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Il tester usato dal gioielliere sul mio diamante ha detto "si, no, forse"...

Buongiorno,

sono venuta in possesso di un anello di famiglia, con un grande diamante colorito (probabilmente L). per una questione familiare, avevo bisogno di una valutazione commerciale e mi sono recata presso un gioielliere della mia città.

 

Il gioielliere ha usato un tester per l'autenticità - una sorta di penna che produce una luce verde con i diamanti, rossa con la moissanite, arancione in altri casi.

 

Ebbene, il tester ha emesso molte volte luce rossa, un paio di volte verde.

Mi sono stupita moltissimo, essendo un diamante di famiglia della cui autenticità sono sicura praticamente al 100%.

 

Possibile che i tester siano inattendibili?

Grazie

 

PS capita mai a Roma? :).

 

 

Buona sera, Emanuela

immagino il suo sconcerto ma non ne sono affatto stupito, perché da anni (da quando sono comparsi i famosi/famigerati tester) vado ripetendo che si tratta solo di accessori, ovvero di aiuti da affiancare (e NON da sostituire) al cervello di chi li usa.

 

Innanzitutto ce ne sono ormai decine di modelli, che funzionano secondo tecnologie diverse:

per conducibilità termica (con sensori raffinati o con circuiti economici) per riflessione/assorbimento di un treno d’onde IR (infrarossi), previsti per dare un solo responso (diamante si / diamante no) oppure anche responsi multipli (diamante, moissianite, imitazioni diverse).

 

Tempo addietro circolò anche una specie di giocattolo che avrebbe avuto la pretesa d’identificare la specie mineralogica del campione, ma non rimase a lungo sui banchi dei gioiellieri e le lascio immaginare il perché.

 

Come se non fosse sufficiente quanto sopra le aggiungo che i vari tester sono (quale più, quale meno) sensibili al modo in cui li si adoperano, tanto più che chi li compera li considera una specie di bacchetta magica e quindi (grosso errore!) sia superfluo leggere le istruzioni.

 

Per tornare al suo diamante non posso formulare nessuna ipotesi perché é già difficile farlo di persona e quindi le lascio immaginare quante probabilità di successo avrebbe un tentativo a distanza.

 

In ogni caso e prima di preoccuparsi le consiglierei di ripetere il test così:

 

1  -  porti il diamante accuratamente pulito icon un qualsiasi solvente (trielina, benzina, acetone, trementina) o anche solo lavato in acqua e sapone e poi risciacquato in acqua distillata;

2  -  tenga il diamante in una scatoletta o in un sacchetto per evitare di scaldarlo con la temperatura corporea, e non lo tocchi con le dita:

3  -  visto che probabilmente farà caldo anche a Roma non tocchi nemmeno la montatura, se la gemma é montata, perché l’oro é un eccellente conduttore di calore e sarebbero sufficienti pochi secondi 

       per innalzare la temperatura anche del diamante:

       e se il tester fosse del tipo a diffusione termica l’esame potrebbe essere meno preciso.

4  -  e se le false letture permanessero insieme a quelle incerte allora sarebbe il caso di provare con un altro analista…  :-)

 

Quanto alla mia venuta a Roma  la desidero da tempo e l’avevo promessa fin dall’anno scorso a un’amica che m’avrebbe accompagnato a Porta Portese:

bene (anzi male) non mi ricordo più che cosa sono i week end da condividere con le amicizie.

 

Almeno, quelli che si dovrebbero programmare con un ragionevole anticipo... e magari preannunciare con un piccione viaggiatore a chi NON correda le e.mail col n. di cellulare.  :-)

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