Purezza e valore: quanto aumentano nei diamanti "clarity enhanced"?
Salve, volevo ringraziarvi per la gradita risposta circa il mio precedente quesito.
L’ho trovata molto precisa e utile per i futuri acquisti.
A tal riguardo, vi disturbo nuovamente per una domanda:
secondo voi, parlando di acquistare un diamante taglio brillante (fermo restando il taglio e colore) è conveniente acquistarne uno di grossa caratura (per esempio 2ct, I2 o I3) e poi farlo lavorare (enhanced) per ridurne le imperfezioni?
Quanto può migliorare nella scala della purezza?
Il rapporto valore della pietra rispetto all’investimento di lavorazione conviene?
O è meglio lasciar perdere?
Grazie mille in anticipo per le preziosi informazione.
Buona sera, Lorenzo
lieto d’esserle stato utile, e spero di non deluderla (troppo...) per quanto riguarda un’eventuale divergenza d’opinioni con lei sui diamanti "clarity enhanced", i cosiddetti "diamanti a purezza migliorata".
Tanto per cominciare, il trattamento non riduce affatto le "imperfezioni", ovvero le caratteristiche interne:
queste non solo rimangono, ma per fori praticati col laser sono addirittura incrementate come numero!
Anche senza ipotizzare poi un successivo riempimento con plastiche incolori, o paste vitree, si tratta sempre una banale sofisticazione cosmetica, ovvero di un intervento che si limita a ridurre la visibilità, all’interno del cristallo, di particolari non graditi.
Quanto ai "miglioramenti" sia nella scala della purezza, sia nel rapporto costo/valore il quesito é improponibile, perché i diamanti pasticciati tanto pesantemente non sono graduati... ma solo venduti.
Venduti perché pare ci sia un buon interesse anche per essi, più o meno come per le batterie di bambolone TV, tutte silicone & aria compressa:
de gustibus... :-)
Chiarito questo, sarà lei a decidere se il soggetto tanto appariscente e così a buon mercato soddisfa le condizioni ottimali per un acquisto e, ovviamente, per il successivo sfoggio.