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Amo i diamanti "a taglio antico" e mi chiedo come mai sia così difficile trovarli

Buongiorno,

Ho scoperto recentemente il suo sito e sono rimasta colpita dalla sua preparazione e dalla precisione delle sue risposte, per questo motivo volevo chiederle alcune cose riguardo i tagli delle pietre a cui nessuno è mai stato in grado di darmi una risposta.

Ad oggi i tagli più conosciuti sono il taglio brillante, smeraldo, cushion, princess, ovale e a pera (goccia).

Un paio di anni fa ho scoperto l’esistenza dei tagli antichi, in particolare del Old Mine (in italiano credo si chiami vecchio minatore) e l’Old Euro (vecchio taglio europeo) che personalmente preferisco ai tagli moderni perché riflettono la luce in un modo tutto particolare.

È però molto difficile trovarne in giro, mi chiedevo quindi come mai negli anni questi tagli sono stati sostituiti da quelli moderni?

Non sono neanche mai riuscita a trovare dei criteri di proporzionalità di questi tagli antichi.

Lei saprebbe, inoltre, indicarmi qualche libro di testo che spieghi bene la storia e l’evoluzione dei tagli e in cui siano presenti tutti i possibili tagli esistenti con le loro caratteristiche?

La ringrazio in anticipo, spero di essermi spiegata bene

Cordiali saluti 

Elisa

 

 

Buona sera, Elisa

lei si é spiegata benissimo e con i complimenti per il sito la ringrazio anche per la fiducia riposta nelle (molto limitate!) conoscenze del sottoscritto…  :-)

Ritengo infatti impossibile conoscere TUTTI i tagli con cui sono stati abbelliti i grezzi dei preziosi cristalli, perché alle decine e decine - o meglio forse centinaia - di forme già codificate si aggiungono le quasi infinite varianti studiate e tentate nei secoli.

Anzi nei millenni, perché anche escludendo i cinesi che oltre 6000 anni fa ne usavano le schegge come punte di trapano (per forare le perle), da almeno 2500 anni intere generazioni di tagliatori si sono impegnati allo stremo nel tentativo di produrre gemme sempre più belle.

Come avrà forse letto in precedenti scambi, anch’io sono un patito dei “tagli antichi”, veri pezzi di storia dove mi piace cogliere l’eco e i riflessi dei tempi che furono.

Anche se non furono sempre rose e fiori, perché l’avidità e la brama di possesso di papi, di re e d’imperatori assortiti ne intrecciarono la storia con episodi non sempre esaltanti.

Dall’India alla Persia, da Venezia ad Amsterdam prima, e fino ad Anversa l’industria del taglio si é diffusa poi in tutto il mondo, tanto con favolosi virtuosismi individuali quanto con produzioni di massa ovunque (o quasi) ci si potesse garantire una certa regolarità di rifornimento dei grezzi.

Ma fino a due o tre generazioni addietro i tagli tendevano in toto a privilegiare la dimensione finale della gemma, a detrimento della bellezza ottenuta poi da Marcel Tolkowsky che per primo studiò come massimizzare gli effetti ottici derivanti dalle proprietà del favolosi cristallo.

Di qui i “tagli moderni”, con poche varianti (Proporzioni o Standard di taglio) in favore di considerazioni commerciali, che a mio avviso poco condivisibili, hanno però conquistato il palcoscenico del commercio.

Per fortuna rimane ancora una “fascia di nicchia” di appassionati dal palato raffinato per i quali di tanto in tanto ho il piacere di trovare qualche esemplare degno di nota.

Il taglio “cava vecchia” come viene chiamato nel nostro gergo non rispetta le proporzioni indicate nelle Norme più adottate (Scan. D.N. e Tolkowsky) ma pur rappresentando la produzione di secoli oggi sono abbastanza inconsueti, per non dire rari, perché chi li ha se li tiene ben cari, almeno quando montati su oggetti in “stile antico”, magari di alto pregio artistico e storico.

Oppure li ha assassinati facendoli ritagliare per ottenere diamanti di taglio moderno di cui sarebbe più facile la vendita. 

Moderno e quasi sempre banalmente anonimo, purtroppo!

Non capisco bene cos’intenda lei per “diffusione della luce in modo particolare” perché quando il padiglione del diamante NON ha le proporzioni dovute, la luce che entra nella gemma si perde in percentuale più o meno elevata invece di ritornare IN TOTO verso l’osservatore.

E questo é il motivo che mi vede partigiano irriducibile del taglio, cioè la caratteristica più importante innanzitutto nei diamanti.

Già che ci siamo, le suggerirei di distinguere fra “taglio a goccia” che presenta un apice appuntito e “taglio a pera” che l’apice lo mostra invece arrotondato.

Ritornando ai tagli esistenti tutti i libri sui diamanti ne illustrano un ventaglio più o meno ampio:  

quindi le consiglierei di chiedere in proposito alle ditte Rubin & Son - Antwerp oppure Verlaghbuchhandlung Elisabeth Lenzen -  D 6580 Kirschweiler  in Germania.

Io stesso ne avevo fotocopiato una discreta raccolta, oggi sepolta in un “fu Hard Disk" che starei ricuperando nei ritagli di tempo.

E che sarei lieto di condividere con lei come con tanti ex allievi interessati, ma non sono in grado di prevedere se e quando potrei/potrò farlo.

Mi scriva pure se le servono altri dettagli.

Intanto, W i tagli antichi!  :-)

 

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