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Le foto elettroniche

Foto elettroniche, ovvero eseguire riprese fotografiche in proprio:

lo scopo é duplice: evitare la noia (e i rischi!) del trasporto dei nostri preziosi soggetti, innanzitutto, ma anche la speranza di vedere, finalmente, riprodotti modelli aggiornati alle ultime produzioni nelle pagine pubblicitarie che si ripetono nelle varie pubblicazioni.
Piacevole quindi l'inaspettata, quasi pressante richiesta d'informazioni sulla cosiddetta "fotografia elettronica", leggasi fotografia digitale, e relative possibilita' di utilizzo commerciale.

Qui dobbiamo premettere e sottolineare che non siamo particolarmente esperti in proposito:

per passione soprattutto, e anche per necessità ci occupiamo tra l’altro anche di grafica su computer, e le nostre nozioni sono quelle di un normale utilizzatore, più o meno.

Piuttosto meno, visto che l’abitare in una città di provincia come Valenza limita molto sia le possibilità di aggiornamento, sia le occasioni di confronti e scambi con altri utenti. Però curiosità ed entusiasmo sono le stesse a qualsiasi latitudine, e saremo lieti di scambiare idee e progetti, o di confrontare lavori specifici, con gli amici lettori.

La fotografia digitale è un mezzo modernissimo per diffondere immagini riprese, e soprattutto elaborate, senza passare attraverso la fase canonica sella pellicola e relativi trattamenti chimici.

Le attrezzature sono quindi costituite dai mezzi di ripresa, e da quelli di processo.

La regola fondamentale per una scelta opportuna (tecnicamente ed economicamente produttiva) è quella di avere ben chiari:

a - la destinazione delle riprese e

b - quali fasi saranno eseguite in proprio o, viceversa, affidate a laboratori ( i "services" ) esterni.

Il risultato finale sarà il prodotto di una catena ottimizzata di conoscenze specifiche, presidi tecnici e collaborazioni specializzate atta a raggiungere gli scopi prefissi.

Esempio di destinazione delle riprese: catalogazione interna e/o visualizzazione di modelli all’interno di punti vendita.

E’ il primo passo, e sovente anche l’unico che, per molto tempo, soddisferà una precisa esigenza: quella di ordinare immagini per genere, per tipo, per prezzo, insomma per qualsiasi esigenza imponga una moderna gestione aziendale.

Le immagini, a colori, possono essere registrate con apparecchi di tipo economico e immagazzinate nelle memorie di un (capace) disco rigido, sul computer dell’ufficio.

La qualità della ripresa non é eccelsa, ma tuttavia sufficiente per gli scopi previsti:

mettere a disposizione un catalogo completo senza togliere un solo pezzo dalla vetrina, o dalla cassaforte!

Immaginiamo quindi un cliente che, comodamente rilassato nel salottino riservato, "sfoglia" con un pulsante tutta la collezione di anelli con smeraldo, o dei ciondoli con rubino, e vede contemporaneamente caratteristiche merceologiche e prezzi… aggiornati!

Per fare tutto questo sono sufficienti una fotocamera dal costo variabile fra 500 e 1.200 euri, un computer predisposto per la grafica, un programma di acquisizione e un programma di archiviazione di immagini, più o meno sofisticati.

Il costo del computer spazia fra 1.500 e 7.500 euri, perché lo si può corredare con schede grafiche diverse, e con (possibilmente molta) memoria aggiuntiva (memoria di servizio, o memoria "RAM").

I programmi di acquisizione e di archiviazione sono a loro volta offerti in un ventaglio abbastanza ampio di scelte, con funzioni più o meno estese di elaborazione (foto ritocco) e di archiviazione/ordinamento/ricerca:

la cosa migliore rimane quella di esaminarne diversi, e scegliere quello più adatto all’impiego previsto.

Il costo spazia fra 250 e 7.000 euri ciascuno. Ricordiamo che esiste anche la possibilità di offrire (di impostare fin dall’inizio) un salto qualitativo notevole a tutta l’organizzazione aziendale predisponendo tutte queste "informazioni" in un sistema interattivo in grado di rispondere a esigenze diverse:

una "base di dati" generale ("database", in inglese) da cui estrarre le informazioni per proporle o elaborarle secondo le esigenze del caso.

Niente fantascienza, ma una specie di archivio generale in grado di rintracciare ed elencare tutte le immagini che rispondano a determinati requisiti, di raggruppare gli oggetti prodotti in particolari periodi, o di ricalcolare prezzi di costo (e di vendita) semplicemente reimpostando nuovi valori, quali valute, pesi e qualità diversi, o variazioni nelle diverse voci di calcolo.

E di redigere statistiche, calcolare l’aggiornamento del magazzino, redarre listini, fatture o semplici preventivi.

Ritornando al nostro primo gradino, l’attrezzatura sarà completata con il complesso di ripresa illustrato nei due numeri precedenti del giornale.

Anzi, con una versione addirittura semplificata, dato che l’uso del flash sarà del tutto superfluo. Con la fotocamera si inquadra e si scatta (uno solo, o pochi oggetti per volta), preferibilmente in alta risoluzione, e quando la memoria dell’apparecchio é piena, si scarica il tutto nel disco rigido del computer.

Il grande vantaggio consiste nel disporre subito, su di un monitor televisivo, di un’immagine da osservare, da modificare, da ripetere se necessario per ottenere una maggiore quantità di informazioni o, anche, il massimo della suggestione visiva con illuminazioni e inquadrature opportune.

Un solo oggetto, o pochi per volta, dicevamo, perché l’immagine appare piuttosto "povera" in quanto a nitidezza, e i dettagli minuti ne soffrono in modo inaccettabile.

Niente da fare, invece, con la telecamera che ci portiamo a spasso nel week end:

va benissimo per qualche filmato didattico o promozionale (se chi la usa ci sa fare, vero?) ma non serve (1) per la produzione delle immagini di cui sopra:

produce infatti una scansione a righe, adatta alla bassa risoluzione del TV domestico, ma non a punti, come necessario per la visualizzazione sul monitor dei computers, e per le relative elaborazioni grafiche (di qualità accettabile).

(1) SONY e JVC producono telecamera predisposta anche per riprese di singoli fotogrammi da riversare su computer, ma l’acquisto è da valutare attentamente.

Riversato il gruppo di riprese nella memoria del computer, quell’hard disk di cui sopra, si attiva un programma di foto ritocco tipo "PHOTOSHOP" di Adobe, ormai divenuto di uso generalizzato;

le immagini possono così essere "ritoccate" e rielaborate a piacere, con i soli limiti della fantasia e del buon gusto personali. Si possono aumentare contrasto e saturazione di colori, smorzare luci troppo violente, eliminare dettagli secondari e ingrandire, entro certi limiti, i particolari più interessanti.

Volendo, si possono addirittura applicare effetti speciali che ricordano stili pittorici, da utilizzare comunque con moderazione. E si salva quindi il tutto in un documento (chiamato "file" in gergo computerese) che sarà il materiale da usare nelle future presentazioni. Magari dopo averlo portato (2) pari pari a un "service" esterno per sofisticate operazioni di "maquillage" e confezionamento finale.

(2) Il trasporto dei "files" con immagini e/o documenti da elaborare si effettua riversando (copiando) gli stessi su dischetti, cartucce speciali o nastri magnetici che i "services" esterni "leggeranno" con le proprie apparecchiature.

E’ però necessario verificare in anticipo che le dotazioni in uso, le nostre e le loro, siano reciprocamente compatibili.

Fin qui, abbiamo lavorato esclusivamente per via elettronica, ma qualcuno dei nostri lettori potrebbe desiderare una soluzione di compromesso fra i sistemi tradizionali, e le soluzioni digitali.

Questo compromesso esiste e, per certi versi é una soluzione superiore alle opzioni esclusivamente digitali (di quelle a basso costo, almeno).

Si tratta infatti di riprendere foto (o, meglio, diapositive) nel modo tradizionale, e utilizzarle poi per un riversamento elettronico.

Con un apposito "scanner", una specie di proiettore che "legge" le immagini e le trasforma in un "file" utilizzabile dal computer, oppure farle riversare da un buon foto laboratorio su di un CD (compact disk) che si potrà visionare con appositi sistemi sul TV di casa o sul computer in ufficio.

Ecco quindi un’altra formidabile opportunità di utilizzo dei sistemi audiovisivi per la promozione dei nostri gioielli!

Un rotolo di fotografie costa all’incirca la stessa cifra sia stampata su carta, sia riversato su CD (in qualità standard, perché quella professionale costa il quadruplo) del quale produrre copie multiple a cifre quasi irrisorie.

Possiamo quindi aspettarci ben presto i primi cataloghi di gioielleria diffusi in grandi tirature su CD aziendali, che avrebbero numerosi, incontestabili vantaggi: efficacia, economia, sicurezza, per cominciare, uniti alla (subdola!) capacità di convinzione del TV fruito nella quiete delle mura domestiche…

Le realizzazioni più sofisticate potrebbero comprendere anche sottofondi musicali e/o commenti parlati, oppure essere previsti per la sola visione (TV).

O anche per veri e propri servizi di ricerca e selezione nei più disparati punti vendita, per chi vuole approfittarne al massimo.

Ma siamo ancora all’inizio, e potremmo già fermarci, soddisfatti e ripagati del nostro lavoro e dei relativi oneri economici. Comunque, un gradino più in alto inizia il settore professionale per antonomasia, ove gli investimenti sono nell’ordine delle decine di milioni, ma i risultati sono di ben altro livello.

Qui gli apparecchi sono di classe molto elevata, e presuppongono dotazioni adeguate.

Ma soprattutto una formazione professionale in grado di trarre il meglio dalla catena tecnologica posta in atto.

Se una delle soluzioni precedenti può soddisfare molte esigenze a basso livello, qui ogni situazione fa caso a sé, e deve essere valutata attentamente sia nel suo complesso, sia in funzione dei risultati da conseguire volta per volta.

Non che il lavoro diventi più difficile, o almeno non molto: diventa difficile il farlo bene, meglio cioè di come lo farebbe un dilettante qualsiasi, nei ritagli di tempo.

Questo é il livello al quale si progettano le stampe di qualità, le documentazioni scientifiche e, perché no, le presentazioni alle case reali ancora esistenti.

Se l’obbiettivo primario è quello della diffusione a tappeto di immagini promozionali, anche il costo diventa accettabile in funzione di alte tirature. Ma qui subentra la necessità di un progetto accurato, studiato in anticipo con la calma e la competenza necessari a evitare costose delusioni.

E si riaffacciano allora i nostri "services" esterni, i professionisti della post-produzione ai quali delegheremo compiti e funzioni per noi troppo ostici, o semplicemente antieconomici.

Per chiudere il cerchio, esiste poi il livello della fotografia digitale professionale "da studio", un settore economicamente troppo impegnativo per chiunque non sia assimilabile alla FIAT. Qui si utilizza il meglio di tutto ciò che la tecnologia digitale offre, con investimenti da leasing immobiliare.

Per utilizzarlo (la copertina di un dépliant?) bisognerebbe tornare dal "fotografo" con tutto il campionario, esattamente come per le riprese su pellicola, oppure trovare un professionista equipaggiato con attrezzature portatili.

Portatili con un camioncino, beninteso, perché il solo gruppo d'illuminazione a luce continua riempirebbe abbondantemente un’automobile.

Spaventati? Speriamo di no, anche se temiamo di avervi annoiati un poco. Ma se avete ancora abbastanza entusiasmo per credere nel futuro del nostro settore, non trascurate le possibilità che l’elettronica offre, oltretutto a costi sempre più bassi:

Post scriptum:

Le stampe su carta avranno comunque lunga vita, e in particolare le fotografie;

anche le immagini elettroniche possono essere presentate nei modi tradizionali (stampa a sublimazione, a laser, ecc.) ma sono soluzioni ancora costose:

le laser hanno un costo copia basso, ma usano macchine da quasi dieci milioni, mentre le altre tecnologie, a un costo macchina di qualche milione oppongono un costo elevato per ogni copia.

Il solito compromesso é rappresentato dalle stampanti a getto d’inchiostro, la cui qualità di stampa viene continuamente migliorata, con velocità di produzione accettabili.

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