi dice,in altro ambito, di fare sempre più difficoltà a distinguere perle cinesi da perle giapponesi
Grazie per la risposta.
Valentina
Buona sera, Valentina
la sua domanda non é affatto stupida, e una sana diffidenza (sua, del suo gioielliere, e dei vari fornitori del medesimo) sarà sufficiente per pretendere le necessarie garanzie (scritte!) in proposito.
Ma non drammatizziamo:
i diamanti C.E. ("clarity enhanced" ovvero con "purezza migliorata") sono facilmente identificabili con un accurato esame al microscopio.
È però quasi indispensabile poter esaminare il cristallo attraverso il padiglione, quindi a pietra sciolta o, almeno, attraverso una montatura sufficientemente aperta. perché i fori del laser, se osservati "di punta" sarebbero quasi invisibili.
Qunato poi all’inquietudine del gioielliere circa l’origine delle perle, mi sembrerebbe un pochino eccessiva:
trattandosi entrambi di perle coltivate, direi che il collega dovrebbe preoccuparsi piuttosto di scegliere prodotti con un marcato "oriente", uno strato di perlagione sufficientemente spesso, e un manto con la migliore regolarità superficiale.
Ovviamente, del colore preferito dalla cliente... :-)
Quindi, sfatato il mito che TUTTE le perle giapponesi sino belle, e che TUTTE quelle cinesi facciano pietà, sarà poi un piacere selezionare gli esemplari più pregiati, vero?